Cosa significa essere italiani oggi?
Riccardo Giumelli, in un articolo su La Voce di New York, riporta i dati dello studio condotto da Susanna Mantovani. Molti studenti, interpellati su cosa significhi per loro essere italiani, rispondono: «mi dispiace, non mi viene in mente niente».
E allora ci si chiede da dove viene questo “vuoto”.
Pochi giorni fa gli organizzatori del Festival Internazionale èStoria hanno annunciato il tema per l’edizione 2017 che avrà luogo, sempre a Gorizia, dal 25 al 28 maggio. Italia mia è il titolo scelto con la volontà di affrontare la questione della “incomponibile identità italiana”.
Il negus d’Etiopia Hāyla Sellāsyē I sosteneva che «nel corso della Storia, è stata l’inattività di coloro che avrebbero potuto agire, l’indifferenza di coloro che avrebbero dovuto saperlo più degli altri, il silenzio delle voci quando più erano importanti che ha reso possibile il trionfo del male».
E, a questo punto, verrebbe da aggiungere il trionfo del vuoto della memoria e della coscienza storica.
E proprio per riuscire a colmare, almeno in parte, questo vuoto che èStoria 2017 vuole essere un’occasione per focalizzare sulla «importanza primaria della definizione di un cittadino che, senza cessare magari di sentirsi europeo e cosmopolita, può chiedersi a buon diritto cosa significa e che comporta anche il suo essere italiano».
Il dialetto che diventa lingua. La storia delle comunità italo-brasiliane |
Le premesse affinché anche la prossima edizione, al pari di quella dello scorso anno, del Festival internazionale della Storia risulti una manifestazione di notevole interesse, non solo dal punto di vista storico, ci sono tutte. Un lunghissimo percorso storico, quello italiano, con una grandezza culturale, artistica e architettonica immensa che non può e non deve andare perduto o sprecato proprio ora che coscienza e memoria dovrebbero essere ben consolidate.
Si ringrazia per la segnalazione Fiammetta Biancatelli dell’Ufficio Stampa e Comunicazione èStoria Festival
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