Cesare l’immortale. Oltre i confini del mondo (Mondadori, 2016) di Franco Forte è un romanzo storico che si apre al lettore con una bellissima dedica che l’autore indirizza ai suoi figli e che ogni genitore dovrebbe desiderare far propria.
«…nella speranza che prima o poi capiscano quanto sia meraviglioso immergersi nella lettura di un romanzo. Non solo nei loro smartphone e tablet…» |
L’antefatto racconta di uno degli accadimenti più celebri della storia romana: le Idi di marzo, divenute nel tempo l’emblema delle congiure e delle cospirazioni di stampo politico e motivate da brama di potere e interessi che prima erano solo economici ora anche finanziari. In Cesare l’immortale però la vera ‘congiura’ l’ha portata avanti lui, il dittatore Gaio Giulio, accecato dal desiderio di travalicare i confini del mondo e diventare veramente invincibile.
Leggere una dopo l’altra le pagine che compongono il libro di Forte è, per il lettore, una immersione lenta e programmata nell’antico impero dei Romani. Rivedere, come in un docu-film trimidensionale, le loro vesti, le abitazioni, le fortificazioni militari, le imbarcazioni… un universo sapientemente riportato alla mente di chi legge con l’uso di termini tipici della tradizione romana inseriti ad uopo nel contesto di un linguaggio, quello in gran parte utilizzato, che invece è molto più contemporaneo.
La scena si sposta presto dai luoghi e dai fasti della Roma imperiale, ritenuti sicuri perché conosciuti, verso mete indicate come piene di insidie ma affascinanti forse proprio perché ancora inesplorate. E sarà proprio tra le immense distese ghiacciate del Nord che i Romani di Franco Forte si scontreranno con l’evanescenza delle certezze non provate ma solo acquisite.
«i Celti che si scaraventavano a petto nudo contro le frecce infuocate dei romani e sotto lo sguardo attento e vigile del loro druido» |
La forza della persuasione, una delle armi più potenti, che incita anche ad andare incontro a morte certa, da sempre utilizzata per muovere le masse e piegarle al proprio volere. A volte è un desiderio di rivalsa, altre la promessa di ergersi verso superiori livelli di vita trascendentale, più comunemente l’avidità di ingenti ricompense… ma gli esiti di queste “missioni” sono alla fin fine sempre disastrosi, soprattutto in termini di vite sacrificate. Allora come oggi.
«Mentre il rumore della battaglia, fatto delle grida degli uomini e del clangore delle armi, cresceva sempre più Gaio si riempì i polmoni dell’aria gelida e nera che lo avvolgeva e contemplò soddisfatto il modo in cui i suoi soldati facevano strage di quegli sciocchi selvaggi che si tuffavano a petto nudo contro una fortificazione romana, un baluardo che probabilmente non avevano mai visto in vita loro. Un errore che sarebbe costato la vita alla maggior parte di quei guerrieri, tanto coraggiosi e possenti quanto poco consapevoli di ciò che avevano di fronte.» |
Cesare l’immortale invita il lettore a riflettere sull’eterno scontro tra uomini che si ritengono civilizzati e per questo superiori e altri che invece sono considerati selvaggi, primitivi, non all’altezza dei primi. Uno scontro che è sempre stato impari dal punto di vista della forza fisica e soprattutto di quella delle armi ma che in fondo dovrebbe aver insegnato da tempo ormai, ai civilizzati, che forse non è solo questo che conta e che i confini del mondo che allora conoscevano come quello degli attuali stati è una nozione posticcia per un pianeta che è tondo nella forma e inscindibile nel contenuto.
Il Cesare raccontato nei libri di storia come quello narrato da Forte è un guerriero e per questo irrequieto lontano dai campi di battaglia. «Dilatò le narici e immaginò di sentire l’odore del sangue. Un odore afrodisiaco, a cui nessun vero soldato avrebbe mai potuto rinunciare.» L’adrenalina che entra in circolo un attimo prima dello scontro e rinvigorisce lo spirito di chi altrimenti si sentirebbe già vinto. Il coraggio che in fondo distingue gli impavidi dai pavidi. Una sensazione, associata all’impeto giovanile, che si ritrova a vivere anche il filosofo Cicerone, coinvolto dallo stesso Gaio nell’epica avventura della Legio Caesaris, partita dal Mare Nostrum, approdata nel mar del Nord dell’Oceanus Magnus e volta alla nuova traversata del Mediterraneo perché diretta verso il nuovo luogo che sarebbe diventato lo scenario della loro forsennata ricerca.
«Non sapeva che cosa avrebbero trovato, dall’altra parte, ma era chiaro che non avrebbe rinunciato per nulla al mondo, anche se si fosse trattato, semplicemente, di andare incontro alla morte.» |
Cesare l’immortale. Oltre i confini del mondo di Franco Forte è un romanzo storico e come tale fonde storia e fantasia. A luoghi e personaggi realmente esistiti l’autore dona tratti e comportamenti modellati dalle sue ricerche come dalla sua immaginazione. Il risultato è ottimo. Il libro merita di essere letto.
(fonte biografia: autori.librimondadori.it)
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