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Rollercoaster di Andrea Mariani è disponibile da novembre in versione digitale edito da MEME Publishers Paris. Lo si può definire un noir metropolitano ma anche una rocambolesca avventura al limite dell’incredibile.
E, proprio come quando si sfreccia incollati ai sedili di gomma con le protezioni che ti strizzano la cassa toracica, leggendolo a tratti sembra veramente mancarti il respiro per la velocità delle sequenze narrative e la quantità di accadimenti e incidenti che si susseguono e si accavallano ininterrottamente dall’inizio alla fine, che poi tale non è.
Pur essendo ambientato in una grande città come Milano, l’azione sembra svolgersi in un luogo ristretto dove tutti gli agenti si ritrovano coinvolti in vicende e vicissitudini, dando al lettore l’impressione di assistere a una commedia dell’equivoco.
I temi trattati sono molteplici e vanno dal malessere sociale alla tossicodipendenza, dallo spaccio di stupefacenti a devianze di vario genere, ma l’autore preferisce non soffermarsi a lungo su questi, evitando di dare input in tal senso al lettore, il quale vede scorrere una serie di situazioni terribili, drammi umani, omicidi, suicidi, stupri e violenze varie senza avere il tempo quasi di razionalizzarli.
Va sicuramente riconosciuto il merito a Mariani di non aver voluto rappresentare o raccontare di immagini stereotipate bensì di aver mantenuto, nella costruzione dei suoi personaggi, una certa originalità. In alcuni passaggi ci si interroga sul perché abbia fatto prendere delle decisioni ai protagonisti piuttosto di altre quasi dimenticando che questi, per la gran parte della narrazione, agiscono sotto l’effetto di stupefacenti o annebbiati dai fumi dell’alcool e spaventa quasi il fatto che siano proprio i più cattivi ad agire con più razionalità, forse perché avvezzi a barcamenarsi in situazioni ad alto rischio.
Nico intenerisce per la sua ingenuità, per l’eccesso di zelo e per l’enorme fiducia che ripone in Valerie che sembra proprio non meritarle le sue attenzioni, finendo per trascinarlo in una disavventura dopo l’altra e riuscendo sempre a preferire la scelta sbagliata.
Stucchevole la figura di Walter, perché troppo crudele, infido, ambiguo e opportunista… fa rabbrividire il pensiero dei tanti come lui nascosti dietro le maschere bon ton che indossano come una seconda pelle.
Sortisce più o meno lo stesso effetto l’avvocato de  Martinis, talmente intento a mantenere intatte le apparenze da perdere completamente i lumi della ragione.
E Angus incattivito dalle ingiustizie subite… troppe per un giovane ragazzo alla cui vita viene dato il peso di un alito di vento, e lui nell’anelito di speranza di vendicare i torti finisce col diventare il carnefice di se stesso.
Su tutti poi incombe la figura del brigadiere Locascio, che dovrebbe garantire protezione ai cittadini, vigilare affinché l’ordine pubblico sia mantenuto e assicurarsi che giustizia sia fatta… atteggiamenti lontani anni luce dal suo effettivo comportamento, svuotato com’è di ogni se pur minimo interesse o buon proposito e intento solo a rifornirsi e imbottirsi di cocaina.
Il finale che in realtà è una ripartenza lascia presagire nuove avventure e ci si interroga su dove condurrà questa volta Nico quella punkettara di Valerie.

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© 2013 – 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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