Sbocchi professionali per laureati in Conservazione dei Beni culturali
La questione degli sbocchi professionali per i laureati in Conservazione dei Beni culturali, vista nella prospettiva dell’inserimento nel mondo del lavoro in Italia dei giovani laureati nel settore indicato, non può che generare stupore e, al tempo stesso, irritazione.
In Italia sono presenti:
- 50 siti Patrimonio dell’umanità.
- 46 025 Beni architettonici sottoposti a vincolo.
- 5 668 Beni immobili architettonici.
- 4 739 Musei.
- 110 Archivi di Stato.
- 8 224 Enti pubblici territoriali.
- 12 388 Biblioteche.
Inoltre ricordiamo che tutti i Beni artistici, mobili e immobili, afferenti allo Stato pontificio sono in realtà affidati alle cure dello Stato italiano che ha in carico anche l’onere della loro salvaguardia.
L’importo complessivo destinato ai Beni culturali, paesaggistici e ambientali dal Governo per il 2014 è pari a 37.6 milioni di euro. Diciamolo pure: una miseria. In pochi anni il finanziamento indirizzato verso quello che dovrebbe essere il motore del nostro Paese si è più che dimezzato e ciò rappresenta un chiaro segnale politico. Non reggono più neanche le solite scuse riguardanti la crisi o la carenza di fondi perché innumerevoli sono stati gli scandali di sperperi protratti verso opere inutili, attività al limite del lecito e via discorrendo.
È di questi giorni la notizia dell’approvazione della legge di modifica al Codice dei Beni culturali e del paesaggio in materia di professionisti dei Beni culturali e per l’istituzione dei relativi elenchi. In particolare si fa espresso riferimento a:
- Archeologi.
- Archivisti.
- Demoetnoantropologi.
- Antropologi fisici.
- Restauratori di Beni culturali.
- Collaboratori di restauratori di Beni culturali.
- Esperti di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai Beni culturali.
- Storici dell’arte.
Come si è anche solo potuto credere di riuscire a preservare il nostro straordinario Patrimonio artistico, culturale e paesaggistico quando ancora oggi, nel 2014, si cerca di definire i termini di una legge che dovrebbe indicare i parametri delle conoscenze richieste a dette figure professionali, istituire gli albi professionali relativi e disciplinare la materia?
Il ministro Dario Franceschini ha dichiarato: «Non può esserci piena tutela e valorizzazione del patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze di chi vi opera quotidianamente». Infatti finora non c’è stata.
Nel 2007 il Rapporto di Civita La formazione vale un Patrimonio parlava «di uno strutturale “eccesso di offerta” nel settore dei Beni culturali, considerato parte del più ampio settore della Cultura, […] e di un certo pessimismo rispetto alla qualità della formazione fornita dall’Università italiana, complici la recente riforma e il moltiplicarsi delle classi di laurea attinenti al settore dei beni culturali che impediscono, in molti casi, l’approfondimento e la specializzazione adeguata».
Pur consapevoli dei limiti relativi al fatto che si tratta di un singolo caso vogliamo comunque riportare l’esempio di Patrizia, laureatasi nel 2004 con il massimo dei voti a Venezia in Conservazione dei Beni culturali settore archeologico, la quale ha raccontato la sua storia su italianialondra.com. Dopo tanti esami, studio ed esperienza sul campo come volontaria nei cantieri di scavo riusciva a trovare lavoro solo come commessa. Nel 2006 ha deciso di trasferirsi a Londra e dopo 5 settimane, durante le quali ha seguito come volontaria (Curatorial Assistant) i lavori al Museum of London, è stata assunta. Ha lavorato come archeologo nei cantieri della City per due anni passando poi all’analisi degli edifici storici e diventando presto una Senior Standing Building Archaeologist. Onestamente non pensiamo che le difficoltà di Patrizia, come di tanti altri laureati di trovare lavoro in Italia nel campo delle loro competenze, sia dovuta alla scarsa preparazione.
Sul sito ticonsiglio.com e sul portale online del centro per l’impiego della Provincia di Rimini si possono trovare indicazioni relative alle figure professionali maggiormente richieste dagli operatori nel settore della Conservazione dei Beni culturali e i riferimenti alle Istituzioni museali e simili per eventualmente rispondere a un bando o un’offerta di lavoro e per inoltrare i curriculum.
Sono numerose le posizioni lavorative da poter occupare all’interno delle Istituzioni museali come diversi sono gli ambiti di settore:
- Ricerca, cura e gestione delle collezioni (Conservatore, Catalogatore, Responsabile servizio prestiti e movimentazione opere, Restauratore, Assistente alle collezioni).
- Servizi e Rapporto con il pubblico (Responsabile servizi educativi, Educatore, Coordinatore accoglienza e custodia, Responsabile servizi di documentazione, Responsabile biblioteca).
- Ambito amministrativo, finanziario, gestionale e delle relazioni pubbliche (Responsabile amministrativo e finanziario, Responsabile della segreteria, Responsabile ufficio stampa e pubbliche relazioni, Responsabile per lo sviluppo, Responsabile sito web).
- Ambito strutture e sicurezza (Responsabile strutture e impianti, Responsabile rete informatica, Responsabile della sicurezza, Progettista).
Nel caso specifico delle professioni museali mancando ancora una legislazione governativa si fa riferimento alla Carta Nazionale delle Professioni museali redatta nel 2004 da ICOM Italia in sinergia con le Associazioni Museali italiane e ICOM Internazionale, a cui ha fatto seguito nel 2008 la stesura del Manuale europeo delle Professioni museali.
Anche il neolaureato in Conservazione dei Beni culturali che decide di orientarsi verso l’insegnamento si ritrova ingarbugliato in un groviglio tale da scoraggiare anche il più deciso dei determinati. Le classi di laurea per i laureati in Conservazione e Restauro dei Beni culturali sono la 12/S e LM/11 che, fermo restando il computo dei crediti formativi richiesti, danno accesso potenziale all’insegnamento alle classi di concorso:
- 39/A Geografia.
- 43/A Italiano, storia ed educazione civica, geografia nella scuola media.
- 50/A Materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di II° grado.
- 51/A Materie letterarie e latino nei licei e nell’istituto magistrale.
- 52/A Materie letterarie, latino e greco nel liceo classico.
- 61/A Storia dell’arte.
Insomma, oltre al dover comunque passare dall’imbuto dei Tirocini Formativi Attivi prima di eventualmente poter pensare di dedicarsi all’insegnamento continuativo, ci si ritrova magari a doversi mettere in lizza per materie poco e per niente conosciute. Nel novero delle classi di concorso sono stati tenuti in considerazione solo i corsi di laurea istituiti presso la Facoltà di Lettere e completamente ignorati quelli che invece si svolgono alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
Lavinia de Ferri ha lanciato online una petizione per vedere riconosciuto ai laureati in Conservazione e Restauro dei Beni culturali il diritto di accesso anche alle classi di concorso:
- 59/A Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali nella scuola media.
- 60/A Scienze naturali, chimica e geografia, microbiologia.
- A/54 Mineralogia e Geologia.
- A/13 Chimica e Tecnologie chimiche.
Sostenendo che «la richiesta di questa integrazione è anche supportata dal fatto che molte delle persone che escono dai corsi di studi afferenti alla classe 12/S o LM/11 proseguono il percorso formativo vincendo Dottorati di Ricerca in discipline scientifiche».
Se è la Ricerca l’interesse di un neolaureato allora prima di volgere lo sguardo all’estero conviene dare un’occhiata alla sezione bandi del sito dell’Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC) del CNR. Altrimenti può tornare utile il portale scambieuropei.com.Si può cercare anche altrove e si può trovare un’opportunità anche più lontano ma rimane il fatto che detenendo il 40% del Patrimonio artistico mondiale l’Italia dovrebbe tagliare per prima il traguardo, dando opportuno spazio ai laureati in Conservazione dei Beni culturali, e non arrancare sempre sulla “lettiga” dei perdenti.
http://www.sulromanzo.it/blog/sbocchi-professionali-per-laureati-in-conservazione-dei-beni-culturali
© 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).