La petizione anti-Brexit ha superato i 2 milioni di consensi e continua ad aumentare. La Scozia chiede avvio trattative con UE.

shutterstock_201606116-1024x655-mq1lewgoviammybjkzq18wxwtoms5mk6lneo36wla0Sul sito governativo britannico ‘petition.parliament.uk’ si trovano tutte le petizioni attive nel Paese e tra queste spicca quella anti-Brexit, le cui adesioni hanno superato quota 2 milioni di firme. La petizione è riservata ai cittadini britannici, ma la procedura di accesso è molto semplice. I sostenitori del ‘Remain’ più duri ad accettare l’esito del referendum del 23 giugno scorso sembrano concentrarsi maggiormente nelle grandi città, con Londra in testa, almeno secondo la mappa consultabile sul sito.

Brexit, è il panico

Nonostante l’invito alla calma giunga da più parti, si è creata una situazione di forte panico in Gran Bretagna e in tutta Europa, tra la popolazione e tra i governanti, che si ripercuote anche sull’economia, in particolare nel settore finanziario con le borse che cadono in picchiata . Nel mondo politico inglese, il primo a crollare è stato il premier Cameron che ha rassegnato le dimissioni annunciando che resterà per altri tre mesi, il tempo di consentire al Partito Conservatore di indicare il suo sostituto. Risulta a questo punto evidente che il referendum da lui stesso chiesto ha sortito un indesiderato effetto boomerang.

#Regrexit per un nuovo referendum

Corre invece lungo la rete del social network Twitter l’hashtag #Regrexit la voce di coloro che vorrebbero fosse indetto un nuovo referendum che cancelli il ‘rimpianto’ per l’esito di quello appena concluso , che con il 51,9% ha decretato la volontà del popolo inglese di lasciare l’Unione Europea. Scorrendo i tweet lanciati con l’hashtag #Regrexit in realtà prevale la sensazione che a scriverli siano perlopiù persone che erano già propense al “Remain” e che non accettano l’esito del referendum. Sono pochi quelli che si dichiarano “pentiti” per la scelta di voto.

La Scozia in testa alla carovana anti-Brexit

In Scozia la percentuale dei votanti a favore del “Remain” superava il 60% e questo è sembrato, al primo ministro Nicola Sturgeon, una motivazione sufficiente per non accettare l’esito complessivo del referendum del 23 giugno. La Sturgeon ha dichiarato alla stampa inglese che “l’opzione di un secondo referendum sull’indipendenza è già sul tavolo”. È prematuro affermare che un nuovo referendum si farà. Non si sa ancora se i sostenitori del “Remain” riusciranno o meno nel loro intento ma i precedenti nel Regno Unito ci sono. Nel 2001 al referendum sul Trattato di Nizza prevalse la posizione del no ma l’anno successivo, nell’ottobre del 2002, il 53,65% degli irlandesi accettarono il Trattato, seppur in parte modificato rispetto alla versione proposta l’anno precedente.

 

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