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Storia e letteratura sono piene di narrazioni di eroi, avventurieri perlopiù maschi che esplorano il mondo, inventano oggetti, rivoluzionano il modo di essere e di pensare. Poche volte si sentono gli stessi racconti ma al femminile e questo non perché le donne mancassero di inventiva o di iniziativa. È sempre stata la libertà a mancare. La libertà di pensare prima ancora di quella di agire. 

Eppure gli esempi di donne coraggiose, avventuriere, rivoluzionarie non mancano.

Emanuela Monti in Memorie di un’avventuriera racconta una storia liberamente ispirata alla vita di Aphra Behn, la prima donna della letteratura inglese riuscita a guadagnarsi da vivere come scrittrice. Una donna che ha viaggiato molto, spostandosi in diversi paesi e fu anche arruolata come agente segreto al servizio di re Carlo II. Una donna libera e avventuriera, aperta e moderna e, per queste ragioni, anche accusata di oscenità e libertinaggio a causa del contenuto esplicito riguardo a relazioni sessuali e prostituzione nelle proprie opere. Una donna, femminista dentro, che ha scelto e deciso di non sottostare alle regole maschiliste dell’Inghilterra del Seicento pagando a caro prezzo le proprie convinzioni.

La vicenda di Aphra Behn è narrata prevalentemente sotto forma di mémoire in prima persona, con un linguaggio parlatodiretto e attuale. Riesce però l’autrice a imprimere nella storia un taglio psicologico che conferisce al personaggio un carattere universale. La storia è liberamente ispirata alla vita realmente vissuta da Behn, per cui Monti sopperisce ai vuoti biografici con la propria fantasia, rimanendo comunque sempre fedele ai principi di verosimiglianza e al valore della prospettiva storica che l’hanno ispirata. Utilizza inoltre, l’autrice, l’espediente di lettere e diari per dare voce ai fatti accaduti in assenza di Behn o avvenuti dopo la sua morte. Questa scelta narrativa per certo contribuisce a regalare al lettore pagine intense, pregne di pathos e sentimento e contribuisce a formare l’immagine della donna forte quale Aphra Behn è stata. 

Memorie di un’avventuriera racconta nel dettaglio la vita di una donna, vissuta nel Seicento, che ha dovuto lottare ogni giorno per conquistare la propria libertà, per far valere il proprio pensiero e vivere la propria vita, seguendo istinto e desiderio. Ma la storia raccontata da Emanuela Monti riguarda tutte le donne, di ogni epoca, anche quella attuale, perché rappresenta un monito a tenere sempre alta l’attenzione, essere vigili sui propri diritti, consapevoli del fatto che, laddove diventino un qualcosa dato per scontato, vorrà dire che sono in pericolo e con loro la libertà, di essere, di pensare e di agire. 

L’alternarsi di parti narrate in prima persona con parti sotto forma di diari o lettere, unitamente al linguaggio di forte ascendenza seicentesca, a tratti ingenerano confusione nel lettore, il quale si ritrova in più punti a dover arrestare la lettura per riflettere sul contenuto e sul significato della narrazione. Alla scorrevolezza non giova neanche la presenza dei numerosi personaggi, ognuno a suo modo protagonista della storia raccontata. Ciò però si avverte soprattutto all’inizio, man mano che si prosegue nella lettura si entra nell’ordine della narrazione voluta dall’autrice come anche nella struttura stessa del romanzo e ogni passo appare chiaro e significativo, necessario per comprendere il libro nel suo essere complesso e profondo, come la vita stessa della protagonista. 

In generale, quindi, Memorie di un’avventuriera risulta una gradevole lettura, interessante per la storia narrata come anche per gli sviluppi impliciti, per gli insegnamenti che da essa se traggono, per il monito alla tutela dei diritti delle donne, di tutte le donne come anche di tutte le persone, degli esseri umani, qualunque sia il loro genere. 


Il libro

Emanuela Monti, Memorie di un’avventuriera. Liberamente ispirato alla vita di Aphra Behn, Il ramo e la foglia edizioni, Roma, 2022. 

L’autrice

Emanuela Monti: editor, lessicografa, scrittrice, curatrice della rubrica letteraria Di parola in parola sul blog Culturificio.


Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa IRELFE – Il Ramo e la Foglia Edizioni per la disponibilità e il materiale.

Disclosure: Per le immagini, tranne la copertina del libro, credits www.pixabay.com


Articolo pubblicato su OublietteMagazine


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