Sbocchi professionali per laureati in Lettere
Prendendo come punto di riferimento i possibili sbocchi professionali, la Laurea in Lettere e più in generale le lauree in ambito umanistico sono considerate “deboli”, maggiormente se contrapposte alle “lauree forti” (Ingegneria, Economia, Medicina, Giurisprudenza). Ma la Laurea, sia essa debole che forte, è un attestato finalizzato alla mera ricerca di un’occupazione o rappresenta un percorso intellettivo e culturale più complesso?
Stando ai sondaggi di Almalaurea, il 53,8% dei laureati intervistati ha un lavoro retribuito con un guadagno mensile medio di € 1013. I dati relativi al gruppo disciplinare letterario invece danno una percentuale del 47,2 di occupati retribuiti e un reddito medio mensile di € 742. Ciò nonostante i laureati in materie letterarie siano inferiori di numero e, secondo le indicazioni dei diversi atenei, abbiano a loro favore un ventaglio variegato di possibili scelte e sbocchi professionali.
A puro titolo esemplificativo sono state prese come riferimento le note illustrative online dell’Università di Milano, dell’Università di Bari, dell’Università di Bolognae dell’Università Marconi di Roma. Tutti gli atenei convengono nel sostenere che, una volta conseguito il titolo di studio in oggetto, si potrà accedere e scegliere tra le seguenti professioni:
- Insegnante/Istitutore/Tutor.
- Archivista/Bibliotecario.
- Addetto Stampa.
- Editor.
- Guida Turistica.
- Recruiter.
- Giornalista.
- Redattore.
Quello che non dicono è che per ognuna di queste professioni non basta il conseguimento del titolo, ovvero la Laurea in Lettere o equipollente, ma bisogna iscriversi, frequentare, pagare e superare corsi di specializzazione, master o percorsi formativi (come i Tirocini Formativi Attivi – TFA del MIUR). Uno dei nei fondamentali infatti è proprio il fatto che dalle Facoltà Umanistiche escono tutti laureati generici privi di competenze necessarie a svolgere correttamente una delle tante professioni indicate come fattibili. Sarebbe meglio, invece che costringere i neo-laureati a sborsare ingenti cifre per “prepararsi” al lavoro, riorganizzare l’apparato universitario orientandolo magari come quello medico, dove esistono già branche e specializzazioni ben definite e un medico che termina il suo percorso di studi come otorino-laringoiatra non si sognerebbe mai di inviare domande e curriculum per un posto da chirurgo e viceversa. Potrebbe essere lo stesso anche per la Laurea in Lettere, soprattutto con l’attuale suddivisione in primo ciclo e specialistica, dove quest’ultima dovrebbe svolgere i compiti che oggi vengono assegnati ai corsi post-laurea.
Uno studio condotto dall’ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani) sottolinea il fatto che in Italia «solo 7 “cervelli” su 100 possono aspirare a un posto nell’Università». Nelle altre istituzioni pubbliche non è che la situazione sia migliore. I bandi in corso per questa settimana si riferiscono a 1 posto in Puglia, 2 in Sardegna, 3 in Lombardia e 4 in Veneto. Tra le professioni papabili per un laureato in Lettere viene proposta anche quella di guida turistica, peccato poi che quando si vanno a consultare i bandi tra i requisiti richiesti spicca l’essere in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado nonché ovviamente la conoscenza di almeno una lingua straniera. E quello che a prima vista potrebbe essere un vantaggio, l’essere in possesso di un titolo di studio di livello superiore per ottenere un punteggio più elevato, in concreto può rivelarsi un boomerang in quanto ci si ritroverà a dover competere con un numero maggiore di concorrenti che tra l’altro sono anche più giovani anagraficamente e, nel caso del bando indetto dalla Provincia di Roma non è neanche minimamente contemplata la valutazione dei titoli.
Si potrebbe tentare la strada dell’emigrazione, anche temporanea, per insegnare italiano all’estero, avendo anche la possibilità di scegliere tra:
- Assistente di lingua italiana.
- Lettore universitario.
- Insegnante negli Istituti di Cultura.
- Docente supplente.
- Docente presso scuole ed enti privati o scuole di lingue.
Per l’anno scolastico 2014-2015 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca aveva indetto un bando per 281 posti per assistenti di lingua italiana in vari Paesi dell’Unione Europea rivolto a studenti universitari. Il termine per la presentazione delle domande era fissato al 13 gennaio 2014, bisognerà quindi attendere l’emanazione di un eventuale nuovo bando.
Sul sito www.scambieuropei.com si trovano altre offerte per i Laureati in Lettere e similari. Proposte interessanti se non fosse che spesso viene richiesta “esperienza nel settore” e allora ci si interroga su come possa aver maturato esperienza nel campo dell’insegnamento o come guida turistica un neo-laureato. Bisognerebbe forse inserire nei piani di studio dei tirocini con numero di ore cumulabili al fine di garantire allo studente una preparazione pratica oltre che teorica nonché attualizzata al mondo del lavoro.
Per arginare il problema della disoccupazione giovanile che in Italia ha raggiunto livelli altissimi il Governo ha fatto partire il 1° Maggio il Piano Nazionale Garanzia Giovani a cui si potrà aderire fino al 31 Dicembre 2015. Oltre 1,5 miliardi di euro per garantire a tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, disoccupati o Neet (né occupati, né studenti, né coinvolti in attività di formazione) di poter scegliere tra:
- Inserimento nel lavoro.
- Apprendistato.
- Tirocinio.
- Istruzione e Formazione.
- Auto-imprenditorialità.
- Servizio civile.
È esclusa dal Piano la Provincia di Bolzano in quanto è l’unica in Italia a registrare un tasso di disoccupazione giovanile inferiore al 25%.
Al di là dei possibili o probabili sbocchi professionali il conseguimento della Laurea in Lettere al pari e forse anche più delle altre ha una connotazione e una valenza fortemente culturale oltre che identificativa e storica. È vero che oggi la lingua più diffusa e “necessaria” è quella inglese ma è altrettanto vero che l’italiano è il nostro idioma, nato dalla fusione di infiniti dialetti e parlate e se a volte ci si vede ancora divisi e contrapposti come popolo esso ci unisce e deve servire anche a ricordarci chi siamo e perché. La lingua italiana con tutte le sue regole è forse una delle più complesse al mondo ma è con essa che abbiamo fatto l’Italia e coloro che la studiano, che studiano l’arte in tutte le sue espressioni dislocata lungo lo stivale, che studiano la storia che spiega chi eravamo e la geografia che spiega chi siamo non possono essere considerati solo in base alla produttività o al lavoro. Il peso della cultura è inversamente proporzionale alla sua mole in quanto più aumenta più diventa leggero. Più un popolo è preparato maggiori saranno le sue competenze che potrà impiegare per risolvere anche problemi complessi come la disoccupazione giovanile.
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© 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).