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Romanzo d’esordio dell’autore che si firma L.K. Brass, I mercanti dell’Apocalisse (Giunti, 2016) è un thriller che vuole mostrare al lettore il volto oscuro del mondo finanziario che ormai governa a tutti gli effetti il mondo, quello vero.
Daniel Martin, esperto informatico con un passato da hacker prima e agente segreto poi, comprende tardi di essere in pericolo, non realizza che sarà la sua stessa indecisione la condanna che porrà la parola fine alla sua vita, quella vissuta fino a quel momento almeno.
I mercanti dell’Apocalisse è un libro che nasce dall’idea di Brass di farne una serie e, in effetti, la vicenda in esso narrata sembra proprio un prologo che aiuta e invoglia il lettore a entrare e percorrere i sentieri del labirintico mondo che l’autore vuol fargli conoscere. Un universo fatto di byte, programmi, sistemi, misteri e segreti opportunamente celati dietro un’apparente normalità, falsa come falso è il mondo finanziario che la controlla.
A tratti sembra di rivedere le scene dei film della trilogia Matrix, firmata dai fratelli Lana e Andy Wachowski, ma solo per il senso di inquietudine che avvolge l’intera vicenda.
In Matrix l’intero genere umano è soggiogato dalle macchine di cui un tempo si serviva, ne I mercanti dell’Apocalisse i cattivi si servono delle macchine per controllare interi Stati. Ma chi sono questi cattivi.

«Quando abbiamo scoperto gli insider con Michael abbiamo fatto una stima ancora più precisa. Negli ultimi due anni le loro operazioni hanno fruttato circa sei miliardi e le scommesse contro i Paesi dell’euro come minimo settanta.»

Insider interni vendono informazioni a operatori del mercato finanziario che lavorano in maniera occulta ma costante per vanificare gli effetti delle misure poste in essere dalla Bce (Banca Centrale Europea) a tutela delle economie degli Stati deboli.
All’inizio dell’estate del 2007 delle insolvenze su mutui ipotecari concessi negli Stati Uniti generarono uno shock per la finanza mondiale con conseguenze definite epocali. A partire dal 2008 la crisi si è spostata in quella che viene definita “economia reale”.
Ci si chiede perché mai per investimenti sbagliati fatti da banchieri e finanzieri debbano farne le spese migliaia di lavoratori e risparmiatori in tutto il mondo.

«Anna continuò il suo racconto lasciandosi andare a un lungo sfogo. Scommettere con le economie di interi Paesi era un crimine senza appello. Sapeva che dietro le statistiche e il Pil c’erano le vite delle persone che pagavano a caro prezzo l’avidità di finanzieri senza scrupoli. »

Dalla sua uscita sul mercato librario, lo scorso marzo, si è letto molto su quanto, ne I mercanti dell’Apocalisse, ci fosse di autobiografico nel protagonista. Non importa quanto di personale Brass abbia voluto raccontare, ciò che bisognerebbe chiedersi è invece quanto ci sia di ognuno di noi nella gente vittima dei “mercati finanziari”.
Leggendo alcuni passaggi del libro che narrano delle menzogne e delle mezze verità spacciate per ineluttabili necessità con il contributo di governi e media ritornano alla mente le narrazioni di Michael Ende in Momo (Longanesi, 1984) il quale già nel 1973, anno di uscita del testo, denunciava l’inganno messo in atto dal sistema per rubare il tempo, e quindi la vita, alle persone con la promessa, falsa, di restituire loro tutto con gli interessi dopo il sessantaduesimo anno.
Lucio Anneo Seneca, vissuto a ridosso dell’anno zero, sosteneva che «il tempo è l’unica cosa che nessuno, nemmeno una persona riconoscente ci può restituire.»
Il tempo è fondamentale. Il tempo è lo spazio della vita. Maurizio Pallante ne I monasteri del terzo millennio (Lindau, 2013) descrive perfettamente le degenerazioni dell’attuale sistema che tenta di convincere tutti a identificare la vita con il lavoro e la produzione di oggetti o denaro e la rimanente parte di “tempo libero” come un vuoto da riempire con attività passatempo. Uno spazio quasi inutile.
L.K. Brass, forse per evidenziare il paradosso dell’attuale sistema, afferma che «tutto è pura finzione. Solo quando succede sui mercati finanziari è reale».
Ecco allora che un nuovo quesito si fa spazio nel lettore: perché lasciare tutto in mano a persone che fanno un gioco simile a quello d’azzardo anche dove quest’ultimo è vietato per ovvi motivi?
Si sofferma a lungo l’autore nelle descrizioni fatte dal protagonista Daniel Martin sulle similitudini tra finanza e gioco d’azzardo. Le differenze sulle conseguenze invece sono ben note.
I mercanti dell’Apocalisse di L.K. Brass è fuor di dubbio un gran bel libro che dice, senza tanti giri di parole, ciò che dovrebbe essere ormai chiaro a tutti e che invece si occulta e si finge di non capire solo perché un eventuale cambiamento forse spaventa più della crisi del sistema che in qualche modo ci si illude di riuscire a superare rimanendo indenni.

«La situazione economica sta precipitando. Uno stato è in default e sta trattando un condono quasi totale del debito, mentre un altro sta preparando segretamente l’uscita dall’euro. Le economie mondiali crescono, ma il divario fra le classi continua ad aumentare.»

L.K. Brass: Nato a Lugano, ha vissuto a Parigi, Vaduz, Chicago, Ginevra, Zurigo. Si occupa di sistemi informativi finanziari. I mercanti dell’Apocalisse è il suo primo romanzo.

Articolo originale qui

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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