Stendhal affermava che «la bellezza non è che una promessa di felicità». Già, semplicemente una promessa.
Con le parole del noto scrittore francese si apre al lettore il libro di Flavia Piccinni Bellissime. Baby Miss, giovani modelli e aspiranti lolite, edito quest’anno da Fandango Libri. Un “documentario” di parole che racchiude più di quanto ci si aspetti, che racconta più di quello che si vorrebbe sapere e vedere, che lascia poco spazio a fraintendimenti e ipocrisie. Insomma, un libro necessario.
La Piccinni condensa nelle pagine di Bellissime il risultato delle sue ricerche sul campo, delle sue ricerche documentarie, delle sue esperienze dirette, il racconto di testimoni e testimonianze varie nonché i suoi personali ricordi d’infanzia… al punto da conferire all’intero testo un’impostazione che non è quella del saggio tecnico in senso stretto, piuttosto di un dettagliato reportage giornalistico. La scrittura rimane sempre semplice, lineare, quasi colloquiale.
Va riconosciuto anche all’autrice il merito di essere riuscita, nonostante la costante personalizzazione del racconto, a far rimanere le sue opinioni e le sue esperienze marginali rispetto al racconto principale del testo. E così Bellissime permette al lettore di «guardare oltre la superficie» glitterata e “sorridente” del mondo della moda-bimbi, emblema e simbolo, come il campo della moda in generale, del «culto della grazia e della necessità di piacere». Il che non sarebbe neanche così tanto da recriminare se la bellezza fosse «fine a se stessa», invece «diventa espediente per arrivare a qualcosa».
Questo, associato al fatto che parliamo di minori, di piccoli che non superano il metro e venti di altezza e i dodici anni di età, inizia già a rendere chiaro quanto pericoloso sia il quadro che si delinea in questo “universo” nel quale scarsissima importanza viene data al «labirinto emotivo» della «necessità di piacere agli altri» e alle conseguenza cui vanno o possono andare incontro questi cuccioli, necessari e sacrificabili a quanto pare in nome del marketing e della pubblicità.
Leggendo Bellissime si viene catapultati in un mondo pressoché sconosciuto a chi non segue molto la moda, le sfilate, le tendenze, gli eventi… un mondo di finzione, come il cinema, i film e le serie tv, dove i “modelli” e le “modelle” vengono travestiti per apparire altro rispetto a quello che sono fuori dai set e dalle passerelle. Dove questa finzione però arriva finanche a prendere il sopravvento sulla realtà e sulla reale necessità dei bambini a cui, a volte, viene negato anche di bere e andare in bagno. Per rispettare i tempi. Non si può non chiedersi: ma di cosa stiamo parlando?!
Il lettore più volte si chiede, insieme alla Piccinni, quando i genitori hanno «smesso di fantasticare su figli medici o avvocati, per cominciare a vaneggiare sullo showbiz».
La situazione è molto più complessa, è vero, e l’autrice la analizza da svariate angolazioni portando avanti un gran bel lavoro di ricerca e sintesi, entrando in punta di piedi in questo mondo pieno di paillettes e lustrini, mossa forse da un innato e assolutamente motivato rispetto per l’infanzia che accompagna e vigila sulla scrittura dell’intero libro. Un rispetto che mai andrebbe calpestato o messo in discussione, figuriamoci poi per il mero tornaconto economico di un brand di moda o dell’etichetta sponsorizzata in pubblicità.
Bellissime è un pugno nello stomaco del lettore, il quale all’improvviso realizza, o meglio rammenta, di essere troppo spesso spettatore, osservatore o telespettatore di immagini, video, spot, serie tv, film o spettacoli di vario genere in cui “protagonisti” sono dei minori… e tutto appare sempre talmente normale, ordinario da passare quasi inosservato. La Piccinni ci ricorda tutto quello che c’è dietro. Il delirio. La «retorica dell’apparenza» di questo «mondo adulto miniaturizzato», dove, soprattutto le bambine, subiscono una precocissima sessualizzazione, «giovanissima carne addobbata da donna» e incitata a imitarne gli atteggiamenti più sensuali.
E allora ci si chiede perché in un mondo, quello vero, martoriato dalla piaga della pedofilia, si invogliano giovani ragazze e bambine ad attirare l’attenzione su una versione sexi e provocante di se stesse?
Bellissime. Baby Miss, giovani modelli e aspiranti lolite si rivela fin dalle prime pagine una lettura interessante, necessaria che illumina, come un faro, i lati bui di un mondo scintillante ma dal verso sbagliato e che invoglia il lettore a riflettere sui molteplici aspetti di questo fenomeno sociale, come di tutti gli altri ad esso direttamente o indirettamente collegati. A metabolizzare il concetto che la bellezza oggi altro non è che «l’eredità di un mondo fallito».
Flavia Piccinni: Nata a Taranto, è una scrittrice e giornalista italiana. Ha pubblicato numerosi romanzi e un saggio sulla ‘ndrangheta. Collabora con diversi giornali, è autrice di documentari per Rai1 e Radio3 e coordinatrice editoriale della casa editrice Atlantide.
Scheda libro:
Prezzo: € 16, 00 (su Libreria Universitaria € 15, 20)
Ebook: non disponibile
Pagine: 200
Formato: brossura
Scheda editore: qui
Source: pdf inviato al recensore, da parte di Simonetta Simonini per conto di Fandango Libri, che ringraziamo.
Articolo originale qui
© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).