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L’undicesima ora

L’undicesima ora di James Patterson, scritto a quattro mani con Maxine Pætro ed edito da Longanesi con la traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani, è l’undicesimo libro della serie dedicata alle “donne del club omicidi”.

Proseguono le indagini della detective Lindsay Boxer, coadiuvata dall’anatomopatologa Claire Washburn, dal sostituto procuratore Yuki Castellano e dalla giornalista Cindy Thomas; prosegue anche il rito di numerare i testi seguendo il loro ordine crescente. Così abbiamo: 1st to Die2nd Chance3rd Degree4th to JulyThe 5th HorsemanThe 6th Target7th HeavenThe 8th ConfessionThe 9th Judgement;10th Anniversary11th Hour.

Patterson può vantare di essere l’autore di thriller più venduto al mondo e di aver scritto la serie più amata dalle lettrici:duecentosettanta milioni di libri venduti… chissà se il suo pubblico ama realmente la sua scrittura o sia in qualche modo influenzato dalla notorietà dell’autore e dalla produzione televisiva dedicata proprio alle donne del club omicidi.

Si dice che il peso e il valore di un’opera letteraria si misurano in base all’eredità che questa lascia al lettore, ovvero alla capacità dello scrittore di trasporre nel testo le sue emozioni, le sue sensazioni, i suoi pensieri e desideri, nonché il suo senso morale e una critica alla società odierna. Un libro può lasciare il dolce o l’amaro in bocca al lettore, ma sarà proprio da queste emozioni che scaturiranno la crescita e la riflessione. L’undicesima ora lascia ben poco, se non la sensazione di aver letto la sceneggiatura di una puntata televisiva, magari scritta bene, efficace, ma da un romanzo ci si aspetterebbe ben altro.

C’è tutto ne L’undicesima ora: due killer seriali; poliziotti buoni e cattivi; agenti di polizia integerrimi e infiltrati corrotti; personaggi borderline e spaccio di stupefacenti; vecchie star del cinema e ville hollywoodiane; palazzi vittoriani e periferie malsane; scontri tra gang rivali e centri commerciali a volontà. Spesso si ha come la sensazione di saltare dalla punta di un iceberg a un’altra, senza avere modo di approfondire. Sembra quasi che l’autore proponga una rappresentazione asettica della società, con l’elencazione dei suoi mille problemi, ma non voglia entrare nel merito; e anche quando ci prova il risultato non è proprio quello sperato.

Il giustiziere Vendetta non riesce a superare lo shock di quanto accaduto a suo figlio e decide che l’unico modo che gli rimane per pareggiare i conti è uccidere quanti continuano ad arricchirsi con lo spaccio di droghe che serviranno solo a rovinare altre vite, come accaduto con Link. Nicole Worley, innamorata persa di Chandler, per vendicare l’ingiustizia subita dalla madre si macchia di crimini atroci… sono temi “forti” che scorrono invece lenti e superficiali, come le immagini stereotipate di uno spot pubblicitario.

Non sono mancati neanche i riferimenti al protagonista della trasmissione che ha dato il via a tutta una serie di programmi incentrati sul ruolo della polizia scientifica nello svolgimento e nella risoluzione dei casi di omicidio.

Convince poco l’atteggiamento della detective Lindsay Boxer: riesce a stanare Vendetta solo per merito dello psicologo del dipartimento e risolverà il mistero della casa delle teste mozzate grazie alle conoscenze di numerologia della cronista Cindy Thomas; ma egualmente pretende dai suoi superiori le scuse per qualche critica giuntale a causa del ritardo e dello stallo delle indagini. Anche nella vita privata il suo comportamento è quanto meno insolito: caccia di casa il marito alla velocità della luce e, dopo averlo volutamente ignorato per giorni, lo riprende con sé per una fitta alla pancia (!?!).

Traspare dal testo di Patterson l’immagine di un’America che non vorremmo più vedere: una società che basa le sue fondamenta sul profitto e sulla ricerca spasmodica del benessere economico, con ogni mezzo e a ogni costo. Il romanzo è ambientato a San Francisco, una metropoli di cui viene narrato solo l’aspetto commerciale e urbanistico, che serve a mettere ancor più in evidenza il divario tra i ricchi, residenti in quartieri extralusso con ville faraoniche, meta addirittura di tour turistici, e i poveri che affollano periferie disastrate, abitate da famiglie che faticano a tirare avanti, per la gran parte gente di colore, gang di teppisti, spacciatori e piccoli criminali. Il tutto narrato con un tono statico, quasi rassegnato, come se “questo è il mondo e lo si può solo raccontare”. Avrebbe fatto piacere invece leggere, tra le righe di uno scrittore che vende milioni di copie, un invito a rinnovarsi, una pur labile speranza, un segnale di cambiamento.

http://www.sulromanzo.it/blog/l-undicesima-ora-di-james-patterson-e-maxine-paetro

© 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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