Andrea Mauri vive e lavora a Roma, negli archivi della Rai, le Teche. Ogni giorno attraversa la città, incontra persone, segue le strade e riflette sulla vita, incontra storie, altre le immagina, poi si reca a lavoro e vive tra mille storie del passato. È in questo modo forse che, pian piano, ha plasmato il racconto della vita di Antonello e di sua madre. Una narrazione in continuo bilico tra passato, presente e futuro. Un passato dimenticato e cercato, un presente invivibile e un futuro che racconta cose che si è costretti a tenere nascoste.
Un romanzo breve, Due secondi di troppo, ma molto intenso. Poche pagine che racchiudono e condensano interi mondi, intere vite. Quella di un ragazzo il quale, nel tentativo di librarsi e prendere il volo, inciampa su se stesso e si lega talmente a quella parte di vita che non c’è più da restarne quasi prigioniero. E quella di una madre, molto più forte e determinata, la quale ha trascorso l’esistenza conoscendo in anticipo il futuro e i segreti di tutti, anche del figlio, costretta a vivere sospesa nell’oscurità dei ricordi, ingoiati dalla demenza senile che l’ha duramente colpita.
Gran parte della storia è ambientata e si consuma all’interno della casa di riposo, dove la donna è ricoverata e dove il figlio trascorre molto del suo tempo nel tentativo, quasi disperato, di far ricordare alla madre il passato ma non quello vero, piuttosto quello che lui avrebbe voluto fosse. Una vita nella quale sua madre non leggeva il futuro e lui non si vergognava di essere omosessuale.
Il romanzo di Andrea Mauri è molto suggestivo. Profondo. Lo stile narrativo molto incisivo. Fraseggio breve, struttura delle frasi essenziale, costruzione ridotta al minimo riescono egualmente a essere molto interessanti, a catturare l’interesse del lettore e mantenere alto il suo livello di attenzione durante la lettura, che è anche un invito alla riflessione su alcuni temi delicati ed essenziali che toccano in diversa maniera, o potrebbero comunque farlo, la vita di tutti e di ognuno.
Recensione apparsa sul numero 53 della rivista WritersMagazine Italia diretta da Franco Forte
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