• Bio
  • Contatti
  • Curriculum

Irma Loredana Galgano

Irma Loredana Galgano

Archivi della categoria: Senza categoria

Duilio Scalici, L’educazione sbagliata

02 venerdì Mag 2025

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

Tag

CapponiEditore, DuilioScalici, Leducazionesbagliata, recensione, romanzo

Fin dalla sua apparizione il termine “utopia” presenta un carattere volutamente ambiguo e polisemico.1 “Utopia” è, in effetti, la forma contratta che si riferisce tanto a eu-topos, luogo della felicità e della perfezione, che a ou-topos, luogo che non esiste in nessun luogo.2

Duilio Scalici ne L’educazione sbagliata sembra fare propri entrambi i significati del termine utopia. Egli immagina un Eden artificiale quale rifugio per l’umanità che, nella realtà, non esiste in nessun luogo e che deve rappresentare un modello di perfezione e purezza. 

Nell’opera di More, il narratore racconta di un paese e un popolo immaginari le cui istituzioni differiscono, più o meno radicalmente, da quelle delle società esistenti: essi non conoscono l’infelicità di queste ultime e perciò offrono un modello di Città felice. Nelle due isole denominate Colonne d’Ercole che vanno a comporre l’Eden immaginato da Scalici ogni regola è studiata per prevenire il male e scongiurare gli errori che avevano portato alla rovina del pianeta. 

Il paradigma utopistico non nasce dal nulla: le rappresentazioni utopistiche costruiscono le comunità della felicità realizzate nello spazio simbolico già occupato dal mito del paradiso perduto. Gli autori non sono né profeti né indovini. Non sognano di ritrovare il paradiso ma, attraverso il loro lavoro intellettuale, creano qualcosa di artificiale. Le utopie sono costruzioni moltiplicabili e modificabili. Il sogno di felicità che esse offrono è opera puramente umana e profana.3L’utopia generata dalla creatività intellettuale di Duilio Scalici sembra rientrare appieno in quest’ottica. 

Per Italo Calvino l’utopia non è sistemica né teologica, non consiste in un modello completo e ideale da perseguire in un altrove “assoluto”, bensì piuttosto discontinua e pulviscolare, fatta della stessa materia della realtà.4 La città, luogo umano per eccellenza e, per tradizione culturale, luogo di proiezione ideale, sfugge alla primaria percezione sensoriale, la vista, e diviene un luogo non visibile, di cui è difficile constatare l’esistenza, diviene un luogo altro, possibile, ideale.5 Le Colonne d’Ercole di Scalici sono state progettate proprio per rimanere invisibili al caos e alla corruzione del vecchio mondo. Eppure, esattamente come nell’analisi di Calvino, esse finiscono per diventare un altrove, discontinuo e pulviscolare, fattodella stessa materia della realtà, da cui hanno tanto cercato, invano, di nascondersi. 

I Fratelli protagonisti del romanzo hanno entrambi il nome di un fiore: Anemone e Calendula. Trascorrono le loro giornate lavorando la terra in un legame quasi simbiotico con essa al punto da assorbirne anche il colore che diventa il loro colorito “naturale”. Anemone e Calendula hanno un’indole diversa che li porta ad affrontare l’esperienza all’Eden in maniera diametralmente opposta, con risultati che rispecchiano il loro essere e che sembrano quasi scritti nel loro destino, incisi nei loro stessi nomi: il fiore anemone simboleggia speranza e perseveranza, al contrario la calendula è associata a tristezza e pene d’amore. È ricorrente nel testo di Scalici che le persone abbiano il nome di un fiore. È presente anche Ginestra, il nome di un fiore che, nella simbologia, rappresenta la rinascita, l’ottimismo, l’amore e il desiderio. Ma, pensando alla ginestra, non si può non ricordare i versi a essa dedicati da Leopardi.6 La ginestra soccomberà ancora, come ha fatto da che se ne ha memoria, dinanzi alla furia del Vesuvio. Piegherà ancora il suo capo innocente quando il fiume di lava la inonderà per l’ennesima volta. Ma lo farà senza suppliche inutili e codarde alla Natura che ha armato il vulcano contro di lei. Il vero nemico, per Leopardi, in questo caso non è l’uomo ma la Natura, considerata dai suoi contemporanei madre benigna e dal poeta, razionalista e materialista, matrigna.7

Gli utopiani vivono secondo natura e la natura prescrive all’essere umano la ricerca di una vita pacifica e piacevole. L’uomo è per l’altro uomo aiuto e conforto, è questo il principio stesso dell’umanità: nessuna virtù è più connaturata all’uomo che quella di addolcire il più possibile le pene altrui, di far scomparire la tristezza, di far conoscere a tutti la felicità e la gioia di vivere.8 Ma è davvero questa la natura degli uomini? Oppure è altra l’indole degli umani e questi finiranno o finirebbero per distruggere anche il loro Eden artificiale esattamente come hanno mandato in rovina il mondo tradizionale? Ne L’educazione sbagliata Scalici immagina un Eden ipotecato dal peso di verità proibite e bugie ben celate. Ed ecco allora riproporsi anche l’antico quesito: la natura dell’uomo è buona o cattiva? E la Natura cui l’uomo utopico vuol ritornare è buona o cattiva? 

Leopardi considera la Natura come la personificazione delle forze, dei fenomeni, perennemente in contrapposizione all’uomo. Fonte di illusioni, incurante degli uomini. L’uomo deve rendersi conto di questa realtà di fatto e contemplarla in modo distaccato e rassegnato. È la sofferenza che Leopardi reputa la condizione fondamentale dell’essere umano nel mondo. 

Nel libro di Duilio Scalici, gli artefici delle Colonne d’Ercole, nella loro ricerca di purezza assoluta, hanno ignorato la complessità dell’animo umano, esponendo i protagonisti a un conflitto che minaccia di far riemergere le stesse colpe dei loro antenati. Anemone e Calendula, sospesi tra desideri e dilemmi, scopriranno quanto anche un “paradiso”, laddove ignora o rifiuta le proprie ombre, più trasformarsi in una “prigione”. E così, nell’inconsapevole ripetizione degli errori del passato, il sogno utopico delle Colonne d’Ercole si trasforma in un fragile equilibrio pronto a spezzarsi in qualsiasi momento. A polverizzarsi e mescolarsi alla stessa materia di cui si compone: la realtà. 

Il libro

Duilio Scalici, L’educazione sbagliata, Capponi Editore, Ascoli Piceno, 2025


1T. More, UTOPIA, 1516.

2Etimologia di “utopia/utopie” in Treccani Enciclopedia.

3ib.

4G. Gribaudo, Utopia e illusione in immagine nella letteratura di Italo Calvino, in Italies – littérature, civilisation, société, n°25, 2021.

5I. Calvino, Le città invisibili, 1972.

6G. Leopardi, La ginestra, o fiore del deserto, 1836.

7G. Patota, Il fiore di Bella Ciao e La Ginestra di Leopardi, in Treccani100, 25 gennaio 2019.

8Etimologia di “utopia/utopie” in Treccani Enciclopedia.

Articolo pubblicato su Satisfiction.eu


Source: Si ringraziano l’autore e l’Ufficio Stampa per la disponibilità e il materiale.

Disclosure: Per le immagini, tranne la copertina del libro, credits www.pixabay.com


LEGGI ANCHE

Alessio Ricci, La lingua di Leopardi

Andrea Prencipe, Massimo Sideri, Il visconte cibernetico

Duilio Scalici, Ore cutanee

Philippe Forest, Il romanzo, il reale e altri saggi

Diluvio: l’opera-mondo che riflette sul futuro dell’umanità

La letteratura del Terzo millennio, oltre l’impegno e l’evasione

Il tempo tra vita e letteratura

Necessità e conoscenza: i cardini del rapporto tra uomo e natura

Cultura occidentale vs cultura indigena: siamo tutti animali o tutti umani?

“Cos’è la natura. Chiedetelo ai poeti” di Davide Rondoni (Fazi, 2021)

© 2025, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Trivelliamoci di nuove idee

09 sabato Apr 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

16763_16763_no_trivelle_2_1_460x230_1_460x230
Nel decreto “Sblocca Italia” da cui ha origine la questione che andrà a valutarsi con il Referendum del 17 aprile si legge:
 
“le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. I relativi titoli abilitativi comprendono pertanto la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dell’opera e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi…” (art. 38).
 
E si legge inoltre, riguardo gli inceneritori:
 
“costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati, garantiscono la sicurezza nazionale nell’autosufficienza, consentono di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore e limitano il conferimento di rifiuti in discarica” (art. 35)
mare-inquinato-593x280
 
Se è questo il “verso” del cambiamento e della rottamazione allora è la strada perfetta da percorrere. L’Italia facciamola diventare come la Basilicata che è il primo giacimento per grandezza del nostro Paese ma è anche la Regione più povera e più inquinata. Oppure si può chiedere un’opinione agli abitanti di Acerra e dei comuni limitrofi su come sia abitare vicino a “sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti”.
Con il Referendum non si risolverà il problema e poco cambierà anche in caso di vittoria del sì ma ciò che conta è che si sottolineerà la direzione, il reale “verso” verso cui gli italiani vogliono indirizzare il loro Paese.

© 2016, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Hollywood e Silicon Valley per combattere l’Isis, la nuova strategia di Obama

27 sabato Feb 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

Hollywood e Silicon Valley per combattere l'Isis, la nuova strategia di Obama

Il presidente americano chiede supporto a Hollywood e Silicon Valley per mettere a punto un piano anti-propaganda. L’obiettivo è contrastare l’ascesa di popolarità e consenso dell’Isis sul web e nei social network. La strategia si baserebbe su una campagna alternativa fatta di messaggi positivi e ottimisti.

Contrattacco alle minacce ai social?

La notizia viene diffusa a poche ore dalla scoperta del video in cui il gruppo di hacker noto comeSons of the Caliphate Army sembra rivolgere le sue minacce direttamente ai fondatori di Facebook e Twitter, Mark Zuckerberg e Jack Dorsey, a causa dei ripetuti tentativi di contrastare l’Isis online chiudendo gli account sospetti. «Presto i vostri nomi spariranno dopo che avremo cancellato i vostri siti e, Allah volendo, saprete che quello che stiamo dicendo è la verità». Il gruppo rivendica di aver già hackerato oltre 10.000 account Facebook, 150 gruppi e 5.000 profili Twitter.

LEGGI ANCHE – La minaccia islamica, tra Isis e Iran. Intervista a Fiamma Nirestein

Il Madison Valleywood project

Il piano messo a punto da Obama prevede che ad affiancare Hollywood e Silicon Valley ci sia l’industria pubblicitaria americana, chiamata Madison Avenue. Con questa collaborazione ad ampio spettro si spera di evitare scontri e braccio di ferro tra le autorità e le società, oltre a prevenire nuove polemiche come quelle scatenatesi dopo la richiesta da parte delle autorità di sbloccare l’iPhone del killer di San Bernardino. Stando alle dichiarazioni del legale della Apple le autorità hanno chiesto lo sblocco di altri nove apparecchi telefonici e gruppi di manifestanti già fanno sentire la propria voce invocando il diritto e il rispetto della privacy.

LEGGI ANCHE – L’Isis, versione ultravioletta e macabra dell’Occidente. Intervista a Francesco Borgonovo

Lavorare di concerto per creare una sorta di mappa per i messaggi da veicolare e per strutturare la campagna online che dovrebbe partire entro i prossimi 100 giorni.

Insomma un serrato contrattacco che mira a combattere il nemico sfruttando le sue stesse armi e la medesima strategia. Idea tra l’altro che deve essere stata alla base dello sviluppo della propaganda stessa del Califfato: sfruttare i mezzi di comunicazione occidentali per diffondere le proprie ragioni, il proprio terrore e fare proselitismo. E ora l’Occidente parte all’attacco utilizzando ciò che l’Isis ha utilizzato…

http://www.sulromanzo.it/blog/hollywood-e-silicon-valley-per-combattere-l-isis-la-nuova-strategia-di-obama

© 2016, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

PROPOSTE PER CONTRASTARE LA DESERTIFICAZIONE DEMOGRAFICA A CALITRI

13 venerdì Mar 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

 

desertificazione demografica a Calitri

© 2015, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Programma Comune

24 martedì Feb 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

programma PC

© 2015, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Siamo tutti fratelli…

10 sabato Gen 2015

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

occhio

Nelle ultime 60 ore non solo gli organi di stampa ma anche la gran parte delle persone non ha fatto che ascoltare, raccontare, commentare, criticare quanto accaduto a Parigi nella sede del settimanale satirico “Charlie Hebdo”. Parole di sconforto ma anche parole forti, commenti ragionati e attacchi a oltranza. Tutto, si è sentito e letto di tutto e numerose sono state le manifestazioni di solidarietà non solo da parte dei giornalisti, che nel gesto hanno visto un attacco diretto alla libertà di stampa, ma anche da parte della gente che si è sentita tutta in pericolo, minacciata da questo ‘male oscuro’ chiamato terrorismo, il flagello del terzo millennio.
Umanamente anche a me è dispiaciuto per la morte delle 12 persone che si trovavano all’interno della redazione del giornale, per i poliziotti e i civili caduti durante gli scontri e anche per la morte dei ‘terroristi’ perché è chiaro come la luce del sole che sono anch’essi delle ‘pedine’, delle ‘vittime’ di un sistema marcio nel più profondo. Morti perché scelti per rappresentare ‘il terrorismo di matrice islamica’, simboli di un qualcosa molto più grande di loro, esattamente come i vignettisti del “Charlie Hebdo”.
Umanamente e contemporaneamente però a me è dispiaciuto per la morte di… si teme siano 2000 tra uomini, donne e bambini. Persone, abitanti la città di Baqa, nel Nord-Est della Nigeria, inseguiti per le strade o nella foresta, mutilati e uccisi dagli integralisti islamici Boko Haram. I cadaveri sono rimasti sulla strada o sul terreno perché nessuno trova il coraggio di esporsi, tra i sopravvissuti chi non è riuscito a fuggire si è nascosto e sta patendo la fame e la sete.
Ma tutti quelli che si sono indignati per vedere tutelato il loro diritto a scrivere, disegnare, colorare, raccontare, a mantenere intatti i propri privilegi e le proprie libertà mi chiedo perché mai non sentano forte il bisogno di indignarsi per difendere il diritto di queste persone a vivere?
Ebbene io sono molto indignata, perché penso a queste persone, alla loro sofferenza e al fatto che per loro non ci sia neanche un agente altro che 88mila poliziotti, elicotteri, ambulanze, psicologi… penso a quei bambini che sono rimasti uccisi e a quelli sopravvissuti, a ciò che li aspetta in questo mondo dove l’unico colore della pelle che non deve essere intaccato è il bianco.

mundo

© 2015, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Spezzare le catene del Sistema per uscire dal buio

18 giovedì Dic 2014

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

SPEZZARE LE CATENE DEL SISTEMA PER USCIRE DAL BUIO

di Luigi de Nicola

rivoluzione

Pensiamo per qualche momento al nostro sistema sociale…

È un sistema in cui prima si producono degli oggetti, un numero enorme di oggetti, e si propongono dei servizi e poi si cerca di convincere le persone che quegli oggetti e quei servizi sono utili, se non indispensabili, alla loro vita.

Le persone (che vengono convinte utilizzando delle raffinate tecniche persuasive) poi utilizzano gran parte del loro tempo, e quindi della loro vita, per cercare di ottenere prima e liberarsi poi di cose che altri hanno ‘indotto’ a possedere, spesso trascurando quello che per loro è veramente importante.

Viene determinata quindi una dipendenza psicologica che è responsabile di gran parte della infelicità, o quanto meno della mancanza di felicità, che è dentro di noi o che ci circonda.

Mi rendo conto che non sto rivelando una scoperta sensazionale ma semplicemente esprimendo considerazioni che molti fanno quando si soffermano a pensare alla loro vita.

Allora la domanda è: perché le persone, che in fondo hanno coscienza di questa situazione, continuano a vivere in questo modo insano?

Probabilmente il motivo è che la stragrande maggioranza delle persone sono convinte, a torto, che non vi è alternativa, che il mondo sia fatto così.

È un mito, diffuso dalle televisioni e dai giornali a più larga diffusione, da sfatare quello che ci sia un percorso già segnato, accettato e condiviso da tutti, e che non ci siano possibilità di cambiamento di direzione. La verità è che ci sono milioni di persone che non soltanto non sono d’accordo ma si attivano ogni giorno per cercare di migliorare la società e di creare una comunità.

La nostra vita è controllata dal denaro. Ma cos’è il denaro? Esso dovrebbe essere semplicemente una unità di misura del valore e il suo ruolo dovrebbe essere quello di facilitare lo scambio di beni e servizi tra individui o gruppi di persone. Invece il denaro è diventato un mezzo di coercizione (in altre parole uno strumento per costringere le persone a fare delle cose che altrimenti non farebbero) sotto il controllo di un numero limitato di plutocrati che in questo modo controllano la nostra vita.

Se non si esce da questa duplice realtà deleteria non c’è speranza di un significativo miglioramento della qualità della vita per la maggioranza delle persone.

Come se ne esce? Un primo passo secondo me è il raggiungimento di un’autonomia alimentare ed energetica (energia rinnovabile: eolica, solare, geotermica, marina). Le persone che si devono costantemente preoccupare del loro sostentamento e approvvigionamento energetico (ed eventualmente di quello della loro famiglia) non hanno la lucidità, la tranquillità e la forza per cercare di uscire da questa pessima organizzazione sociale.

 

 

 

© 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

23 Novembre 1980. I Terremoti non si dimenticano mai. E le vittime pure

13 giovedì Nov 2014

Posted by Irma Loredana Galgano in Senza categoria

≈ Lascia un commento

download

Ricordi cos’è successo in Irpinia il 23 Novembre del 1980?

«Mi chiedi se ricordo cosa è accaduto…» la serietà dell’argomento lo aveva inconsciamente autorizzato a darle del tu «dovresti chiedere piuttosto se mai qualcuno che l’ha vissuto lo potrà dimenticare. Mi ricordo… eccome se mi ricordo! Sono bastati novanta secondi per distruggere intere vite, interi paesi. E comunque novanta secondi non sono pochi.

Immagina il buio intorno a te, un forte boato che viene dal nulla e avvolge e travolge l’aria, come una bestia affamata che urla e avverte le prede del suo imminente arrivo. Un rumore sordo, cupo, cieco, che non guarda in faccia a nessuno e poi arriva: la terra trema sotto di te… la terra sotto di te sembra pastafrolla, le case intorno a te castelli di carta, tutto si muove, tutto trema e tu pure. Non sai da che parte andare, non sai cosa fare, speri solo finisca al più presto, speri solo di rimanere vivo.

Ogni istante che passa sembra infinito. Pensa novanta istanti quanto sono lunghi a passare. Prova a contare col fiato in gola e vedi quanto tempo ci vuole: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto, diciannove, venti, ventuno, ventidue, ventitre, ventiquattro, venticinque, ventisei, ventisette, ventotto, ventinove, trenta, trentuno, trentadue, trentatre, trentaquattro, trentacinque, trentasei, trentasette, trentotto, trentanove, quaranta, quarantuno, quarantadue, quarantatre, quarantaquattro, quarantacinque, quarantasei, quarantasette, quarantotto, quarantanove, cinquanta, cinquantuno, cinquantadue, cinquantatre, cinquantaquattro, cinquantacinque, cinquantasei, cinquantasette, cinquantotto, cinquantanove, sessanta, sessantuno, sessantadue, sessantatre, sessantaquattro, sessantacinque, sessantasei, sessantasette, sessantotto, sessantanove, settanta, settantuno, settantadue, settantatre, settantaquattro, settantacinque, settantasei, settantasette, settantotto, settantanove, ottanta, ottantuno, ottantadue, ottantatre, ottantaquattro, ottantacinque, ottantasei, ottantasette, ottantotto, ottantanove, novanta».

Quando Colombo terminò la conta aveva le lacrime agli occhi. Rita la pelle d’oca.

Fece una pausa. Respirò a pieni polmoni. Poi ricominciò.

«Io c’ero quella sera, quella notte e tutte le altre a venire, non è stato un gioco o uno scherzo, questo mi sembra di avertelo già detto. Il terremoto è una brutta cosa! È la natura che si scatena e non esiste modo di fermarla, di arginarla, di limitare la potenza della sua forza distruttiva e quello del ventitrè novembre del millenovecentottanta è stato un terremoto di forte intensità: magnitudo 6.9 della scala Richter, X o addirittura XI grado della scala Mercalli.

Ogni volta che in televisione mandano le immagini di tragedie avvenute in vari e svariati posti, località, la prima cosa che salta all’occhio sono le divise fluorescenti dei soccorritori, le barelle, la gente sopravvissuta sostenuta e aiutata ad allontanarsi dal luogo del disastro. Quando è successo qui i soccorritori siamo stati noi. Sono passati giorni prima che il Governo, prima che lo Stato si decidesse a fare qualcosa. E suonava strano doverlo fare e vuoi sapere perché? Da che mondo è mondo le nostre terre, la nostra gente è stata solo manodopera al servizio del signorotto locale, del principe o del mezzadro, a seconda del periodo storico di riferimento, contadini dediti al lavoro cui spettava solo versare il dovuto, privi di diritti e di dignità. Noi siamo, eravamo, abituati a considerare lo Stato e il Governo, nello stesso modo dei nostri antenati… la notte del sisma, il giorno dopo e quello successivo ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo costruito dei ripari, abbiamo recuperato il necessario dalle abitazioni e chi aveva la possibilità si è spostato in campagna, si è allontanato dal paese. Nei centri più colpiti, dove ci sono state un’infinità di vittime, si è pensato anche a questo, scavando a mani nude tra il fango, il dolore, le lacrime, i pianti e la paura. Perché la terra non ha smesso un attimo di tremare. In molti casi sono arrivati prima i volontari dell’esercito, dei vigili del fuoco o di chiunque altro avrebbe dovuto ricevere l’ordine di intervento immediato.

E vuoi sapere una cosa? Per noi non era strano, era normale che ognuno dovesse pensare a se stesso, alla propria famiglia, ai propri parenti e vicini, nessuno si aspettava nulla da alcuno, Stato o Governo che fosse. Non era tempo di riscossione dei tributi. Ma loro sapevano di aver sbagliato, lo sapevano e, vista la gravità dell’accaduto, non potevano permettersi di mostrare ancora disinteresse, per la comunità internazionale… in fondo eravamo già agli anni Ottanta e l’informazione aveva fatto discreti passi in avanti, tu me lo insegni. Infatti, non appena le agenzie hanno cominciato a battere la notizia, sono arrivati fiumi di aiuti da molteplici Paesi vicini e lontani, solo a Roma le notizie erano confuse. “Fate presto” fu lo slogan della missione, ripreso anche dal pittore Warhol nel suo famoso “Urlo”, bisognava fare presto ma intanto erano passati giorni senza che nessuno muovesse un dito. Le valanghe di soldi stanziati per la ricostruzione sono lo scotto che hanno voluto pagare per sentirsi meno in colpa, per dimostrare a se stessi e al mondo intero che non eravamo stati abbandonati, in più c’era da guadagnare tanto e questo per molti è un motivo più che sufficiente per speculare anche sul dolore.

E così, per eventi che esulano dalla nostra volontà e dal nostro comportamento, da perfetti sconosciuti siamo diventati protagonisti di un linciaggio continuo e guarda caso questo è accaduto proprio nel momento in cui abbiamo smesso di pagare e abbiamo cominciato a riscuotere. Non è il terremoto l’unica bestia di cui aver paura, c’è anche l’Uomo. Comunque è vero anche che quando la terra trema tutto si può nascondere e tutto si può trovare».

(“E la terra tremò”, Irma Loredana Galgano, inedito)

© 2014 – 2016, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Sostieni le Attività di Ricerca e Studio di Irma Loredana Galgano

Translate:

Articoli recenti

  • Yari Bernasconi, Andrea Fazioli, Non importa dove
  • Rosalia Alberghina, Diletta
  • Liana Zimmardi, L’urlo dei gattopardi
  • Luisa Passerini, Artebiografia. Percorsi di artiste tra Italia e Africa
  • Jorge Luis Borges, il Mestiere della Poesia

Archivi

Categorie

  • Articoli
  • Interviste
  • Recensioni
  • Senza categoria

Meta

  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org

Proudly powered by WordPress