Ci sono molti modi per indagare e riflettere sulla società e sulla contemporaneità. Pietro Francesco De Sarlo ha scelto di farlo attraverso le storie che racconta e i personaggi che inventa.
Dalla parte dell’assassino è un romanzo giallo nel quale l’autore inserisce tratti tipici del romanzo poliziesco e tratti peculiari invece dei romanzi di formazione.
Partiamo dal protagonista, un commissario che è innanzitutto un cittadino, scontento del modo in cui la società, lo Stato che egli stesso “serve” ogni giorno, lo tratta. Una persona che stenta a comprendere e fare proprie le dinamiche dell’era digitale. Orfano di ogni riferimento, anche professionale, travolto com’è da un mondo in continua evoluzione, tanto lontano da quello in cui è cresciuto da sentirlo estraneo. La velocità vorticosa che muove tutto intorno a lui è talmente celere per i suoi flemmatici tempi e ritmi che sembra quasi esserne trascinato e, in alcuni passaggi della narrazione, si figura il paradossale scenario nel quale sono gli accadimenti e inseguire lui piuttosto che egli rincorrerli per svelare il mistero che avvolge i delitti.
Nonostante il ritmo serrato del libro, la storia si apre al lettore lentamente, a piccoli pezzi alla volta. Si parte da una vicenda con un interesse personale e limitato e mai ci si sarebbe aspettati poi di vederla illuminare l’immenso scenario che ne deriva da quella sorta di effetto domino che scatenano gli eventi narrati.
Una storia di omicidi che mette a dura prova il commissario il quale sembra essere l’unico a nutrire interesse verso la risoluzione del caso. Un’impresa narrata quasi come un’avventura donchisciottesca, nella quale risalta e contrasta la sua caparbia volontà di proseguire nelle indagini nonostante appare l’unico a voler dare la caccia a un omicida le cui vittime erano invise ai più.
Una ruggine che in realtà acquista quasi sempre, durante tutta la narrazione, i contorni di un vero e proprio risentimento ostile rivolto verso una società in completa avaria e verso i suoi rappresentanti più in vista, responsabili e capro espiatorio per eccellenza di un mondo sbagliato nel fondo e nel profondo. Una società descritta con una cura particolare per i luoghi e per le persone, specchio di un’Italia intera e di un sistema che sta portando il Paese a una vera e propria svendita di beni materiali e immateriali.
De Sarlo spazia dalla politica all’economia, da riflessioni di carattere sociale ad analisi di geopolitica internazionale. Immette nel testo fatti e personaggi reali o realistici. Avanza anche delle responsabilità, dirette o indirette, riguardo azioni o decisioni che hanno portato o contribuito alla situazione attuale. Ma riesce ad inglobare il tutto all’interno della storia principale senza appesantire la narrazione che, al contrario, risulta leggera e scorrevole con diverse punte ben inserite di ironia capaci di suscitare nel lettore una sincera ilarità.
Lo stile narrativo di De Sarlo è molto curato. Dimostra infatti l’autore di dedicare particolare attenzione ai dettagli, alla costruzione del periodo e, dal punto di vista narrativo, all’intreccio. I personaggi, in particolar modo il protagonista, sono ben caratterizzati, studiati e definiti proprio per assolvere il ruolo che l’autore ha voluto attribuire loro. Funzionali a un racconto che sembra però anch’esso funzionale ad essi. Un gioco di rimandi che, lungi dall’ingenerare confusione, consente a chi legge di rimanere ben ancorato alla realtà, nonostante si tratti ufficialmente di un’opera di fantasia e che pare rifarsi all’evidenza largamente condivisa della realtà che quasi sempre supera di la fantasia e l’immaginazione.
Uno stile, quello di Pietro De Sarlo, che diventa un vero strumento di indagine e riflessione sulla contemporaneità senza pretesa di esserlo. Una lettura, Dalla parte dell’assassino, fuor di dubbio piacevole e interessante.
Source: Si ringrazia l’autore per la disponibilità e il materiale
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