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Irma Loredana Galgano

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“A un passo dalla follia” di Gianluca Arrighi (Edizioni CentoAutori, 2019)

27 mercoledì Nov 2019

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Aunpassodallafollia, EdizioniCentoAutori, GianlucaArrighi, legalthriller, recensione

Per meglio descrivere il protagonista del libro di Arrighi si può ricorrere alle parole di Nietsche, il quale in Al di là del bene e del male scrisse:

«chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà in te.»

Elia Preziosi ha guardato in fondo all’abisso a tal punto che non solo la sua mente bensì la sua intera esistenza ne è stata risucchiata, come preda e vittima di un vorticoso tornado generato e alimentato dal Male. Eh sì perché è proprio questo che Preziosi cerca di combattere, in questo come nei precedenti libri di Arrighi.
Non un delitto, non un criminale, per quanto spietato possa essere. Le pagine di A un passo dalla follia scrutano a fondo l’abisso del Male, in tutte le sue manifestazioni e forme.

Arrighi tenta, con questo nuovo libro, di dare un’impronta nuova ai suoi legal thriller votando la narrazione verso una spy story che vede coinvolti anche i servizi segreti italiani e i dogmi della religione cattolica.
Il respiro che traspare da questa narrazione è infatti più ampio di quello dei precedenti libri, nei quali la storia era per certi versi imbrigliata nella sola vicenda principale, ovvero i delitti di cui trovare il responsabile. Libri che più si avvicinavano ai classici della letteratura gialla. Mentre con A un passo dalla follia Arrighi sembra strizzare l’occhio agli autori contemporanei americani in particolare. Lo si denota anche dal fatto che il nuovo romanzo è più corposo, proprio in termini di pagine, rispetto ai precedenti e, anche per questo, più vicino ai suddetti autori.

Lo stile di scrittura permane il medesimo. A tratti però lo si ritrova più incisivo, o forse volutamente più provocatorio. Uno stile più folle o esasperato se si vuole, perfettamente in linea con il narrato.
Lo stile, il linguaggio, il fraseggio, la punteggiatura… tutto è, come consueto, molto curato. Presumibilmente ciò è ancora merito dello stesso autore, che sembra mantenere sempre un forte legame con i suoi scritti. Cosa che si evince dalla narrazione e, appunto, dalla struttura del testo.

 

Pronta per i lettori anche un’antologia di racconti firmati da Lama, Landini, Pulixi, Vicidomini e dallo stesso Arrighi che porta il ben esplicativo titolo Natale rosso sangue, in pubblicazione sempre con Edizioni CentoAutori.
Gli amanti del genere hanno quindi molto materiale per indagare sempre più a fondo l’abisso del Male e della Follia.

 


Articolo originale qui


Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa delle Edizioni CentoAutori per la disponibilità e il materiale



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© 2019, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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13 venerdì Apr 2018

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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EdizioniCentoAutori, GianlucaArrighi, legalthriller, Oltreogniverita, recensione, thriller

Uscito a gennaio 2018 con Edizioni CentoAutori, il nuovo thriller dell’avvocato-scrittore romano Gianluca Arrighi è l’occasione per far conoscere ai suoi lettori il capitano Jader Leoni. Dopo aver deciso quindi, forse in maniera definitiva, di mandare in pensione Elia Preziosi, protagonista indiscusso dei due precedenti libri (L’inganno della memoria e Il confine dell’ombra), Arrighi mette sul tavolo una carta tutta nuova da giocare.

Jader Leoni, capitano del gruppo di intervento speciale e reparto d’élite delle unità antiterrorismo di stanza a Roma, dove vive con la famiglia, viene mandato in un piccolo paese della provincia di Rieti dove, tra l’altro, ha dei parenti e dei ricordi del suo passato che emergono lentamente durante la narrazione ma saranno per la sua conclusione determinanti.

Un piccolissimo paese arroccato sull’Appennino centrale, a vocazione prevalentemente agricola, un ambiente rurale e a tratti dipinto così agreste da ricordare le scene bucoliche di Virgilio. Quale posto migliore per ambientarci un omicidio e uno scandalo a carattere sessuale per rendere ancor più stridente il contrasto tra la realtà e le ipocrisie del pregiudizio e dell’apparenza?

Persone ambigue ma che in fondo non hanno nulla da nascondere e persone perbene che possono trascinarti con facilità estrema in un baratro di menzogne, falsità, dolore e omicidi, nella vana speranza di mantenere inalterata l’apparenza che con tanta dedizione e fatica hanno creato, costruito intorno a se stessi, proprio come le maschere di cui tanto ha narrato Pirandello.

La scrittura di Arrighi è chiara, con frasi brevi e un linguaggio che ricorda molto quello parlato, uno stile narrativo che potrebbe essere definito basico, con la suspense, peculiarità immancabile in questo genere letterario, creata mantenendo pressoché invariato il registro narrativo. Il racconto degli eventi, che incalzano e vanno a incastrarsi come tessere di un puzzle, inocula in chi legge un tanto equilibrato quanto morboso input di curiosità che lo invoglia nel prosieguo della lettura.

Si nota, lungo tutto il testo, l’uso ripetuto della similitudine. Per esempio quando l’autore scrive: “le notizie si diffondono alla velocità di un incendio in un fienile”, oppure “si muoveva rapido e fluido come un fiume nel suo letto”. Espressioni che sembrano servire non tanto a chiarire concetti che sono già chiari ed elementari, quanto a legare il narrato e i protagonisti al territorio, ai luoghi ove le vicende si svolgono. Un incendio in un fienile e un fiume che scorre nel suo letto non possono non legare quanto il lettore legge all’ambientazione stessa, ovvero un ambiente rurale e contadino con il cadavere rinvenuto in un bosco.

Il capitano Jader Leoni, pur differente da Elia Preziosi sotto molti aspetti, lo ricorda per la determinazione, per l’attaccamento al lavoro e agli affetti e per il ricorso, se necessario, a metodi anche poco ortodossi affinché giustizia sia fatta. Un personaggio che, tutto sommato, irrompe bene sul palcoscenico narrativo di Arrighi e che, forse, nei prossimi libri, riuscirà a mettere definitivamente in ombra il suo predecessore.

Persiste, nello stile narrativo di Gianluca Arrighi, la ricerca sistemica della perfezione. Nella precisione e nella cura di ogni singolo dettaglio che riguarda la vicenda narrata come nella stessa scrittura, che può, soprattutto nei dialoghi, risultare a volte troppo manierata. Nel complesso comunque il giudizio sulla nuova avventura letteraria di Arrighi è positivo. La lettura si conferma piacevole e scorrevole. Come positivo viene interpretato da chi legge lo sforzo compiuto dall’autore nel voler raccontare con un tocco originale due aspetti cruciali della contemporaneità: omofobia e islamofobia. L’aver voluto portare i protagonisti della vicenda in un ristretto e rurale contesto ha agevolato anche l’immissione nella quotidianità di questi aspetti troppo spesso raccontati come astratti, lontani. Solo in questo modo infatti si riesce a svelare l’arcano che vuole tutti menzogneri “per nascondere quello che sono veramente”.

Source:Si ringrazia Gaia Luvera, dell’Ufficio Stampa Edizioni CentoAutori, per la disponibilità e il materiale


Articolo originale qui



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© 2018, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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13 giovedì Apr 2017

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EdizioniCentoAutori, GianlucaArrighi, Ilconfinedellombra, legalthriller, Lingannodellamemoria, recensione, thriller

Esce oggi la nuova “arringa letteraria” dell’avvocato-scrittore romano Gianluca Arrighi, Il confine dell’ombra, pubblicato da Edizioni Cento Autori. Sequel de L’inganno della memoria (Edizioni Anordest, 2014) potrebbe valere anche come libro a sé tant’è stata la bravura dell’autore di fondere e al contempo separare le due storie. I protagonisti sono i medesimi e i fan del magistrato Elia Preziosi non resteranno delusi dal nuovo incontro con il ‘personaggio’ ancor meglio delineato in questa nuova avventura. E sono proprio loro il trait d’union con il precedente libro di Arrighi, loro che portano ancora i segni e le cicatrici dovute all’incontro-scontro con il killer degli organi. Riesce in maniera ottimale l’autore a rinverdire i ricordi di chi ha letto a suo tempo L’inganno della memoria senza comunque svelare nulla che possa rovinare la sorpresa in chi invece quel libro ancora non lo ha letto ma magari, incuriosito proprio da quanto scritto ne Il confine dell’ombra, intende poi farlo.

Leggi anche – “L’inganno della memoria” – Recensione

Questa volta magistratura e polizia si trovano a dover contrastare l’azione di un killer seriale ancora più spietato determinato e sfuggevole di quello ‘degli organi’. Un uomo-ombra ulteriormente celato da una macabra maschera che gli copre il volto per intero e gli conferisce un aspetto decisamente più inquietante. Sarà proprio lui, Orco, a chiamare in causa Elia Preziosi. Il perché si pensa di poterlo intuire anche prima ma in realtà si capirà solo nell’epilogo della vicenda. Preziosi si è ritirato dalla professione e quindi l’autore ne Il confine dell’ombra accompagna i suoi lettori in un viaggio ancor più profondo nell’intimità del protagonista, nella sua mente tormentata dai fantasmi del passato, dal rifiuto del presente e dalla negazione del futuro. L’unico appiglio valido a sorreggere Preziosi e utile per evitare che precipiti inesorabilmente nel tunnel dell’alcolismo e della depressione è il suo amore per Silvia, la donna della sua vita che ha rinunciato a carriera e lavoro per stargli vicino.

Il libro, la storia, il registro narrativo, i personaggi sono curati nel minimo dettaglio, con una precisione che non definirei maniacale bensì “legale”. Complice forse la professione svolta dall’autore traspare in ogni pagina una cura estrema per ogni minimo dettaglio, o cavillo appunto. In particolare, lungo tutto il racconto, si nota l’attenzione riservata alla creazione dei personaggi. Arrighi ha creato proprio i ‘tipi giusti’ per la storia che voleva raccontare. Li ha amorevolmente curati come un giardiniere fa con le sue piante. Li ha plasmati come creta nelle mani di un abile ceramista. Ispirandosi costantemente alla realtà e all’ambiente in cui li ha inseriti. A volte sembra che lo stesso Arrighi si aspetti, da un momento all’altro, di incontrarli per davvero tra le strade di Roma o lungo i corridoi degli uffici giudiziari.

Leggi anche – Intervista a Gianluca Arrighi

L’autore spalanca per i suoi lettori le porte dell’Unità per l’Analisi del Crimine Violento (UACV), sezione speciale della Polizia di Stato chiamata in causa nei casi di omicidi particolarmente efferati. Una sorta di Unità di Analisi Comportamentale (The Behavioral Analysis Unit – BAU) dell’FBI, nota al grande pubblico grazie alla serie televisiva Criminal Minds, ma in versione Made in Italy. Un’irruzione seppur fittizia in uffici investigativi notoriamente chiusi e perlopiù sconosciuti che indirettamente invita chi legge a riflettere sulle conseguenze a cui vanno incontro gli uomini e le donne che coraggiosamente scelgono di svolgere determinate professioni le quali inesorabilmente cambieranno il corso della loro vita.

Quasi per uno strano gioco del destino, o della stessa vita, Elia Preziosi e Orco si sentono egualmente braccati dai demoni che albergano nelle rispettive menti, fantasmi originatisi in maniera diversa ma che hanno col tempo ingenerato le medesime conseguenze… Preziosi ha scelto però di combatterli con una sorta di stoico autolesionismo mentre Orco ha deciso di tentare la sua vendetta perché per lui ormai il mondo non va oltre il confine della sua ombra.

La lettura è piacevole e scorrevole, le oltre duecento pagine del libro scivolano sotto gli occhi del lettore in maniera perfettamente lineare e veloce e man mano che la vicenda entra nel vivo aumenta la suspense e la voglia di bruciare le tappe e scoprire il finale il prima possibile. Senza dubbio alcuno Il confine dell’ombra di Gianluca Arrighi si rivela una lettura accattivante che non deluderà gli appassionati del genere.

Gianluca Arrighi: Romano, avvocato penalista e scrittore. Cultore di Diritto penale alle Università di Cassino e Roma. Autore di diversi legal thriller e numerose novelle noir pubblicate su quotidiani e riviste.

Source: Si ringrazia l’autore e Gaia Luvera dell’Arrighi PressOffice per la disponibilità e il materiale.

© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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