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È una domanda che in tanti si fanno: cosa accadrebbe al mondo se improvvisamente internet non fosse più accessibile? Nel giro di pochi anni la Rete è diventata uno strumento indispensabile. Perché?
Giovanni Agnoloni di domande di questo genere se ne deve essere poste molte.
Esce a marzo di quest’anno il capitolo conclusivo della serie a sua firma dedicata proprio alla fine di internet.
L’ultimo angolo di mondo finito, preceduto da La casa degli anonimi, Partita di anime e Sentieri di notte, pubblicati tutti dalla casa editrice Galaad è, come gli altri, un romanzo distopico nel quale l’Apocalisse non riguarda una distruzione di facile individuazione, come un bombardamento o una qualsiasi altra catastrofe naturale, non per questo però meno devastante per gli abitanti della Terra.
Il progetto editoriale di Agnoloni è imponente e complesso e gli sono voluti ben quattro libri per portarlo avanti come si era evidentemente prefisso, quasi come un cammino necessario affinché il suo lettore comprendesse l’importanza del passare da una visione e una cognizione esteriore a un’altra, più profonda e meditativa, che emerge con tutta la sua ‘potenza’ ne L’ultimo angolo di mondo finito dove è innegabilmente l’interiorità di ognuno e di tutti il filo conduttore della narrazione.
I protagonisti sono gli stessi degli altri capitoli ma in questo libro conclusivo sono diversi. Più coscienti ma al tempo stesso più smarriti. La soluzione alle vicende narrate l’autore la offre, i lettori che ne sono in cerca non resteranno scontenti, ma sembra una soluzione ‘scenica’ quando, in realtà, le considerazioni che fuoriescono dalla lettura inducono in riflessioni non semplici e di non facile risoluzione. Pensieri che rimandano all’origine del problema, ai motivi che hanno indotto alla volontà di eliminare la Rete. Un gesto che aveva trasformato il mondo, rivoluzionandolo, eppure la cui utilità era evanescente. La gente che sembrava «stesse recuperando l’umanità che aveva smarrito» in realtà sembrava quasi fin troppo smarrita e bisognosa di attaccarsi ad altro, qualsiasi altra cosa le desse il ‘sostegno’ ricevuto fino ad allora da internet e ha finanche creduto di poterlo trovare negli ologrammi. Non era bastato oscurare la Rete perché «la gente voleva essere schiava» e credeva di poter sostituire i social network con gli ologrammi perché «riflettendosi in quegli specchi fittizi, le persone avrebbero creduto di essersi finalmente trasformate in ciò che non erano mai riuscite a essere».
Il desiderio più o meno inconscio che da sempre sembra accompagnare ‘le masse’ di ottundere sensi e volontà, rifiutare di conoscere se stessi e di migliorarsi, scegliere di affidarsi a chiunque prometta la soluzione ‘migliore’ contribuendo a generare e mantenere «un modello di società diretto dall’alto e privo di elementi di dissenso».
Nonostante il testo sia strutturato in tre differenti contestualizzazioni narrative, il registro narrativo utilizzato dall’autore risulta sempre chiaro e la narrazione scorrevole e piacevole, con un crescendo di suspense e aspettativa man mano che ci si avvicina all’epilogo. E anche se al lettore pare già di conoscere la storia che, in L’ultimo angolo di mondo finito, è, per ovvi motivi, meno auto-conclusiva rispetto agli altri capitoli della serie, comprende fin da subito che la vera novità di questo libro è l’ottica verso cui Agnoloni cerca di ‘indirizzare’ i propri lettori, o quantomeno la strada che sceglie di illuminare per essi. Apparentemente sembra un’angolazione, un semplice punto di vista mentre, in realtà, è una fase, quella principale, del percorso che l’autore ha immaginato e fortemente tracciato per i lettori. Porsi degli interrogativi, cercare le risposte, osservare il mondo, vedere se stessi, ritrovarsi in un contesto, compiere delle scelte, avanzare o arrendersi.
Senza pretese e privo di qualsiasi manifestazione stilistica o narrativa di arroganza Giovanni Agnoloni ha egregiamente completato il suo progetto editoriale che potrà essere condiviso e apprezzato oppure no ma, di sicuro, non potrà essere sminuito nella sua importanza e completezza.
Un buon libro, L’ultimo angolo di mondo finito, che fa parte e conclude l’ottima serie di romanzi dedicati alla fine di internet ma che contengono molto, molto altro ancora. Testi da leggere che non deludono gli amanti del fantascientifico ma per il cui valore letterario possono facilmente essere apprezzati anche da chi il genere non lo preferisce.
Source: si ringrazia l’autore Giovanni Agnoloni per la disponibilità e il materiale
Disclosure: fonte trama libro e biografia autore www.galaadedizioni.com
© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).
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