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Uno dei temi più ricorrenti nel dibattito pubblico e politico di oggi sono, purtroppo, le fake news, ovvero le false notizie che andrebbero a inficiare la altrimenti corretta informazione. Sarà vero ma ciò non toglie che, anche laddove circolassero solo notizie vere e non manipolate, i problemi reali che un paese come il nostro deve affrontare resterebbero invariati.
L’informazione falsa e manipolata non è un’invenzione del Terzo Millennio né della Rete. La funzione svolta da internet può essere semmai paragonata a quella di un acceleratore di particelle, questo sì.

Il pericolo, si afferma, è la potenza o meglio il potenziale di queste “bufale” che muoverebbero l’opinione pubblica e, di conseguenza, i voti in cabina elettorale verso quei politici o quei partiti che ne saprebbero fare un miglior uso.
La soluzione a questo legittimamente definibile problema però non va cercata nello smascheramento delle bugie, o fake, bensì nel tentativo di capire il motivo o i motivi per cui le persone crederebbero o credono con tanta faciloneria alle false notizie piuttosto che a quelle vere.

David Puente, debunker di professione, pubblica con Solferino Editore il suo resoconto sui più clamorosi, a suo parere, casi di fake news italiani, che egli stesso ha o avrebbe prontamente smascherato, nonché una sorta di decalogo su come svelare una “bufala”. Al tutto fa da sfondo la narrazione della vita e della tecnica di un “demistificante qualificato”.
Magari le intenzioni di Puente sono nobili. Forse lui veramente crede in quello che fa e nella sua pubblica utilità ma qualche perplessità, lo si conceda, non può mancare.

Leggendo il libro, visionando il blog personale dell’autore, scorrendo i suoi articoli si denotano chiaramente un linguaggio e un metodo comunicativo che rispecchiano in toto la divulgazione del Terzo Millennio. Non si ritrova un registro narrativo articolato e chiaro, volto a spiegare in maniera esaustiva quanto l’autore vuol comunicare, la sua tesi e le argomentazioni a supporto o contrarie a essa quanto, piuttosto, uno stile di scrittura molto coreografico, spettacolare, enfatico caratterizzato da continui e ripetuti “lanci” di frasi a effetto volte a lasciar intendere in chi legge l’imminente arrivo della tanto attesa soluzione del mistero, ovvero lo smascheramento della fake news.

Una informazione, quella di David Puente, che è molto simile alla contro-informazione che afferma di voler contrastare. Stile e linguaggio eccessivamente scenografici, spettacolari. Inoltre, pur volendo ammettere una certa utilità sociale nel lavoro svolto da Puente davvero non se ne comprende lo scopo ultimo. Considerando il numero di notizie false che girano in Rete e fuori da essa come può egli davvero credere che il metodo per fermarle sia smascherarle? Un’impresa molto donchisciottiana bisogna ammetterlo.

Necessita piuttosto un profondo cambio di paradigma nella formazione delle persone. La cultura, la conoscenza, la competenza, lo sviluppo di un acuminato senso critico, di una spiccata capacità di giudizio potrebbero magari aiutare a contrastare il diffondersi di notizie false e magari anche limitarne gli effetti negativi. Questo potrebbe davvero servire per invertire la tendenza attuale, non l’azione di un singolo il quale, per quanto abile possa essere, da solo per certo non potrà mai riuscire nell’intento di smascherare tutte le bugie che ogni istante vengono scritte, raccontate o lanciate sul web e fuori da esso.

Ci saranno sempre quelli che criticheranno David Puente, o chi per lui, e quelli invece che lo vedranno come un guru, che seguiranno il suo lavoro e accetteranno, sempre e comunque, la sua versione. Ed è proprio su questo che bisogna riflettere. Sulla necessità delle persone di avere, per ogni cosa, una guida certa di cui fidarsi, cui delegare qualche responsabilità. In questo caso quella di riflettere, di conoscere, di capire… di sforzarsi almeno di farlo.


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© 2019, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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