Lo scorso 27 Gennaio Simonetta Giordani, sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali con delega al Turismo, è stata ospite di Comunicattivo in onda su RadioUno insieme al presidente di Astoi Nardo Filippetti, per illustrare il piano di rilancio del Turismo Italiano.
Secondo l’ONT, ovvero l’Osservatorio Nazionale del Turismo, che si basa su dati CISET, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica, l’Italia nel biennio 2013-2014 registrerà un trend di ripresa come destinazione turistica internazionale, anche se inferiore a quello registrato dalle principali destinazioni concorrenti europee. Infatti, stando ai monitoraggi mensili della bilancia dei pagamenti fatti dalla Banca d’Italianel mese di ottobre 2013, si è potuto registrare un saldo netto positivo in aumento di 6.3 punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
L’Italia si classifica al quinto posto tra le mete preferite a livello mondiale dopo Francia, Spagna, USA e Cina e, secondo le statistiche, la situazione dovrebbe rimanere immutata per almeno i prossimi cinque anni. Il quadro che si presenta alla vista degli osservatori, però, non è così roseo e il Sistema Turismo Italia presenta svariate falle. Il sottosegretario Giordani ritiene l’offerta turistica inadeguata ai tempi e insoddisfacente la posizione nella classifica mondiale anche in virtù del fatto che il nostro Paese ha il più ampio patrimonio culturale e paesaggistico del mondo.
Secondo Euromonitor, sono almeno dieci anni che l’Italia perde in competitività a livello internazionale e ammonta a circa un decennio il gap tecnologico del Sistema Turismo Italia. Ancora pochi giorni fa, infatti, il sottosegretario Giordani si premuniva di presentare al pubblico di RadioUno la grande innovazione che dovrebbe risollevare il turismo italiano: il portale online italia.it che nelle intenzioni deve diventare un vero e proprio portale di ingresso virtuale nel nostro Paese, deve contenere un calendario unico degli eventi, un collegamento con social network e blog nonché essere un ponte di collegamento con tutti i portali regionali. Sembrerebbe una buona iniziativa anche se lascia perplessi la tempistica tardiva.
Un ulteriore progetto del MIBACT per rilanciare il Turismo Italiano è il costituendo registro digitale delle imprese turistiche adottato in via sperimentale in occasione dell’EXPO 2015 che consentirà a tutti gli operatori, anche i più piccoli, di presentarsi direttamente ai visitatori in concordanza con la linea che il Ministero vuole seguire che è quella della disintermediazione adottata presumibilmente per favorire la qualità e la competitività.
Nardo Filippetti, presidente di Astoi, agli stessi microfoni parla di domanda e di offerta che corrono velocissime sul web, di prodotti che rispondano alle aspettative che si sono andate a creare e tentativi di andare incontro alle esigenze che sono state stimolate e ci si augura che tutto ciò vada nella medesima direzione indicata da associazioni ambientaliste quali Legambiente che si è attivata, insieme all’Ente Parco delle 5 Terre, per promuovere le varie forme del Turismo Ambientale, settore in forte ascesa come dimostra anche il costante aumento di richieste per ottenere la certificazione Ecolabel, marchio di qualità ecologica, istituito dall’Unione Europea per identificare i prodotti e i servizi rispettosi dell’ambiente.
Tra le iniziative di Legambiente e del Parco delle 5 Terre va annoverato il corso di Alta Scuola di Turismo Ambientale organizzato in collaborazione con Vivilitalia, rivolto a tutti i professionisti del settore, pubblico e privato. Il turismo può rappresentare una straordinaria possibilità di sviluppo se tutti gli operatori, le amministrazioni locali, le piccole e medie imprese si dotassero delle competenze necessarie per offrire un prodotto assolutamente sostenibile, che valorizzi le risorse e il territorio, nonché ovviamente il patrimonio culturale.
A partire dalla seconda metà del secolo scorso si è assistito a una sempre costante crescita del fenomeno cosiddetto turismo di massa che rientrava appieno nell’ottica sociale e culturale del consumismo di massa che ha dettato le direttive di crescita dei successivi 50 anni fino a quando l’economia reale e quella virtuale non hanno cominciato a collassare pressate dall’impossibilità di raggiungere limiti irraggiungibili. Egual considerazione va fatta per il turismo, o meglio per la vacanza che veniva spacciata come un comunissimo bene di consumo e non come dovrebbe essere considerata, ossia un’esperienza di arricchimento sociale, culturale, ambientale e perché no anche gastronomico.
Una tale pressione sull’ambiente e sul patrimonio culturale non poteva non generare effetti negativi, controproducenti e a volte irreversibili. Per esemplificare basti ricordare la massiccia cementificazione delle coste italiane. Ma vanno presi in considerazione anche i danni relativi all’uso eccessivo delle risorse naturali, delle risorse idriche, dell’habitat naturale in zone estremamente delicate o sensibili, alla biodiversità marina e terrestre, per arrivare all’inquinamento ambientale e atmosferico e all’impatto sui cambiamenti climatici. Le stime parlano di un’incidenza del settore turistico di circa il 5% per le emissioni di gas a effetto serra. Si presenta, quindi, come necessario e urgente promuovere un turismo sostenibile, inteso come turismo sviluppato secondo i principi dello sviluppo sostenibile.
Insomma non un turismo che crei un prodotto atto ad attirare frotte di viaggiatori famelici bensì un territorio che offra al turista tutto il suo patrimonio culturale, artistico e ambientale preservato e conservato integro nel tempo per fare assaporare ogni volta sensazioni nuove considerando anche la quantità di variabili che si riscontrano sul territorio italiano. E tutto questo andrebbe di pari passo con lo sviluppo della green economy e l’intensificarsi delle coltivazioni biologiche volte alla riscoperta di antichi sapori sempre apprezzati.
Il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, in occasione dell’incontroL’Italia che piace nell’estate del 2012: il turismo ambientale ed enogastronomico, organizzato insieme alla fondazione Univerde, ha manifestato la sua gioia per l’imponente crescita del settore che superava i 5 miliardi di fatturato. Secondo un’indagine della stessa Coldiretti, per il 35% degli italiani il successo di una vacanza dipende proprio dal cibo, solo in seconda posizione troviamo le visite a musei e mostre con il 29% e a scendere gli acquisti (16%), la socializzazione (12%), lo sport (6%), e il gioco d’azzardo (2%).
Nulla vieta di affiancare al buon cibo un’ottima offerta culturale nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio. Confidiamo, quindi, che il piano di rilancio del turismo italiano del sottosegretario Giordani abbia messo in conto la stretta correlazione con il territorio e che l’offerta alla domanda di cui parlava il presidente Filippetti si baserà anche sulla logica del buonsenso e non solo su quella del profitto. Perché se è vero che l’ospitalità è un fattore determinante per il turismo lo è anche il fatto di poter e di dover vivere nel pieno rispetto del proprio territorio e deve essere questo il primo valore trasmesso dal sorriso dell’accoglienza.
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