È davvero inutile parlare di «un’Italia unita dalle Alpi alla Sicilia e libera dalle lotte di fazione e di comune» come cantava Francesco Petrarca oppure la riflessione sull’identità italiana è il tema politico-storiografico «più rilevante oggi» come afferma Adriano Ossola, ideatore e curatore del Festival èStoria?
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Come gli altri anni il Festival èStoria, giunto alla XIII edizione, sarà caratterizzato dalla volontà di allargare lo sguardo verso orizzonti internazionali, pur mantenendo fisso l’interesse verso l’identità nazionale, e permarrà anche l’intreccio e il connubio tra varie discipline (storia, letteratura, arte, economia, musica, cinema, archeologia). E in effetti, scorrendo il programma delle giornate conclusive che si terranno dal 25 al 28 maggio, si nota fin da subito l’eterogeneità degli eventi e degli incontri, anche per gli stessi temi che spaziano dall’analisi di fatti e accadimenti storici alla presentazione delle eccellenze del territorio, dal ricordo della strage di Capaci e dell’assassinio di Aldo Moro ai dibattiti su migrazioni e Costituzione, dai progetti europei per la didattica al racconto dei mali che affliggono il nostro Paese…
Lo scopo prefissosi dal direttore Ossola è il riuscire a interrogarsi sull’identità italiana «senza retorica o assunti pregiudiziali». Cercando di smontare i luoghi comuni ma chiedendosi, al tempo stesso, quali ne siano le origini. Bisognerebbe chiedersi anche quanto sia importante comprendere e assimilare l’identità nazionale per imparare a sentirci cittadini del mondo prima e cittadini europei poi.
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La proiezione, martedì 23 maggio al Kinemax di Gorizia, di Todo Modo, un film di Elio Petri tratto dal romanzo di Sciascia, il quale lo ha definito «un film pasoliniano, nel senso che il processo che Pasolini voleva e non poté intentare alla classe dirigente democristiana oggi è Petri a farlo. Ed è un processo che suona come un’esecuzione…» e l’inaugurazione dello Spazio giovani Trgovski Dom di giovedì 25 maggio dedicata al ricordo dell’uomo e del magistrato «lasciato solo a combattere la mafia», di sua moglie e degli agenti di scorta che persero la vita nell’attentato di Capaci sono appuntamenti necessari per tentare almeno di capire la Storia e il percorso del nostro Paese. Utili anche per indicare nuove vie da percorrere per l’evoluzione in senso inverso o perlomeno diverso dello stesso.
Previsto per venerdì 26 maggio in mattinata il dibattito sulla lingua italiana. Tra le più studiate all’estero, secondo recenti ricerche, «in patria non ha (né ha avuto) vita facile», alle prese ieri come oggi con numerose “insidie” che vanno «dai dialetti agli anglicismi, dai social network alla condizione della scuola».
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Una “condizione”, quella della scuola italiana, al centro della discussione e punto focale del progetto europeo di ricerca e divulgazione didattica che ha coinvolto scuole e università in Italia, Austria, Germania, Slovenia e Francia. Un progetto ambizioso e auspicabile fin dal titolo: Insegnare la guerra, educare alla pace.
E sempre nella giornata di venerdì 26 maggio è previsto il convegno su Il giorno più lungo della Repubblica, un confronto sul Caso Moro per meglio comprendere cosa abbia realmente rappresentato per la società italiana. Un’analisi «della più grande cesura del nostro passato», un viaggio a ritroso in un’Italia che non c’è più ma che ancora «ci interroga da vicino».
Un evento imponente, il Festival Internazionale della Storia, con i suoi circa 150 appuntamenti, tra convegni presentazioni dialoghi spettacoli mostre proiezioni di film… e 200 ospiti tra storici giornalisti studiosi artisti e testimoni. Numerose inoltre le scuole e le associazioni coinvolte per il tredicesimo appuntamento che vuole portare «al centro della scena la storia come motivo di dialogo» perché il “dialogo” è sempre una scoperta, una apertura, una conoscenza e bisogna imparare a conoscerlo e usarlo, esattamente come i concetti identità nazionale e patria considerando che questa è, nelle parole di Gian Antonio Stella, «una matrioska, ognuna ne contiene un’altra e s’inserisce in un’altra».
Source: Si ringrazia Fiammetta Biancatelli della Walkabout Agency per la disponibilità e il materiale
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