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Una grande città vuota. Così si presenta agli occhi del protagonista una Pietroburgo lasciata sola dalla gran parte dei suoi abitanti, andati via per le vacanze. E così un profondo senso di solitudine assale il protagonista che è anche la voce narrante di un racconto struggente, per l’intensità e il carico di emozioni, sentimenti e speranze. Vissuti o immaginati.

Pensieri cupi e tristi invadono la mente del protagonista, ormai buia come tutto intorno a lui. Eppure è sufficiente un inaspettato incontro con una giovane donna affinché il suo cuore rinvigorisca.

La solitudine è dolore, mancanza di stimoli, di gratificazione e di ricompensa. È una condizione emotiva che va a incidere anche sul corpo nonché, naturalmente, sulla socialità. Tuttavia la solitudine non è essere soli bensì sentirsi tale. 

Come si fa a sconfiggere la malinconia? Essere melanconici equivale a essere folli? Bisogna guarire il corpo o la mente? O entrambi?

Una via da seguire può essere quella di curare gli altri per curare se stessi.1

Dostoevskij sceglie di dare al protagonista de Le notti bianche l’illusione che la sua ancora di salvezza sia questa giovane donna, sofferente e misteriosa. Aiutando lei spera di salvare anche se stesso. E di trovare l’amore.

Il mondo raccontato dall’autore è diverso da quello odierno, la sua stessa vita lo è stata. Cresciuto in una famiglia numerosa con un padre rigido, in un ambiente difficile e in una realtà complessa, non poteva non volgere la sua attenzione alle complicanze dell’esistenza umana, alle turbolenze esistenziali. E la sua analisi raggiunge talmente le profondità dell’animo umano che nulla potrà mai toglierlo dall’Olimpo degli scrittori. 

Un grande sognatore, il protagonista del racconto, intento nelle sue interminabili passeggiate per le vie della città, privo di una vera vita sociale, realizza, dall’incontro con la ragazza, di aver così ottenuto un autentico momento di vita da ricordare. Ma anche di essere diventato, nel tempo, strano agli occhi degli altri, diverso, assente e di essersene reso conto solo dopo l’impatto con questa ragazza, ovvero lo scontro con la vita reale.

La narrazione è fatta di lunghe attese, momenti fugaci che restano impressi nella mente e che diventano ricordi indelebili a cui cuore e mente si aggrappano per sopravvivere a delusioni e dolori. Racconto di un mondo, in questo, completamente diverso da quello di oggi nel quale, invece, tutto ciò che sembra avere importanza è il qui e adesso. L’istante, la velocità e il cambiamento sembrano essere gli unici valori esistenziali rimasti.

Questo è stato definito «il secolo della solitudine» ma è un sentimento diverso rispetto al passato, abbraccia e viene abbracciata da altri e differenti aspetti della società che ha originato una sorta di economia della solitudine, nata per sostenere e sfruttare chi si sente solo. Un ulteriore tema collegato con il diffuso senso di solitudine attuale è il progressivo isolamento dal mondo reale per rifugiarsi nella realtà virtuale della Rete e dei social. Le vite condivise online sono un’accurata serie di momenti felici e ideali, feste e celebrazioni, spiagge di sabbia bianca e foto di piatti da acquolina in bocca. Il problema però è che queste versioni ritoccate e filtrate di noi stessi sono troppo spesso estremamente lontane dalla vita reale.2

Esattamente come accade al protagonista del racconto di Dostoevskij, il quale si rifugia in un mondo tutto suo, fatto di passeggiate e pensieri, di idee e sentimenti non reali, non condivisi non concludenti. 

A volte sembra quasi che la Rete e social siano diventati il luogo immaginario – virtuale – nel quale si riversano tutte quelle fantasie che prima, come ai tempi dell’autore, albergavano solo nella mente della persona che li generava. 

Il libro

Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Le notti bianche, Garzanti, 2014.

Introduzione di Fausto Malcovati.

Traduzione di Luigi Vittorio Nadai.

Titolo originale dell’opera: ВЕЛЫЕ НОЧИ 


1R. Burton, Anatomia della malinconia, Giunti Editore S.p.A. / Bompiani, Firenze/Milano, 2020.

2N. Herts, Il secolo della solitudine. L’importanza della comunità nell’economia e nella vita di tutti i giorni, Il Saggiatore, Milano, 2021.


Articolo pubblicato su OublietteMagazine


Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Garzanti Editore per la disponibilità e il materiale.

Disclosure: Per le immagini, tranne la copertina del libro, credits www.pixabay.com


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© 2023, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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