I bambini sono il futuro di una comunità: nelle guerre etniche sono nemici da eliminare – fragilità umana, e distress psicologico, dal Secondo dopoguerra a oggi
Gli effetti dei conflitti armati sui bambini: i numeri da Gaza all’Ucraina e l’impatto sulla salute mentale
Sono oltre 260mila le violazioni gravi verificate sui bambini tra il 2005 e il 2020 in oltre trenta conflitti a livello globale. Più di 100mila bambini uccisi o mutilati in situazioni di conflitto armato. Oltre 90mila sono stati reclutati e utilizzati da parti del conflitto. Almeno 25mila sono stati rapiti. Circa 14mila vittime di stupri, sfruttamento sessuale, matrimoni forzati o altre gravi forme di violenza. I numeri del conflitto in Ucraina e a Gaza sono in evoluzione mentre si scrive.
Tra le regole che l’uomo si è imposto per delimitare la pratica della violenza bellica, l’esclusione di bambini dal coinvolgimento diretto: una norma la cui violazione è sempre stata condannata con unanimemente. Eppure, proprio a partire dall’età del massimo sviluppo tecnologico, il mondo ha assistito a quasi duecento conflitti armati il cui prezzo, in termini di vite umane e sofferenze di ogni genere, è stato pagato da chi non indossava alcuna divisa: donne, anziani, bambini. Nelle guerre odierne, il 90% delle vittime sono civili.
I bambini sono il futuro di una comunità: per questo nelle guerre etniche sono nemici da eliminare
La ragione del maggiore coinvolgimento dei bambini nelle guerre va ricercata nella natura delle stesse. Non si parla più di conflitti internazionali, combattuti da eserciti regolari, bensì scontri armati per ragioni etniche, religiose, sociali o territoriali. Nella guerra etnica l’obiettivo primario non è la conquista del territorio bensì l’espulsione o l’annichilimento di un gruppo. Le generazioni più giovani sono considerate alla stregua di nemici in crescita.
In Rwanda, prima dell’inizio del conflitto del 1994 tra autoctoni zairesi e banyarwanda, che ben presto si trasformò in una guerra di tutti contro i tutsi, Radio Mille Collines diffondeva tra gli hutu il messaggio che «per sterminare i topi grossi, bisognava ammazzare i topi piccoli». In poche settimane, 300mila topi piccoli furono uccisi.
Il coinvolgimento dei bambini nei conflitti odierni: tra il 2005 e il 2022 oltre 105mila bambini sono stati reclutati e usati
Il coinvolgimento dei bambini nei conflitti odierni non si limita alla loro inclusione fra gli obiettivi strategici. Adolescenti, ragazzi e bambini sono spesso utilizzati nelle operazioni militari.
Tra il 2005 e il 2022 oltre 105mila bambini sono stati reclutati e usati nei conflitti. È stato documentato l’impiego di bambini soldato nei conflitti armati in Afghanistan, Camerun, Colombia, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, India, Mali, Myanmar, Nigeria, Libia, Filippine, Pakistan, Somalia, Sudan, Siria, Yemen.
I bambini soldato sono parte integrante di eserciti governativi, gruppi paramilitari, fazioni armate irregolari, tra cui ribelli e terroristi. La loro età media è inferiore ai 13 anni. Uno dei fattori che ha permesso il crescente utilizzo dei bambini come soldati è stato il mutamento delle caratteristiche tecniche delle armi da guerra. Per utilizzare le armi premoderne occorreva molta forza e l’allenamento di un adulto, mentre oggi il perfezionamento tecnologico consente anche ai bambini di partecipare attivamente alle guerre… continua a leggere su Lampoon.it
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