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A costo di cadere in un luogo comune, si potrebbe affermare che solo uno psichiatra può esplorare la mente umana al punto da raccontarla in un libro in maniera talmente originale da far sembrare la narrazione vera, tangibile, fruibile anche al lettore. Sarebbe un possibile luogo comune e allora lo evitiamo. Anche perché, leggendo il libro di Roberta Zanzonico, si ha la percezione, la sensazione o l’intuizione che la storia che ella ha voluto raccontare al lettore non derivi, non del tutto almeno, dal suo lavoro, dalla sua professione, bensì da esperienze dirette, quelle che solo il vissuto può donarti.

Un libro, Blu Stanzessere, con un intreccio molto originale, particolare, che prospetta il serio rischio di spaccare il bacino dei lettori. O ne comprendi le potenzialità fin da subito e ti lasci trascinare nella mente e nella psiche del protagonista e delle stanzessere, o ne resti fuori e difficilmente ne comprenderai appieno il potenziale.

L’esperienza onirica/extracorporale che vive il protagonista, accompagnato dal suo fedele Guardiano, è un qualcosa che chiunque, tutti e ognuno, può o vorrebbe compiere. Quasi una sorta di catarsi per liberarsi da quelle catene che ogni giorno imprigionano la mente e il corpo, quelle che abbiamo ma pensiamo di non avere. Il tempo per esempio. La fretta generata dalla mancanza di tempo. L’ansia per il poco tempo. Lo stress per la perdita di questo tempo che riesce a scandire la vita perché gli viene permesso di farlo.
Ma quando il protagonista si sveglia realizza che “non c’era più il tempo e non c’era più nulla da collocare al suo interno”. E sarà proprio questo vuoto a dargli il primo sollievo dopo lo smarrimento iniziale. Una lavagna bianca, un’agenda tutta nuova da poter riempiere seguendo i ritmi che sarà lui a scegliere. Un nuovo inizio. Lo pensa, non è detto che sia così.

Le riflessioni sul concetto di Tempo non sono le uniche parti del libro della Zanzonico che rimandano a un’altra opera letteraria cui l’autrice sembra rifarsi direttamente allorquando cita il bianconiglio, ovvero Alice nel Paese delle meraviglie di Lewis Carroll (BUR, 2015).
L’autrice con ogni probabilità lo fa per rendere più facilmente percepibile al lettore la sensazione di smarrimento del protagonista, soprattutto nella parte iniziale del testo, la medesima provata e descritta da Carroll per Alice. In realtà, questo ripetuto accostamento potrebbe anche risultare controproducente, proprio a causa della maggiore notorietà dell’opera letteraria di Carroll. Il lettore di Blu Stanzessere potrebbe addirittura risultarne distratto e stranamente attratto, volenteroso nel cercare, nel testo di Zanzonico, altri elementi in comune con il romanzo di Carroll, dimenticando o quasi che il punto focale del libro che sta leggendo sono le stanzessere e non la tana del bianconiglio.
Questo però accade solo nella prima parte del libro, poi la Zanzonico imprime con maggiore forza la propria personalità al narrato. E questo è certamente un bene.

Lo stile di scrittura scelto da Roberta Zanzonico per Blu Stanzessere è molto contemporaneo, con un fraseggio breve, diretto e poco arzigogolato. Ricorrente l’impiego di espressioni gergali o “di vulgata”. Si tratta per certo di una scelta giusta, che ha contribuito ad ancorare la narrazione a un presente necessario al lettore, da lui riconoscibile e accessibile, specie se contrapposto alla evanescenza delle stanzessere.
Nel testo si alternano con una certa regolarità narrazioni in prima persona, nelle quali il protagonista descrive l’ambiente, introduce la scena e avanza ipotesi e riflessioni, a parti in forma dialogica, quasi esclusivamente tra il protagonista e il Guardiano. Un posto a sé occupano i “cori” delle stanzessere, ovvero i racconti con i quali le donne ivi “rinchiuse”, ma per scelta, interagiscono con il protagonista. Pezzi di un puzzle che si ricompone solo alla fine del libro, quando il protagonista riempie di nuovo il vuoto iniziale, anche se sembra non avvertire più i fardelli che aveva. Sembra. Perché alla fine la storia raccontata da Zanzonico ruota intorno a concetti fondamentali come essenza e vuoto, unione e solitudine, certezza e incertezza, legami e abbandoni, ricordo e oblio… Una lettura, Blu Stanzessere di Roberta Zanzonico, che si rivela essere proprio come un viaggio per mare, pieno di insidie e avventure ma comunque spettacolare.


Articolo originale qui


Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Ensemble Editori per la disponibilità e il materiale


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