Non vogliono che sia considerato il ‘salva-Berlusconi’ l’articolo 19 bis del Decreto attuativo della Delega fiscale, preferiscono indicarlo come ‘pensato’ per 60 milioni di italiani. A dichiararlo pubblicamente Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme del Governo Renzi, la quale ha detto anche che «in Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità».

Essendo una norma che è stata pensata per loro e non per il Cavaliere immagino la felicità dei 60 milioni di italiani destinatari nell’apprendere la notizia di poter legalmente evadere il fisco fino alla soglia del 3%. Che, a pensarci bene, per chi arriva a guadagnare 500 euro al mese equivalgono a qualche decina di euro di tasse risparmiate.

Per il Code général des impôts è considerato reato di evasione qualsiasi importo superiore a un decimo della base imponibile o alla cifra di 153 euro. Quindi, in base alle leggi fiscali francesi, chiunque evada più di 153 euro è perseguibile penalmente e passibile «indipendentemente dalle sanzioni fiscali applicabili, di una multa di 500.000 euro e del carcere per cinque anni» (art. 1741 legge del 2013, ndr).

In base all’articolo 19 bis del Decreto di attuazione della Delega fiscale «i reati fiscali di evasione e frode sono depenalizzati se l’IVA o l’imposta sul reddito evasa non supera il 3% rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato».

Nel dibattito sulla norma del 3% si è inserito lo stesso Renzi il quale ha dichiarato: «Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma non diamo corso al processo penale se c’è buona fede. Berlusconi non c’entra niente ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede. Quando sento che in Italia sono tutti evasori, mi indigno… Ci sono persone che devono avere regole certe e chiare e per questo avevano pensato alla norma del 3 per cento per intervenire su chi è in buona fede».

Ci si augura che se il Governo persiste su questa strada anche gli italiani si indignino e chiedano a gran voce l’attuazione di norme certe e chiare per intervenire innanzitutto su chi è in malafede.

Nelle 208 pagine di motivazioni della sentenza di condanna a 4 anni per frode fiscale nei confronti di Silvio Berlusconi i giudici di Cassazione sottolineavano che questi fu «ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo. Meccanismo illecito atto a consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale. Inverosimile l’ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi da parte di personaggi da lui scelti e mantenuti, nel corso degli anni, in posizioni strategiche e nei cui confronti non risulta essere mai stata presentata alcuna denuncia. Non è dunque verosimile che qualche dirigente di Fininvest Mediaset abbia subito per venti anni truffe per milioni di euro senza accorgersene».

La condanna riguarda ‘solo’ 7,3 milioni di euro occultati tra il 2002 e il 2003. Altri 6,6 milioni riguardano il 2001 e sono stati cancellati dalla prescrizione. Ma in totale, scrivono i giudici, «le maggiorazioni di costo realizzate negli anni sono 368 milioni di dollari».

Si legge sul Blog di Beppe Grillo, in un articolo a firma M5S Parlamento «Renzi ha provato a giustificarsi dichiarando che una nuova legge non potrebbe consentire di cancellare una condanna passata in giudicato, ma la realtà è che l’articolo 19 bis è una furbata che consentirebbe di annullare i 4 anni inflitti a Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset. Estinto il reato penale, per Silvio si schiuderebbero le porte del ritorno in politica. Se ci fosse ancora qualcuno che si chiede perché il governo ha bloccato la legge sul conflitto d’interessi alla Camera, o quella sull’anticorruzione al Senato e fatto regali alle concessionarie (tra cui Mediaset), la risposta adesso viene servita su un piatto d’argento».

FI IN FIBRILLAZIONE, BERLUSCONI PRENDE TEMPO SU LISTE

© 2015, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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