Le difficoltà che starebbe affrontando l’Isis e le varie giustificazioni alla politica interventistica.

16308470829_362b73d6b5_bUna delle motivazioni che si danno agli attacchi terroristici in territorio europeo è il fatto che lo Stato Islamico sarebbe in evidente difficoltà e quindi reagisce colpendo il nemico a casa sua. Niente di più falso.

Potrebbe anche essere vero che i ripetuti bombardamenti e le azioni sul campo abbiano militarmente segnato il Daesh e potrebbero anche riuscire a sconfiggerlo, ma ciò non necessariamente arresterebbe le stragi e gli attentati in Europa e di sicuro non fermerebbe l’avanzare dell’estremismo islamico.

Ci hanno già detto di aver sconfitto il terrorismo islamico

In seguito all’uccisione di Osama bin Laden e alla distruzione di gran parte delle cellule terroristiche che componevano al-Qaeda tutto l’Occidente, su input di capi di Stato, di governo e degli organi di stampa, ha creduto e affermato che il terrorismo islamico fosse stato sconfitto. Dovrebbe essere ovvio a tutti da tempo che non è così. Ora, potrebbe anche accadere che lo Stato Islamico venga definitivamente sconfitto, ma ciò non significherebbe la fine del terrorismo di matrice islamica.

Quando i capi di Stato e di governo europei ci raccontano che, per sconfiggere l’Isis, aumenteranno le azioni sul campo e i bombardamenti e noi sappiamo che ciò non si tradurrà in un arresto degli attentati in territorio europeo dovremmo quantomeno chiederci perché lo fanno.

Per il giornalista già europarlamentare Giulietto Chiesa ‘il terrorismo islamico è un prodotto diretto dell’azione coordinata degli occidentali che usano semplicemente i terroristi, che pure esistono, come manodopera che spesso non riesce a capire neanche per chi sta lavorando’. Il terrore verde (ovvero il terrorismo di matrice islamica) è una ‘ipostasi messa davanti agli occhi della gente per terrorizzarla e costringerla a rifugiarsi sotto l’ala protettrice degli Stati Uniti d’America’.

George W. Bush era presidente degli Stati Uniti d’America quando nel 2001 presentò al mondo intero la sua “crociata” contro il terrorismo per annientare al-Qaeda, ma anche per ‘trasformare il mondo musulmano al grido di esportare la democrazia’, come scrive Lilli Gruber in “Prigionieri dell’Islam”. Egli affermò che iniziava una guerra che sarebbe durata 50 anni. Se Bush ha profetizzato o calcolato che questa guerra al terrore islamico durerà 50 anni, non finirà certo con qualche bombardamento in più. Rieccoci a domandarci allora perché così ci viene raccontato.

Il ministro Pinotti in realtà, interrogata sui fatti di Nizza, ha ammesso che il motivo per cui la Francia viene colpita non è legato al suo intervento in Siria, anche l’Italia è presente e partecipa con un cospicuo contingente, bensì perché lì ‘c’è una comunità di stranieri più numerosa e presente da più tempo’.

Che gli attentati nascono nel cuore dell’Europa ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, come il fatto che l’Isis non ha una struttura piramidale e una rete così estesa da governare cellule in tutto il mondo. Ciò che lo Stato Islamico si limita a fare è diffondere quanto più possibile le idee del suo progetto e rivendicare, qualora gli piacciano i modi e i risultati, attentati, attacchi e stragi che sono il frutto dell’odio e del rancore di singoli o piccoli gruppi che abbracciano, più o meno consapevolmente, una causa e la fanno propria.

 

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