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Mistero e misoginia in “Sempre più vicino” di Raul Montanari

Esce quest’anno con Baldini & Castoldi Sempre più vicino di Raul Montanari, un libro con un ritmo narrativo simile a quello di un romanzo d’appendice su cui pesano come macigni le continue divagazioni e descrizioni che distolgono, o almeno ci provano, l’attenzione del lettore dalla vicenda principale ripresa, in maniera avvincente e incalzante, all’incirca alla pagina duecentocinquanta per essere poi nuovamente marginalizzata già a pagina duecentosessanta. Anche se appare chiaro fin da subito che l’obiettivo dell’autore è quello di creare una struttura labirintica all’interno della quale tessere la trama dell’intricata vicenda, il ripetere enne volte ad esempio che lo zio Willy è stato misteriosamente assassinato e che svolgeva una professione e dei riti occulti in odore di satanismo non aiuta a mantenere alto l’interesse di chi legge, il quale ha già letto di questo e vorrebbe saperne di più. Non si viene purtroppo accontentati, in quanto la risoluzione del mistero sull’uccisione del povero zio Willy è rimandata a data da destinarsi. L’arcano che viene svelato in Sempre più vicino invece riguarda il tesoro da questi lasciato e mai ritrovato, almeno così si pensava. Sarà proprio la brama di impadronirsi dei milioni nascosti da Willy a generare l’intero filone principale della vicenda.

Il protagonista è un giovane ragazzo che vive a Milano e cerca la sua indipendenza da un padre pressante che si è costruito da solo, dopo essersi trasferito dall’Abruzzo insieme al fratello. Valerio ha “ereditato” l’appartamento dello zio Willy e, per arrotondare, lo subaffitta a turisti e viaggiatori, lasciandosi ospitare in quei giorni dall’amico di sempre. Un personaggio, Valerio, che è stato definito “vero e tenerissimo”. Sul fatto che una persona come lui possa essere ritenuta “vera”, nel senso che in giro ci sono o ci possono essere tanti come lui, nulla da obiettare ma sul “tenerissimo” qualche precisazione va fatta. Come si fa a considerare tenero un giovane uomo che si reca di nascosto nell’appartamento dato in affitto a donne e uomini sconosciuti e si masturba sfregandosi con la loro biancheria intima? Come si fa a scrivere in un libro diffuso sull’intero territorio nazionale e su tutti gli store online che “in fondo tutti hanno i propri vizi”, quando sulle pagine del medesimo testo le donne sono state indicate con tutti gli epiteti negativi immaginabili?

Quasi come se si volesse far quadrare un cerchio che perfetto non potrà mai essere, l’autore si sofferma ripetutamente sul racconto delle voluttuose richieste intime dell’amante di Valerio che desidera con fervore essere sottomessa e trattata al pari di una schiava o di una geisha. In tutta questa dilagante misoginia quasi si perde la linea del racconto, il mistero sul tesoro accumulato dallo zio, la trappola in cui cade Valerio, il tradimento da parte di coloro che amava, l’amicizia inattesa con l’investigatore Velardi e il nuovo inizio insieme al padre al quale è servito il buio di una nuova separazione per riuscire a vedere e riconoscere il proprio figlio.

Mistero e misoginia in “Sempre più vicino” di Raul Montanari

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Una storia, quella da raccontata da Raul Montanari in Sempre più vicino che sembra racchiudere in sé diversi generi letterari. Un testo di narrativa che a lungo si sofferma sulla situazione dei giovani di oggi, sulla loro mancanza di certezze e punti di riferimento. Un romanzo di formazione che cerca di tirare le somme su una generazione maturata negli anni del boom economico del secolo scorso e che si è “fatta” con le proprie mani, riuscendo a guadagnarsi una posizione economica e sociale superiore rispetto ai propri genitori, per la gran parte braccianti e agricoltori. Una generazione che rischia il sorpasso anche sui propri figli. Un giallo che sconfina nell’investigativo su scala internazionale allorquando la scena si sposta, nel resoconto dell’investigatore Velardi, dalle strade di Milano alle favelas e alle foreste brasiliane. Un libro che abbraccia tanto, forse troppo, e che di sicuro senza alcune forzature sessiste avrebbe avuto agli occhi del lettore un aspetto anche migliore.

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© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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