Aldo Cazzullo in Le donne erediteranno la terra (Mondadori, 2016) esordisce affermando che «il nostro sarà il secolo del sorpasso». Inizia così una nutrita serie di postulati, che l’autore elenca fin dall’introduzione al testo, volti a rafforzare la sua tesi, o meglio la sua ipotesi.
Cazzullo evoca il genio femminile, racconta di battaglie contro le ingiustizie e le violenze, contro il masochismo che «ancora le induce a sacrificarsi e a darsi all’uomo sbagliato» e va avanti con questo registro narrativo per oltre cento pagine.
La domanda che viene in mente fin da subito al lettore è: dove vuole andare a parare l’autore quando sostiene che le donne erediteranno la terra?
«Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere. Perché sanno sacrificarsi, guardare lontano, prendersi cura; ed è il momento di prendersi cura della terra e dell’uomo.»
Quindi, in buona sostanza, le donne devono continuare a svolgere il ruolo che è sempre stato riservato loro, volenti o nolenti, solo che ora possono e devono farlo in grande. Devono “accudire” l’intero pianeta, per “rassettare” e riassettare il caos creato dagli uomini.
Sembra incredibile eppure è proprio questo il ragionamento che segue l’autore.
Cazzullo dedica il libro a sua figlia e a «tutte le ragazze nate nel 2000 che erediteranno la terra». Perché proprio le ragazze nate nell’anno 2000? Il voler rimarcare un grosso cambiamento in atto o solamente sperato individuando una data certa ricorda una certa prassi, tra l’altro anche un po’ superata, di inquadrare fenomeni ed eventi entro precisi limiti temporali. Così è stato fatto per la storia, per la letteratura… e così l’autore vuol fare per il “sorpasso” delle donne sugli uomini.
In realtà leggendo il libro di Cazzullo sembra più che quanto scrive siano mere speranze, desideri di un padre cresciuto secondo i dettami della ideologia “antica” che si sforza di trovare le ragioni del cambiamento più in se stesso, per il “bene” e per il futuro della propria figlia.
L’autore mette nel piatto della bilancia qualche dea romana e alcuni miti greci, le arcinote vicende di Giovanna d’Arco e Santa Caterina da Siena, qualche attrice famosa, Rita Levi Montalcini che oltre a essere stata una brava scienziata era anche ebrea. Lo sterminio è sempre un argomento che prende e infatti l’autore cita svariati esempi di donne che sono scampate alla furia nazista. Sarebbe stato interessante poter leggere anche di altri esempi, che riguardavano altri popoli, gente diversa, differenti colori ma che narravano sempre del coraggio delle donne.
Quando lo fa, elencando le donne europee che hanno scalato la piramide del potere politico, scivola in inutili commenti che demarcano una visione troppo partitica della società. «Persino l’arrembante destra populista si affida alle donne», dice parlando di Marine e Marion Le Pen, Frauke Petry e Beata Szydlo.
Secondo Cazzullo, oggi una donna per emergere «deve troppo sovente comportarsi come un uomo, muoversi come un uomo, quasi “diventare” un uomo». Lui si augura invece che «le nostre figlie potranno valorizzarsi esprimendo appieno la loro femminilità». Ritorna poi sull’argomento parlando di chirurgia estetica e sconsigliando alle donne di effettuare ritocchini in quanto il più delle volte le rendono «meno invitanti» agli occhi maschili.
Ci sono molti buoni motivi per provare a far desistere una donna dalla volontà di sottoporsi a interventi di chirurgia estetica non legati al proprio stato di salute, fisico o mentale, ma quello addotto dall’autore proprio non convince, per non dire che è irritante.
La libertà di una donna non sta anche nel fare scelte indipendenti e non condizionate dall’idea di essere o meno invitante per gli uomini?
L’ipotesi di Aldo Cazzullo si basa in prevalenza sugli esempi di “donne che hanno fatto storia”. Scrittrici, attrici, protagoniste di romanzi, studiose e scienziate, vittime… ma in tutta onestà affermare che le donne erediteranno la terra sulla base di detti esempi è una costruzione un po’ labile. Chiunque può scrivere un libro similare elencando esempi maschili, che pure ci sono, e affermare in base a questo che “gli uomini custodiscono l’eredità della terra”.
Le donne erediteranno la terra di Aldo Cazzullo sembra una sorta di canovaccio per la stesura di una lettera, non un libro, indirizzata a qualcuno in particolare non un pubblico generico, dal quale emerge con chiarezza che l’idea portata avanti dall’autore è quella di una rivincita delle donne, in particolare quelle nate nell’anno 2000, come sua figlia. Un desiderio di rivincita e di rivalsa che però è ben lontano dal concetto di rispetto parità e collaborazione necessario affinché vero cambiamento sia.
Aldo Cazzulllo è nato ad Alba, in provincia di Cuneo, il 17 settembre del 1966. Figlio di un bancario, inizia la sua carriera giornalistica a soli 17 anni, quando comincia a collaborare con un quotidiano locale di sinistra, “Il Tanaro”. Passa poi alla redazione di un’altra testata locale, il settimanale diocesano “La Gazzetta d’Alba”. Successivamente si trasferisce a Milano, dove frequenta la scuola di giornalismo. Nel 1988 inizia a lavorare, in un primo momento come praticante, alla redazione del quotidiano “La Stampa”. Nel 1998 si trasferisce a Roma e nel 2003, dopo quindici anni di lavoro con il quotidiano torinese, passa alla redazione del “Corriere della Sera” in qualità di inviato speciale ed editorialista. Nella sua lunga carriera giornalistica ha raccontato le Olimpiadi Atene, gli attentati dell’11 settembre, il G8 di Genova, gli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi, l’elezione di Benedetto XVI, la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio del 2006 e molti altri eventi significativi della storia recente. E’ autore di numerose opere. Ha esordito nel 1996 con il volume dal titolo “Il mal francese. Rivolta sociale e istituzioni nella Francia di Chirac”. Ha due figli, Francesco e Rossana.
Source: ebook inviato dall’editore al recensore, ringraziamo Anna dell’Ufficio Stampa Mondadori.
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