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«Il silenzio è una fonte di grande forza»

È con questa citazione di Lao Tzu che si apre al lettore il libro di Verdoliva. Il silenzio è per certo fonte di forza, una forza che si ritrova nelle parole del libro, nella storia che l’autore racconta, nelle immagini descritte come anche in quelle evocate. 

Il protagonista del libro abita nella sua nuova-antica dimora ma, soprattutto, abita il suo silenzio. Un silenzio fatto di respiri e di sospiri, di anime perse e di anime inquiete, di luoghi solitari e antichi segreti.

La storia raccontata è anche un percorso emotivo o meglio, una serie di percorsi emotivi, relativi ad altrettanti personaggi. Un cammino volto a scoprire le loro anime, non sempre limpide e trasparenti. Un andare sempre più in profondità che non può non condurre i protagonisti alla scoperta o alla riscoperta del dolore. 

Nonostante in più punti del libro Verdoliva sfiori argomenti particolarmente sensibili all’animo umano, riesce a non renderli troppo pesanti o aggressivi per il lettore. Il male presentato dall’autore non è totale, si intravede la speranza di sconfiggerlo e questo lancia un grande messaggio positivo che alleggerisce non poco la lettura. 

La scrittura sembra modellarsi armoniosamente con la storia che vuole narrare. Ritmata secondo le evoluzioni della vicenda stessa, che sembra rispettare finanche le pause dettate dal silenzio. 

L’autore deve coltivare diverse passioni, che vanno dall’esoterismo all’alchimia, ed è riuscito a inserire molte delle sue conoscenze all’interno del testo, utilizzando un linguaggio veramente poco “tecnico”, in modo che anche il lettore più distante da queste discipline riesce comunque a seguire il filo della narrazione. 

I continui salti temporali, soprattutto nei primi capitoli del libro, potrebbero disorientare un po’ il lettore ma, seguendo con attenzione le diverse vicende della narrazione, se ne comprende appieno la necessità. Lo stesso può dirsi dei tanti “protagonisti”, ovvero dei numerosi personaggi cui l’autore dedica la medesima attenzione, raccontando nel dettaglio la vita di ognuno di essi. Alla fine si realizza che la scelta di Verdoliva non è né dispersiva né confusionaria, bensì funzionale al messaggio che intende trasmettere. Un messaggio positivo, di speranza. Nonostante tutto. Dolore, paura, timori possono essere superati, vinti, e ognuno avrà diritto alla sua rinascita

I continui salti temporali utilizzati per raccontare le diverse vite dei personaggi a tratti sembrano anche un continuo alternarsi tra giovinezza e vecchiaia, in un altalenante gioco che altro non è che la stessa vita. Questa vita che può essere indicata come protagonista accanto all’appartamento e al suo silenzio. Un silenzio fatto di respiri, di sospiri, di vuoti e di suoni. Sì, di suoni, perché un altro nodo focale del libro è proprio la stanza della musica. Una stanza che trasuda mistero, le cui mura sembrano trattenere a stento il vorticoso turbinio di segreti in essa rinchiusi. 

Un libro, L’appartamento del silenzio di Gianni Verdoliva, che può appassionare o sconvolgere, ma che stupirà, in ogni caso, per la delicatezza con la quale l’autore affronta e racconta storie e tematiche anche molto sensibili. 


Il libro

Gianni Verdoliva, L’appartamento del silenzio, Fides Edizioni, Gruppo Editoriale Les Flâneurs, Bari, 2022.

L’autore

Gianni Verdoliva: giornalista pubblicista e scrittore.


Source: Si ringrazia l’addetta stampa che ha curato la promozione del libro per la disponibilità e il materiale.

Disclosure: Per le immagini, tranne la copertina del libro, credits www.pixabay.com


Articolo pubblicato su OublietteMagazine


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