Esce quest’anno con Ugo Guanda Editore Ogni spazio felice di Alberto Schiavone, un libro costruito intorno al concetto di “angolazione”. Ogni cosa e anche ogni persona può sembrare diversa se osservata da un angolo differente. Il poliedrico punto di vista dell’autore sulla vita, sui sentimenti, sulle relazioni, sui tanti vizi e le poche virtù di tutti e ognuno viene raccontato al lettore per tramite del protagonista, Amedeo, un omino minuto e simpatico che ha dovuto imparare a convivere con il dolore e i sensi di colpa e che sopravvive nella sua vita immaginandone mille altre.
Manca un solo anno affinché per la società Amedeo venga considerato vecchio a tutti gli effetti ma la vita che lui e sua moglie Ada si sono lasciati dietro le spalle è tanta, gravata da dolori e perdite che l’hanno inesorabilmente segnata al punto che sembra non abbiano solo smesso di combattere ma proprio di vivere. Giornate tutte uguali cadenzate da alcol, fumo e invettive varie rappresentano ormai il loro stare in questo mondo, sotto lo sguardo di una gatta che li asseconda e di una figlia che li biasima.
Al lettore viene svelato fin da subito il perché hanno accettato che l’alcol diventasse «il loro stesso fiume» nel quale si «sono immersi e provano a restare a galla tenendosi per mano». Una mano che viene stretta ancor più forte nel momento stesso in cui Amedeo si era illuso di poterla lasciare e la paura di perdere per sempre sua moglie lo riporta alla realtà e all’amore che li ha tenuti uniti, nonostante tutto.
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Ogni spazio felice si concentra su una settimana di vita della coppia Amedeo e Ada, ma Schiavone è riuscito a raccontare la loro intera vita attraverso episodi, ricordi, emozioni… con un registro narrativo semplice ma non scontato, quotidiano ma mai banale, come la stessa esistenza dei protagonisti. Una vicenda, quella narrata dall’autore, in cui sono inseriti pezzi di storia italiana, come l’occupazione delle fabbriche e le lotte operaie degli anni ’80, stralci di perenne attualità, come il razzismo e il terrorismo, e riflessioni sparse su vita e sentimenti. Traspare dal testo la capacità di osservazione dell’autore, il quale ha poi sapientemente inserito nella sua storia inventata situazioni e accadimenti a cui potrebbe aver assistito o che gli potrebbero essere stati raccontati. Fatti realmente accaduti. Storie di uomini e donne che vivono e sopravvivono in una grande città che nella fattispecie è Milano ma potrebbe essere un qualsiasi agglomerato urbano in Italia e nel mondo che tanto è «sempre più uguale».
Un mondo in continua evoluzione che ormai solo «la parte ricca, colta» cerca di preservare, nel senso di volerlo conservare così com’è, o meglio com’è stato finora non volendosi mischiare «con i barbari o gli esclusi». Trascinandosi in un atteggiamento cieco e bieco che non permette di vedere e comprendere tante cose come, per esempio, «che verrà rasa al suolo».
Tra il racconto delle sue storie inventate e dei suoi viaggi immaginati, Amedeo riflette su quello che osserva passeggiando per le vie cittadine o su quello che vede guardando sua moglie ubriaca regalando al lettore un resoconto dettagliato del mondo che si vuole preservare e di quello che si vorrebbe impedire.
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Evitando sistematicamente di esprimere giudizi Alberto Schiavone è riuscito lo stesso a descrivere bene la società contemporanea, con i suoi tanti vizi, le poche virtù, gli innumerevoli pregiudizi e l’incontenibile ipocrisia alimentata da stereotipi e luoghi comuni duri da scalfire. Un mondo in cui ogni spazio può essere felice oppure no, nel quale «non è poi così difficile divenire complici» anche senza volerlo, in quanto «può bastare essere innamorati».
Disclosure: Per la prima foto, copyright Naomi August
Articolo originale qui:
http://www.sulromanzo.it/blog/la-disperazione-del-viver-quotidiano-in-ogni-spazio-felice-di-alberto-schiavone
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