Secondo capitolo della serie dedicata alla Sentinella del Papa, La congiura di San Domenico di Patrizia Debicke van der Noot riporta i lettori ai primi anni del 1500, ai giorni dello Stato della Chiesa e dell’Inquisizione.
Questa volta, ancor più delle altre, la Debicke crea una storia ricca di suspense, di intrighi e di mistero che tiene il lettore incollato al testo. La struttura scelta, con la volontà di non suddividere la storia in capitoli bensì mantenere un continuum articolato in paragrafi, si rivela efficace. Ogni passo è centrato su un indizio, una svolta, una sottolineatura e, visto l’elevato grado di complessità della vicenda narrata, ciò aiuta chi legge a seguire con attenzione gli sviluppi, le indagini e tentare magari anche di anticipare qualche rivelazione.
Giulio II e la sua corte si trovano a Bologna e sarà proprio la Dotta a fare da sfondo alle vicende che coinvolgeranno il Papa e la sua Sentinella, Julius Aloysius von Hertenstein leutnant della Guardia Pontificia, il convento di San Domenico e quello di San Mattia, Santa Maria Celesta, le “vedette” della strada e Michelangelo Buonarroti.
«I fedeli hanno visto e sentito. Non possiamo nascondere o minimizzare. Questo spaventoso delitto nella basilica è un sacrilegio che comporta la sconsacrazione.»
Il rinvenimento del corpo di fra’ Consalvo, vice di fra’ Gaudioso e suo assistente nell’Inquisizione, sui gradini dell’Arca, trafitto da un Cristo dorato e con il cadavere di un gatto nero a cingergli la testa come una corona lascia emergere fin da subito la dimensione del marcio che sta per essere svelato. La posa in cui viene rinvenuto il frate è una messinscena e non sarà la sola su cui il lettore avrà piacere di riflettere pensando alle tante, troppe ipocrisie che reggono istituzioni storiche o religiose e dalle cui “impalcature” facilmente si può “precipitare”, come accade al maestro Buonarroti, e ciò può ben rappresentare l’occasione per la svolta.
Il leutnant Hertenstein de La congiura di San Domenico è meno “lucido” del personaggio narrato dalla Debicke ne La Sentinella del Papa (Todaro Editore, 2013), commette un’imprudenza ma questa volta il legame con Maria non è solo sentimentale o carnale, hanno in comune l’aver vissuto sulla propria pelle una terribile esperienza, figlia di una delle più bieche manifestazioni della malvagità umana.
«Ogni tanto penso che Cristo sia morto invano. Per la nostra salvezza? Nossignore, la nostra gente incensa i tiranni e gli assassini e rincorre i sacrileghi.»
Gli Inquisitori si ergono, dinanzi a Dio e al popolo, a giustizieri e, pur dedicandosi a vizi e malvagità, infliggono violenza invocando la retta via, la parola sacra e il perdono. I sotterranei del convento di San Domenico ricordano le sale degli interrogatori della Brigata Speciale, la polizia segreta del dittatore Francisco Franco, descritte da Mark Oldfield in Quindici cadaveri (Newton Compton, 2013) e allora automaticamente ci si chiede dov’è la differenza. Un convento e un quartier generale che hanno entrambi una stanza della tortura, delle celle per la prigionia degli indiziati, delle sale per gli interrogatori e la “via dell’acqua” che se da un lato può rappresentare una via di fuga sotterranea dall’altro è un utile mezzo per liberarsi di qualunque cosa, soprattutto cadaveri.
Patrizia Debicke van der Noot con La congiura di San Domenico si rivela ancora una volta un’artista della scrittura “storica”. In tutte le 260 pagine che compongono il libro non si trova una frase di troppo. Narrazione asciutta, essenziale, decisa e precisa. Per far immergere il lettore nel contesto storico da lei narrato non le occorre sciorinare quanto appreso e certamente studiato sui fatti e le usanze dell’epoca, essendo sua la capacità di rappresentarlo attraverso la scena, lo sviluppo della vicenda, il linguaggio dei personaggi.
La lettura del libro si rivela piacevole e invoglia chi legge in riflessioni sul passato ma anche sul presente della Chiesa, della religione e della spiritualità; sulla società del 1500 ma anche su quella attuale; sul popolo e su chi lo “governa”; sull’ordinario come sullo “straordinario”.
Patrizia Debicke: Nata a Firenze, vive a Clervaux in Lussemburgo e fa lunghi soggiorni in Italia. Dal 2003 si dedica interamente alla scrittura. Ha scritto romanzi, romanzi gialli, gialli storici, racconti per varie antologie e racconti lunghi pubblicati in formato e-book. È collaboratore editoriale di Delos Book, Mentelocale, MilanoNera, The Blog Around The Corner. Ha tenuto conferenze storiche per il FAI, per gli Istituti Italiani di Cultura di Parigi e Lussemburgo, per l’Università del Lussemburgo, per circoli letterari e workshop di scrittura per scuole medie e superiori.
(fonte: http://www.patriziadebicke.com)
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