I 30 anni dal disastro di Chernobyl

Il disastro dell’aprile 1986 alla Centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, è il risultato dell’aver attivato un reattore con difetti di progettazione realizzato da personale non qualificato.

Questa la motivazione di quanto accaduto 30 anni fa secondo la World Nuclear Association.

I punti dell’incidente al reattore 4

Nella notte del 26 aprile del 1986, quando erano all’incirca le ore 1:20 locali, durante un’esercitazione definita “di sicurezza” vennero temporaneamente disabilitati alcuni circuiti di emergenza utili agli impianti di raffreddamento e testata la capacità di inerzia di una turbina.

I 30 anni dal disastro di Chernobyl

Il test avrebbe dovuto svolgersi 9 ore prima, in condizioni dissimili da quelle in cui versava il reattore quella notte, la cui potenza aveva raggiunto i 30 GW termici. Le barre di combustione iniziarono a fondersi e la pressione aumentò fino a causare l’esplosione che distrusse la copertura del reattore e rese inutilizzabili i sistemi di raffreddamento.

Cosa provocò quell’incidente?

  • A causa dell’esplosione e del conseguente incendio è stato rilasciato nell’atmosfera almeno il 5% di core radioattivo del reattore, circa 5200 petabecquerel (Pbq).
  • 2 lavoratori morirono la notte stessa dell’incidente e 28 a distanza di poche settimane, a causa della massiccia esposizione alle radiazioni.
  • Secondo UNSCEAR la valutazione dell’impatto dell’incidente nucleare sulla popolazione per l’incremento di forme tumorali, come quello alla tiroide, va articolata in un lasso temporale di 20 anni.

I 30 anni dal disastro di Chernobyl

Le conseguenze immediate dell’incidente

Grandi quantità di sostanze radioattive si sono riversate nell’aria per circa 10 giorni dopo l’incidente al reattore. La maggior parte si sono depositate nei pressi della centrale ma le sostanze leggere hanno invaso e pervaso i cieli di Ucraina, Bielorussia, Russia, Scandinavia ed Europa.

Il giorno successivo all’esplosione nel reattore 4 i 45.000 residenti nella zona contaminata furono evacuati. Il 14 maggio di quello stesso anno gli sfollati, nel raggio di 30 Km da Chernobyl, erano 116.000.

Negli anni successivi l’iniziale area di 30 Km (2800 Kmq) venne estesa fino a coprire una superficie di 4300 Kmq per un totale di 220.000 persone.

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L’eredità della centrale di Pripyat

La centrale di Chernobyl, situata vicino all’insediamento abitativo di Pripyat, in Ucraina, aveva lo scopo di produrre elettricità per uso civile e plutonio per uso militare.

Mentre nell’immediato post-incidente la sostanza rilasciata che suscitava maggiori preoccupazioni era lo iodio 131 (un isotopo radioattivo con tempo di dimezzamento di circa 8 giorni), successivamente l’attenzione si è concentrata nel monitoraggio di elementi con emivita molto più lunga:

  • Cesio 137: tempo di dimezzamento stimato in circa 30 anni.
  • Stronzio 90: tempo di dimezzamento stimato in circa 28 anni.
  • Plutonio 239: periodo di dimezzamento stimato in circa 24.000 anni.

 

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CHERNOBYL OGGI

Un enorme sarcofago, costruito come struttura mobile, andrà a ricoprire per intero il reattore 4 della centrale, andato quasi completamente distrutto dall’esplosione del 26 aprile 1986 e proteggerà dalle immissioni nell’aria di sostanze radioattive per circa 100 anni.

Nel 2011 la centrale nucleare di Chernobyl è stata dichiarata attrazione turistica.

L’incidenza dell’esplosione nucleare sulla salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nel 2006 il report Health Effects of the Chernobyl Accident and Special Health Care Programmes.

I 30 anni dal disastro di Chernobyl

Il rapporto tenta di fornire delle linee guida per ricostruire la collettività del posto, gravemente colpita non solo dall’impatto che l’incidente al reattore 4 della centrale di Chernobyl ha avuto sulla salute ma anche perché quanto accaduto ha minato le fondamenta della socialità e dell’essere e sentirsi “comunità”.

  • 5000 casi di tumori tiroidei in persone che all’epoca erano bambini o adolescenti.
  • 9000 casi di morti per cancro tra le persone componenti le squadre di soccorso, gli evacuati e i residenti nelle regioni limitrofe all’area contaminata.
  • Notevole aumento dell’abuso di alcol e droghe tra gli individui costretti a spostarsi. Il trasferimento spesso si è rivelato un’esperienza molto traumatica in quanto l’essere uno sfollato di Chernobyl veniva associato all’essere una “persona esposta”.
  • Oltre 5 milioni di persone ancora oggi vivono in zone contaminate da materiali radioattivi.

Il Nobel per Chernobyl

Il Premio Nobel per la Letteratura 2015 è stato assegnato alla giornalista e scrittrice bielorussa Svetlana Alexievich perché la sua opera è stata considerata “un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo”.

In Preghiera per Černobyl’ pubblicato in Italia dalle edizioni e/o l’autrice racconta del mistero che ancora non è stato risolto: Chernobyl. Un viaggio tra la gente che è vissuta e cresciuta con un qualcosa dentro, intrisa di “Chernobyl” esattamente come l’ambiente, l’acqua e la terra che la circonda.

http://www.sulromanzo.it/blog/i-30-anni-dal-disastro-di-chernobyl

© 2016, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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