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Irma Loredana Galgano

Irma Loredana Galgano

Archivi Mensili: giugno 2016

Processo Dambruoso: Camera non sarà parte civile, Lupo “Oggi ricevo secondo schiaffo”

28 martedì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Loredana Lupo, portavoce per il M5S, twitta il suo sfogo per la decisione della Camera di non costituirsi parte civile nel processo Dambruoso.

l43-movimento-cinque-stelle-140130201458_bigIl 29 gennaio del 2014, per la prima volta nella storia parlamentare italiana, la presidente Boldrini decide di applicare la cosiddetta ‘ghigliottina’ sul decreto Imu-Bankitalia. I portavoce alla Camera per il Movimento Cinque Stelle protestarono per la decisione ritenendo che quel decreto fosse un ‘regalo di 7,5 miliardi di euro alle banche’, come sottolinea oggi Luigi Di Maio. Durante le proteste il deputato di Scelta Civica Stefano Dambruoso ‘colpì al volto la nostra collega Loredana Lupo’, ricorda in un post il vice-presidente della Camera.

Oggi la Camera dei Deputati era chiamata a decidere se costituirsi o meno parte civile nel processo contro Dambruoso. La presidente Laura Boldrini e tutti i membri dell’ufficio di Presidenza, eccezion fatta per il M5S, hanno votato per non costituirsi parte civile. La portavoce Loredana Lupo si sfoga sui social: ‘Oggi ricevo il secondo schiaffo’.

Una scelta di ‘gruppo’?

Non ci sta la portavoce alla Camera per il M5S Loredana Lupo a ingoiare anche quest’altro rospo in silenzio e sui social twitta direttamente alla presidente Boldrini: ‘forse non sono del gruppo politico giusto?’ Ricordandole che il fatto è accaduto nell’aula da lei presieduta. La Boldrini si è sempre fatta vanto del suo impegno contro la violenza sulle donne. Sul suo sito personale si legge anche della sua ultima iniziativa indicata con l’hashtag #Saranonsarà e sponsorizzata per la stampa da lei stessa affacciata a una finestra di palazzo Montecitorio con un panno rosso grande come una bandiera.

Vista la location scelta si può ipotizzare che queste iniziative siano legate al suo ruolo istituzionale? E che, quindi, la presidente del Parlamento italiano prenda molto a cuore la battaglia contro la violenza sulle donne italiane fuori da Montecitorio? E quella che avviene dentro questo bel palazzo?

Dambruoso e lo schiaffo negato

Le immagini e i video diffusi sul web hanno mostrato chiaramente l’accaduto ma il questore di Scelta Civica ha sempre negato sostenendo di aver compiuto quel gesto per ‘bloccare l’attacco alla Presidente della Camera’. Per la Lupo ‘in tanti modi si può usare la violenza’ e la decisione di oggi, anche se cosa diversa dal ‘contatto fisico’ di due anni fa, secondo la descrizione fattane da Dambruoso, è comunque un gesto ‘violento’ che lei appunto considera un ‘secondo schiaffo’.

 

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Bruno Vespa: “Che devo fare? La prendo a schiaffi?” La senatrice Lezzi siamo tutte noi

27 lunedì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Durante la puntata di Porta a Porta del 23 giugno Bruno Vespa e Mario Orfeo hanno inscenato un “teatro di raro squallore”.

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È vero che negli ultimi anni e non solo la televisione ci ha mostrato di tutto, senza pudore, sperando di farci abituare a ogni cosa, nella speranza, forse, che l’assuefazione inibisca il pubblico verso qualsiasi manifestazione critica nei confronti di chi, stando dall’altra parte dello schermo, evidentemente ritiene di essere superiore.

Nel corso della trasmissione Porta a Porta la senatrice Barbara Lezzi, dopo essere stata ripetutamente interrotta, ha chiesto non venisse più fatto, in particolare dal direttore Mario Orfeo. Ci sono delle regole che vanno rispettate anche quando si è in disaccordo con quanto afferma il nostro interlocutore e, in tutta onestà, dubitiamo del fatto che al direttore Orfeo manchino tempi e modi di esprimere il proprio parere. Forse era proprio il discorso che la Lezzi tentava di portare avanti che infastidiva il direttore al punto che ha chiesto al conduttore Bruno Vespa di intervenire.

“Che devo fare? La prendo a schiaffi?” Con queste esatte parole Vespa chiede al suo direttore in che modo ritiene giusto debba intervenire per “fermare” la Lezzi. Perché?

Come è possibile che un personaggio pubblico dica questo nei confronti di una donna che è anche una senatrice della Repubblica italiana regolarmente eletta e non si scateni in Italia un putiferio tale da costringere gli autori di tutto ciò almeno a scusarsi pubblicamente per l’accaduto?

Che senso possono mai avere avere le campagne pubblicitarie lanciate anche dalla Rai contro la violenza sulle donne se poi sulle reti nazionali della tv di Stato, durante una trasmissione seguita da milioni di italiani, una donna viene indirettamente minacciata di essere presa a schiaffi se non sta zitta?

Qual è il messaggio che passa? Che se una donna ha un’opinione diversa da quella degli uomini presenti nella stanza o appartiene a un differente schieramento politico deve stare zitta altrimenti le prende?

Roberto Fico: “Un teatro di raro squallore”, pronte interrogazioni e possibili querele

Dal suo profilo sul social network Facebook Roberto Fico, portavoce alla Camera per il Movimento Cinque Stelle e presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, annuncia che lunedì mattina presenterà un’interrogazione alla Rai e all’Agcom. Inoltre “valuteremo anche se è possibile una querela nei confronti di Bruno Vespa”.

Lo stesso Fico alcuni giorni prima dell’accaduto denunciava l’irregolarità nella spartizione del tempo a disposizione per le posizioni del “sì” e del “no” riguardo il referendum sulla permanenza nell’Unione Europea della Gran Bretagna. In base ai dati forniti dall’Agcom l’ago della bilancia pendeva di gran lunga in favore del “sì” e anche per questo motivo la portavoce al Senato Barbara Lezzi trovava ingiuste le continue e ripetute interruzioni durante i suoi interventi.

 

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Regno Unito: sostenitori del Remain non mollano, petizone anti-Brexit a quota 2 milioni

26 domenica Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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La petizione anti-Brexit ha superato i 2 milioni di consensi e continua ad aumentare. La Scozia chiede avvio trattative con UE.

shutterstock_201606116-1024x655-mq1lewgoviammybjkzq18wxwtoms5mk6lneo36wla0Sul sito governativo britannico ‘petition.parliament.uk’ si trovano tutte le petizioni attive nel Paese e tra queste spicca quella anti-Brexit, le cui adesioni hanno superato quota 2 milioni di firme. La petizione è riservata ai cittadini britannici, ma la procedura di accesso è molto semplice. I sostenitori del ‘Remain’ più duri ad accettare l’esito del referendum del 23 giugno scorso sembrano concentrarsi maggiormente nelle grandi città, con Londra in testa, almeno secondo la mappa consultabile sul sito.

Brexit, è il panico

Nonostante l’invito alla calma giunga da più parti, si è creata una situazione di forte panico in Gran Bretagna e in tutta Europa, tra la popolazione e tra i governanti, che si ripercuote anche sull’economia, in particolare nel settore finanziario con le borse che cadono in picchiata . Nel mondo politico inglese, il primo a crollare è stato il premier Cameron che ha rassegnato le dimissioni annunciando che resterà per altri tre mesi, il tempo di consentire al Partito Conservatore di indicare il suo sostituto. Risulta a questo punto evidente che il referendum da lui stesso chiesto ha sortito un indesiderato effetto boomerang.

#Regrexit per un nuovo referendum

Corre invece lungo la rete del social network Twitter l’hashtag #Regrexit la voce di coloro che vorrebbero fosse indetto un nuovo referendum che cancelli il ‘rimpianto’ per l’esito di quello appena concluso , che con il 51,9% ha decretato la volontà del popolo inglese di lasciare l’Unione Europea. Scorrendo i tweet lanciati con l’hashtag #Regrexit in realtà prevale la sensazione che a scriverli siano perlopiù persone che erano già propense al “Remain” e che non accettano l’esito del referendum. Sono pochi quelli che si dichiarano “pentiti” per la scelta di voto.

La Scozia in testa alla carovana anti-Brexit

In Scozia la percentuale dei votanti a favore del “Remain” superava il 60% e questo è sembrato, al primo ministro Nicola Sturgeon, una motivazione sufficiente per non accettare l’esito complessivo del referendum del 23 giugno. La Sturgeon ha dichiarato alla stampa inglese che “l’opzione di un secondo referendum sull’indipendenza è già sul tavolo”. È prematuro affermare che un nuovo referendum si farà. Non si sa ancora se i sostenitori del “Remain” riusciranno o meno nel loro intento ma i precedenti nel Regno Unito ci sono. Nel 2001 al referendum sul Trattato di Nizza prevalse la posizione del no ma l’anno successivo, nell’ottobre del 2002, il 53,65% degli irlandesi accettarono il Trattato, seppur in parte modificato rispetto alla versione proposta l’anno precedente.

 

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Mogadiscio: miliziani di al Shabaab assaltano hotel di stranieri, almeno 35 i morti

26 domenica Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Un gruppo di miliziani di al Sbabaab ha assaltato un hotel a Mogadiscio. Polizia libera gli ostaggi ma sono almeno 35 i morti.

ancora-35-morti-a-mogadiscio-dopo-un-altro-attentato_762373Secondo quanto riporta la Bbc citando fonti ufficiali somale, un gruppo di miliziani estremisti di al Shabaab ha assaltato l’hotel Naso-Hablod situato a sud di Mogadisco, molto frequentato da stranieri e politici. Il tutto a breve distanza da un attacco simile. Lo scorso primo giugno altri miliziani di al Shabaab hanno attaccato l’hotel Ambassador uccidendo almeno 20 persone.

L’assalto a Naso-Hablod

Nelle prime ore del pomeriggio, un gruppo di quattro assalitori ha fatto irruzione nell’hotel Naso-Hablod di Mogadiscio. Per irrompere i miliziani avrebbero fatto esplodere prima un’autobomba all’ingresso del Naso-Hablod per poi barricarsi all’interno prendendo diversi ostaggi tra personale e clienti. Si parla di almeno altre due esplosioni successive.

Dopo quattro ore di scontri armati, le forze di sicurezza somale avrebbero ripreso il controllo della struttura ma nello scontro hanno perso la vita almeno 35 persone, tra cui i quattro assalitori, degli uomini della sicurezza e anche dei civili, e i feriti tra i civili sarebbero almeno 30, molti in condizioni gravi.

Ancora un attacco agli stranieri

L’hotel Naso-Hablod si trova nella parte meridionale di Mogadiscio ed è frequentato spesso da turisti stranieri e uomini politici locali. L’attacco da parte di al Shabaab ricorda molto quello avvenuto tre settimane fa all’hotel Ambassador, durato circa 12 ore, quando hanno perso la vita almeno 20 persone, tra cui due guardie addette alla sicurezza e due parlamentari e sono stati registrati oltre 60 feriti.

Nell’assalto all’Ambassador un kamikaze si è lanciato con un’auto contro l’entrata dell’albergo distruggendo le barriere di sicurezza. Entrambi gli attentati sono stati rivendicati dal gruppo estremista di al Shabaab. Il gruppo insurrezionalista islamista al Shabaad è attivo nelle regioni meridionali della Somalia dal 2006 e viene considerato da numerosi governi e servizi di sicurezza occidentali di matrice terroristica. Si ipotizza che i loro introiti provengano in prevalenza dai bottini dei pirati somali.

 

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Quando la poesia racconta il “banale quotidiano”. Intervista a Vivian Lamarque

24 venerdì Giu 2016

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intervista, Madredinverno, Mondadori, VivianLamarque

 

Quando la poesia raccolta il «banale quotidiano». Intervista a Vivian Lamarque

Madre d’inverno (Mondadori, 2016) è una raccolta di poesie che non parlano di grandi avventure, sentimenti di gloria, eventi travolgenti… ma tratteggiano semplicemente la vita, fotografata nei suoi gesti quotidiani, nei suoi dolori e con tutte le difficoltà che solo il reale può farci “immaginare”.

Vivian Lamarque è nata a Tesero, in provincia di Trento, ma vive a Milano. È una scrittrice, poetessa e traduttrice che descrive il «banale quotidiano» perché è «lui la nostra vita» ma lo fa con la grinta e l’ispirazione di chi è convinto del proprio pensiero e del messaggio che vuole trasmettere al lettore.

Sentimenti e sofferenze filtrati attraverso gesti quotidiani, dolori e malattie che si raccontano e si contano nelle cicatrici che restano indelebili nel tempo, l’amore materno e l’infanzia lontana… emozioni pure di cui abbiamo parlato con Lamarque in quest’intervista, a pochi giorni dall’evento che la vedrà protagonista il prossimo 30 giugno alle ore 19.00 a Milano, presso la Biblioteca Sormani, nei giardini della Guastalla.

I suoi componimenti non hanno una rigida metrica, sembrano invece versi modellati intorno al fatto o al sentimento narrati. Quali sono i motivi di questa scelta stilistica?

Non penso che lo stile si scelga, o per lo meno io non l’ho scelto, suona ovvio ma penso che lui abbia scelto me, o meglio che io e lui si sia un tutt’uno. Come un cantante lirico non può decidere se essere tenore o baritono, così un poeta non credo possa scegliersi la voce.

L’ho ritrovata direi identica (gioioso/dolorosa) nella prima poesia che scrissi a dieci anni. Che poi erano due: La Signora M. buona e La Signora M. cattiva. Erano versi ironici, cantabili, eppure, senza che io lo sapessi, mentre descrivevo qualità e difetti di una vicina di casa con il cognome che iniziava per M, la penna in realtà era mossa dalla scoperta appena fatta di avere due madri, quella con cui vivevo era la madre adottiva, in un altrove viveva l’altra, la biologica.

In Poesie ospedaliere vengono raccontati sentimenti e sofferenze filtrati attraverso gesti quotidiani che possono sembrare anche banali. Quanto incide e condiziona la quotidianità nella libera manifestazione degli stati d’animo?

Sì, il banale quotidiano. È lui la nostra vita. Lì, come tutti, vivo, lì scrivo.

Ho scritto poesie che parlano di minestra da mescolare altrimenti attacca, che parlano di stirare e di smacchiare le giacche, cosa che non so fare tra l’altro, di riso in bianco, di cucchiai e forchette e crudeli bambini cucchiaini e, in Madre d’inverno, di moduli ACI e di A112, di Compro Oro, di Sim, di Contramal e di Algasiv, di flebo, di urina… però la flebo era rosa e l’urina era d’oro.

Quando la poesia raccolta il «banale quotidiano». Intervista a Vivian Lamarque

In diversi passaggi, come anche in Ritratto con mare II, nella narrazione si affaccia il suo “essere bambina”. Questi cori del passato sono motivati da un intenso desiderio nostalgico di ritrovare entrambi i genitori?

Grazie per il riferimento a quella poesia, alla marina 18×24, mi è cara. Certo il passato ci richiama nostalgicamente tutti quanti come pericolosa sirena, specie l’infanzia, felice o infelice non importa, ma innamoriamoci anche del futuro, pagina di quaderno candida, in attesa del nostro pennino. E soprattutto del presente, di oggi, di ora, che le sto rispondendo e a un metro da me, sul balcone, luccica una fogliolina nuova di vite del Canada.

I genitori? Certo, ne avevo quattro, ma a quattro anni ne avevo persi già tre. Ma se anche in punto di morte si chiama mamma, figuriamoci in punto di vita.

«Una madre a cui piace farsi saccheggiare». In Manna impressiona l’immagine della «casa da svuotare un grumo di sangue alla volta». I sostantivi di una madre sono dono e sacrificio?

I sostantivi di una madre sono un po’ di più di due. Dono, sacrificio, ma anche molto altro: abbraccio, abbandono, passione, gelo, rispetto, violenza, amorevolezza, cecità, dedizione, distrazione ecc.

In Ipotesi sul dimenticare si legge: «che sia forse un dono quella nebbia quello smarrimento?». Confondere ricordi, realtà e immaginazione cosa aggiunge o toglie alla vita?

Quella nebbia può offrirci non trascurabili possibilità, minor visuale sulla crudezza del reale (sparizione della squallida facciata di casa di fronte, riapparizione di uno scomparso innamorato..).  e un errore nel ricordare, ricordare il non avvenuto può arricchire allungare il passato breve della vita.

Nelle Dedicate si parla molto anche di amicizia: «cuciti e ricuciti chi all’addome all’anca alla gola chi al ventre alla mano chi sul petto proprio dove sotto gli batte il cuore». Cosa rappresenta per lei l’amicizia e cosa rappresentano i “punti metallici”?

Sto alludendo alle loro cicatrici, ai loro interventi chirurgici, ai punti delle suture. «Con gli anni i miei amici sono diventati tutti ricamati» allude alla loro età che, come la mia (ho 70 anni), ha avuto tutto il tempo e i più svariati modi per farci conoscere malattie, ricoveri, interventi, operazioni.

http://www.sulromanzo.it/blog/quando-la-poesia-racconta-il-banale-quotidiano-intervista-a-vivian-lamarque

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Gran Bretagna: al referendum vince la Brexit, i mercati impazziscono

24 venerdì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Il 51,9% degli inglesi dice no all’Europa. Le borse impazziscono. Farage parla di ‘independence day’.

brexit-1462470589paaCon un tweet dell’emittente televisiva “SkyNews” è stato annunciato al mondo l’esito del referendum inglese, appena il quorum ha superato gli oltre 16 milioni di voti. “È ufficiale. Il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione europea” e immediatamente si è scatenato il panico nei mercati finanziari. Il valore della sterlina è crollato, e nel cambio col dollaro torna ai valori minimi del 1985. In picchiata le borse asiatiche e prevedibile giornata dura per quelle europee.

Farage: “È l’alba di un Regno Unito indipendente”

Il leader del partito euroscettito Ukip, Nigel Farage, esulta parlando di un nuovo “giorno dell’indipendenza” per il Regno Unito. Si ipotizza che, qualora il Regno Unito dovesse uscire dall’UE, vengano chieste le dimissioni di Cameron, anche se non è da escludere che il premier anticipi tutti dimettendosi spontaneamente. Ad ogni modo, per Farage la priorità sembra essere quella di “liberarsi da Bruxelles”.

“Leave” e “Remain” spaccano in due il Regno Unito

Il “Leave” vince in Galles con oltre 82 mila preferenze in più, e in quasi tutta l’Inghilterra, fatta eccezione per la capitale, mentre in Scozia e in Irlanda del Nord sono volate le percentuali a favore del “Remain”. A Londra ha votato a favore della permanenza in Europa il 69% dei cittadini, mentre il restante 31% si è espresso per l’uscita dalla UE.

Appena sono stati ribaltati i dati degli “opinion poll” che davano il “Remain” al 52%, i mercati finanziari sono impazziti. Attualmente i futures vengono dati a -6% a Londra. Ma sono le cancellerie e i governi di tutta l’UE che devono prepararsi ad affrontare un duro contraccolpo che, visti gli iniziali sondaggi, credevano di aver scansato. Infatti, come il referendum ha spaccato in due il Regno Unito, così il suo esito sta riaccendendo il dibattito nell’UE tra i leader europeisti e quelli nazionalisti.

Marine Le Pen del “Front National” chiede lo stesso referendum anche per la Francia. Alexander Stubb, Ministro delle Finanze finlandese, invece, spera sia solo un brutto sogno. Duro colpo anche per i leader tedeschi, e molto deluso si dichiara il presidente del parlamento europeo, Martin Schulz, che parla di “brutta notizia”.

In Italia prontamente gioisce via Twitter Matteo Salvini della Lega Nord, ma grande soddisfazione traspare anche tra i Cinque Stelle, che da sempre invocano la necessità di un referendum che lasci scegliere ai cittadini italiani se restare o meno nell’Unione Europea.

 

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Incarichi Asl della Raggi: in procura fascicolo senza reato

23 giovedì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Fascicolo senza reato, né indagati, sul caso Raggi: Sabella si è esposto per nulla?

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Per le consulenze di Virginia Raggi, neo-sindaco di Roma, alla Asl di Civitavecchia la procura di Roma avrebbe aperto oggi un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati. A seguito dell’esposto presentato dall’Associazione nazionale libertà e progresso (Anlep) la procura ha aperto questo fascicolo sulla presunta omissione di dichiarazione di incarichi e compensi da parte del legale Virginia Raggi.

Raggi: pronta la smentita

Immediata è arrivata la smentita da parte della Raggi delle accuse mosse da Sabella nei suoi confronti. Il 18 giugno pubblica sul suo profilo Facebook una foto dell’autocertificazione 2015 in cui dichiara i compensi ricevuti dalla Asl RMF per l’incarico di legale fiduciario per l’ammontare di euro 1.878,69. Il neo-sindaco specifica che l’autocertificazione è datata 2015 perché è in quell’anno che ha effettivamente percepito il compenso per la consulenza svolta nel 2014.

Per quanto riguarda invece l’incarico ricevuto nel 2012, all’epoca non era ancora consigliere al Comune capitolino e “non era previsto alcun albo speciale”.

Il caso Sabella invece si ispessisce

Le parole pronunciate dal magistrato ed ex-assessore della giunta Marino, Alfonso Sabella, sarebbero diventate oggetto del fascicolo della Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), aperto già dallo scorso mese di aprile per le considerazioni espresse sul probabile esito del caso Affittopoli.

Un avviso di garanzia a Virginia Raggi sarebbe un “atto dovuto”, sono le parole che ha detto in merito alla presunta omissione di dichiarazione di incarichi e compensi ricevuti.

Ci si interroga sul limite che può raggiungere e superare un magistrato nel raccontare o commentare processi che riguardano l’operato di altri magistrati, suoi colleghi, e sull’esistenza o meno di inchieste o indagini giudiziarie. Inoltre per molti si è trattato di un mero tentativo di infangare l’immagine del candidato della fazione politica avversaria. Che si sarebbe trattato quindi di un basso attacco politico studiato a tavolino e non della ferrea e onesta volontà di un magistrato della Repubblica italiana di far rispettare le regole, le leggi e agire in piena onestà.

 

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Il PD ha perso o ha “non vinto”? La querelle ormai è tutta interna

21 martedì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Inevitabili le discussioni: un duro colpo di coda di questa tornata elettorale che riaccende il dibattito interno al Partito democratico.

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Dopo i risultati delle europee del 2014 e del referendum tenutosi lo scorso aprile forse il Partito democratico era convinto di godere di un più largo consenso popolare. Che invece è mancato in queste amministrative che da sempre rappresentano il voto più sentito dai cittadini proprio perché questi sono chiamati a indicare gli amministratori che sentono più vicini. Ed è proprio questo uno dei punti su cui vuol riflettere l’ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, che invita Matteo Renzi a “prendersi cura del partito”.

La posizione di Bersani

Pier Luigi Bersani commentò le comunali 2012 affermando che “noi abbiamo non vinto”. Un’affermazione molto dibattuta all’epoca e additata come una scusante per non voler guardare in faccia la realtà.

All’indomani delle comunali 2016 Bersani sembra avere le idee molto chiare e sostiene, durante la trasmissione Agorà in onda si Rai 3, che “le amministrative le ha perse il Pd”. Secondo l’ex segretario del Partito Democratico la sconfitta va imputata al fatto che i suoi colleghi hanno perso il contatto con la realtà e che questa è altra cosa rispetto a quella che “Renzi ci sta raccontando”.

La posizione di Renzi e del Pd

Matteo Renzi non ci prova nemmeno a nascondere la sconfitta e parla di “vittoria molto netta e indiscutibile dei Cinque Stelle”. Ammette anche che non si tratta di voto di protesta, ma di cambiamento. Quello che chiedono i cittadini e quello che invocano i suoi colleghi.

Roberto Speranza sostiene che “è finito il tempo dell’arroganza: serve un cambio di rotta nelle politiche di governo e nella gestione del partito”.

E sembra proprio il doppio incarico di Renzi, come segretario e premier, uno dei nodi da sciogliere al più presto. Davide Zoggia, infatti, sembra volere le dimissioni di Matteo Renzi da segretario del partito.

In attesa delle decisioni della direzione Pd, convocata per il 24 giugno, Renzi cade ancora una volta nel “selfiesmo” pubblicitario e propagandistico che sembra contraddistinguerlo: “A me emozionano sempre le lasagne della nonna, ma bisogna coniugare i valori con la capacità di aprirsi al nuovo senza scadere nel nuovismo”.

 

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Raggi sindaco: tanta emozione nelle parole del marito

20 lunedì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Virginia Raggi vince il ballottaggio e diventa primo sindaco donna di Roma, emozionante la lettera che le scrive il marito.

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Lo scrutinio delle schede del ballottaggio è ormai agli sgoccioli, il risultato è chiaro, eclatante, emozionante come le parole che Andrea Severini, marito di Virginia Raggi, scrive sul suo blog e dedica alla moglie, primo sindaco donna della Capitale. Leggendo la lettera traspare tutto l’amore che l’uomo prova per sua moglie, l’ammirazione per il coraggio e la determinazione, nonché la gioia condivisa per l’essere anche lui un attivista del Movimento Cinque Stelle a Roma. Un percorso che hanno condiviso passo dopo passo, fatto di banchetti informativi, riunioni programmatiche, molte speranze e anche tante delusioni. Ma la tenacia li ha ripagati.

Virginia Raggi: primo sindaco donna della Capitale

A sottolinearlo più volte è lo stesso marito della Raggi: sua moglie è il primo sindaco donna nella storia di Roma. Questa non rappresenta solo una vittoria politica del M5S ma anche un enorme passo avanti verso la reale parità tra i sessi. Virginia Raggi ha dimostrato in questi mesi tanta forza e determinazione nel portare avanti la sua campagna di informazione ma anche nell’affrontare i colpi bassi che non sono mancati. Colpi di coda di una vecchia politica che ancora non vuole ammettere, neanche con se stessa, che il cambiamento in atto è troppo grande per poter pensare di riuscire a fermarlo con qualche infimo sgambetto.

Il cammino di un attivista cinque stelle tra pubblico e privato

Andrea Severini affida a un post, pubblicato sul suo blog personale, il racconto di tutta l’emozione che prova nel realizzare che sua moglie, Virginia Raggi, ha vinto il ballottaggio e diventerà primo sindaco di Roma del Movimento Cinque Stelle e primo sindaco donna in assoluto della Capitale.

Ripercorre tutto il cammino percorso insieme, pieno di ostacoli, di difficoltà ma anche di tanta gioia. È innegabilmente felice Andrea Severini ma al contempo triste. Gioisce per la vittoria politica della candidata Virginia Raggi e del grande cambiamento che ciò rappresenta ma lo rattrista il pensiero della mancanza che già sente di sua moglie che, per i prossimi anni, avrà tante responsabilità e poco tempo da trascorrere con lui.

 

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Liberarsi dalle mafie per l’Economia: Confcommercio e Trame contro il malaffare

17 venerdì Giu 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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Confcommercio rinnova la collaborazione con Trame, il Festival dei libri sulle mafie che si tiene in questi giorni a Lamezia Terme, in Calabria

Inaugurazione_Lapini, Savatteri, Briguglia, CaputoTrame.6 è stato inaugurato il 15 giugno con un reading e uno spettacolo teatrale “anticontraffazione” che rientrano nel Progetto Nazionale di Educazione all’acquisto legale e responsabile di Confcommercio.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Anna Lapini, componente di giunta Confcommercio Imprese per l’Italia con incarico per la legalità e la sicurezza, per porle alcune domande sul Festival e sulle azioni contro il malaffare per l’intervista che gentilmente ci ha concesso.

Racket, usura e corruzione sono una grave e concreta minaccia all’imprenditorialità. Secondo lei quali azioni è necessario intraprendere per liberare le imprese da questa dura forma di criminalità?

La Confcommercio continua a sostenere Trame in quanto assolutamente in linea con la sua filosofia: combattere il racket, l’usura, la violenza attraverso l’esempio e la cultura, convinti che bisogna rivolgersi ai giovani e cercare di diffondere “la cultura della legalità”. Trame ci dà l’occasione di comunicare con un linguaggio diverso, nuovo e senza retorica, la volontà delle imprese di essere libere dalla criminalità.

Un’altra tematica a cui teniamo tanto è la diffusione di una maggiore consapevolezza delle conseguenze, per la salute oltre che economiche, di un acquisto di materiale contraffatto oppure di un servizio illegale. Per la criminalità organizzata il mercato non è più dettato da droga, fumo o alcol ma da oggetti di uso quotidiano. Abbigliamento, scarpe, giocattoli, alimentari, cosmetici, profumi… beni consumati da tutti. Ciò causa un danno di proporzioni incredibili.

Si pensa che le vittime di racket e usura si trovino soprattutto nei territori storici della criminalità organizzata. È così che stanno le cose o è un male diffuso in tutta Italia?

Sì, è provato anche dalle nostre indagini, dalle statistiche Censis e da tutti gli studi. È diffuso dappertutto anche per la tipologia delle merci. Oggetti che vanno ovunque, entrano in tutte le case. Da un’indagine condotta da Confcommercio risulta che una persona su quattro, almeno una volta all’anno, acquista un prodotto o un servizio contraffatto. Inoltre il 70% è convinto di aver fatto un buon affare.

Cosa rappresenta il Festival Trame in un piccolo paese o una cittadina calabresi?

Qui stanno cambiando la cultura. Ragazzi che studiano o lavorano e, per una settimana all’anno, sacrificano tempo o ferie per mettersi al servizio di questo cambiamento culturale. Volontari, ospiti, cittadini sono consapevoli del grande cambiamento in atto in questo piccolo luogo. Hanno fatto molto, resta tanto da fare ma sono convinta che si riuscirà a costruire ancora altro.

Ci siamo preposti di girare tutta l’Italia con il reading e lo spettacolo teatrale per informare i nostri colleghi di quelli che sono i danni di questo sistema di criminalità organizzata. La legalità non è solo un fatto etico e sociale, ma anche economico. I numeri ci dicono che il malaffare sottrae al commercio, agli alberghi, ai pubblici esercizi circa 27 miliardi di euro all’anno e mette a rischio oltre 260 mila posti di lavoro regolare.

“Costruire trame contro il malaffare” è uno slogan del Festival. Per vincere la criminalità bisogna fare “rete”?

In tanti sostengono che questo non è più il momento dei navigatori solitari ma dell’insieme che vince. Per noi è un fatto economico, non lo nascondiamo. Dobbiamo combattere contro la merce contraffatta e le criminalità perché se un imprenditore non è libero dal racket e non è sicuro nel luogo dove lavora certamente non può produrre profitto né per sé né per lo Stato.

Il mio presidente nazionale, Carlo Sangalli, dice sempre che denunciare si può, si deve e conviene. Si può perché è possibile, lo vediamo con l’azione di tante organizzazioni sul territorio che non si è più soli. Si deve in quanto è un dovere. Conviene perché è evidente quanto è necessario agire per invertire la rotta.

Si ringrazia l’Ufficio Stampa del Trame Festival dei libri sulle mafie e in particolare Fiammetta Biancatelli per i contatti e la disponibilità.

 

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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