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Irma Loredana Galgano

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Siamo quello che nel cuore sentiamo di essere? “Potrebbe trattarsi di ali” di Emilia Bersabea Cirillo (L’Iguana Editrice, 2017)

25 martedì Lug 2017

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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AliceMunro, EmiliaBersabeaCirillo, LiguanaEditrice, Nobel, Potrebbetrattarsidiali, racconto, recensione

Esce con L’Iguana Editrice la raccolta di sette racconti di Emilia Bersabea Cirillo che prende il nome dalla prima storia narrata, Potrebbe trattarsi di ali. Sette figure femminili indagate dall’autrice nel loro essere donne, mogli, madri, sorelle, lavoratrici, disoccupate, bambole… secondo un preciso ordine di intenti che regala al lettore il piacere di leggere un’autrice nuova, o meglio rinnovata.

La Cirillo pur restando fedele al suo essere e voler essere una scrittrice del territorio sembra aver fatto un grosso passo in avanti con questa sua nuova pubblicazione. L’ambientazione rimane la sua città, capoluogo dell’omonima provincia irpina, Avellino, ma i suoi racconti non restano più ancorati alla volontà dell’autrice di raccontare la sua terra. Pur rappresentando ancora i luoghi che hanno originato le storie queste diventano universali. Emilia Cirillo sembra essere riuscita a staccarsi dalla volontà di scrivere per se stessa, per soddisfare un suo personale desiderio, la sua scrittura ora, in Potrebbe trattarsi di ali, sembra un regalo per i suoi lettori, che lo accolgono e lo apprezzano.

Più volte ricorre, all’interno dei racconti, il nome del premio Nobel Alice Munro per la quale la scrittura deve «toccare il lettore tanto da farlo sentire un po’ cambiato». La Cirillo sembra aver fatto tesoro degli insegnamenti della Munro.

Il dolore che Beba somatizza al punto da far soffrire l’intero corpo quanto il cuore, la vicenda umana di Camillo e della sua dolly Rebecca, le dimensioni “fuori misura” di Agnese almeno quanto i suoi sogni, la folle gelosia di Natalina che scuote l’abitudinaria Giovanna, il coraggio di Laura, il dolore di Norma e la disperazione di Anna viaggiano lungo lo stesso binario della vita e imprimono nel lettore la sensazione che questi personaggi esattamente come i loro tormenti possono annidarsi ovunque. Reali e realistici al punto da considerare le loro storie come fotografie o meglio ritratti a tinte forti di quello che in verità l’umanità è e rappresenta. E il lettore, insieme al personaggio Agnese, si chiede se le persone sono quello che nel cuore sentono di essere o sono altro.

«Certe sere erano queste storie, quando un freddo dentro mi immalinconiva,

a restituirmi la voglia di non soccombere surgelata»

La Cirillo fa una singolare dedica iniziale: ai corpi che resistono. Leggendo il testo si riesce a capirne il perché. Va sottolineato anche il merito dell’autrice di aver raccontato temi di scottante attualità narrando il vero, il reale, senza ipocrisie e senza lasciarsi deviare dai proclami che inneggiano alla paura. Le storie di Maria Fatima e Anna meritano grande attenzione e riflessione così pure le sfaccettature di Kathrine e dei bambini di Bianca.

Un buon libro, Potrebbe trattarsi di ali di Emilia Bersabea Cirillo, una valida selezione di racconti nuovi tra i quali è stata inserita anche qualche rivisitazione di storie già pubblicate in passato. Una raccolta di storie che merita senz’altro di essere letta.

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Le storie, il tempo e la propria terra nell’intervista a Emilia Bersabea Cirillo per “Non smetto di aver freddo”(L’Iguana Editrice, 2016)

Umanità e Giustizia salveranno i migranti… e anche tutti gli altri. “Padre Mosé” di Mussie Zerai e Giuseppe Carrisi (Giunti, 2017)

“Tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione” di Stefano Allievi e Gianpiero Dalla Zuanna (Editori Laterza, 2016)

“I buoni” di Luca Rastello (Chiarelettere, 2014)

Source: Si ringrazia l’autrice, Emilia Bersabea Cirillo, per la disponibilità e il materiale

Disclosure: Fonte trama e biografia autrice scheda copertina libro

© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Le storie, il tempo e la propria terra nell’intervista a Emilia Bersabea Cirillo per “Non smetto di aver freddo” (L’Iguana Editrice, 2016)

24 venerdì Feb 2017

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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EmiliaBersabeaCirillo, intervista, LiguanaEditrice, Nonsmettodiaverfreddo, romanzo

Emilia Bersabea Cirillo ritorna in libreria con un nuovo avvincente romanzo edito da L’Iguana Editrice. Protagoniste di Non smetto di aver freddo sono due donne, la loro vita, i loro trascorsi e tormenti.

Una storia intensa quella narrata dalla Cirillo, ispirata da un vecchio fatto di cronaca e dalle personali esperienze dell’autrice. Una vicenda che corre lungo i binari del tempo trascorso, che ha segnato le vite di Dorina e Angela al pari degli accadimenti che le hanno viste e volute, in vario modo, vittime e carnefici. A fare da sfondo e da base, come sempre nei racconti della Cirillo, la sua terra, l’Irpinia. Un ripetuto omaggio che vuol rappresentare ogni volta una conferma, d’amore e passione.

Ne abbiamo parlato nell’intervista che gentilmente ha concesso.

La sua carriera di scrittrice sembra scorrere su un doppio binario: da un lato i racconti brevi, dall’altro i romanzi. In entrambi i casi lei utilizza una prosa asciutta che sembra limitarsi all’essenziale, eppure nei suoi scritti traspare sempre un grande trasporto emotivo. Come nasce il suo stile di scrittura?

Ho impiegato molti anni a trovare una mia voce, cioè una modalità e un ritmo per raccontare le storie che mi vengono in mente. Devo certamente questo alle letture che ho fatto, ma anche al lungo lavoro di scrittura, che mi vede intervenire sul testo, una volta finito, ripetutamente. Cerco di togliere, anziché aggiungere, di trovare o inventare parole appropriate, che siano efficaci, di scrivere frasi brevi. Sono queste che danno il respiro alla scrittura. Anche se la ricerca di uno stile di scrittura non si conclude mai del tutto.

Questa volta ritorna in libreria con un romanzo. Una storia intensa che vede due donne protagoniste, o meglio il legame tra le loro vite. Come nascono i personaggi di Dorina e Angela?

Da una lettura di un fatto di cronaca, occorso anni fa a Firenze. Una donna aveva ucciso a coltellate la moglie di un uomo a cui lei credeva di appartenere. Una storia di stalking che mi colpì moltissimo. Leggevo dentro dolore e solitudine. E per altre vicende personali, che hanno a che fare con il mio lavoro di architetto. Per un periodo, ho diretto i lavori del carcere di Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino. Dorina, l’altra protagonista, voleva essere una donna semplice, che vive e lotta per il suo quotidiano, una donna che alle spalle non ha altro che se stessa. E che vuole vivere la sua piccola, difficile vita. Con ostinazione, con speranza.

Ancora una volta la storia da lei narrata ruota intorno al concetto di tempo, in questo caso quello trascorso e che contrappone infanzia e maturità. Cosa vuole trasmettere ai suoi lettori indagando così a fondo il tempo che passa?

Penso che scrivere significhi narrare il tempo. La vita dei protagonisti è tempo trascorso, tempo vissuto, tempo che si attende. Sul tempo Proust ha scritto la sua monumentale Recherche.

Non c’è storia senza tempo.

Leggi anche – Recensione a “Gli incendi del tempo” di Emilia Bersabea Cirillo (et al./Edizioni, 2013)

Un ulteriore tema nel quale la sua penna affonda senza remore è l’indagine dell’animo umano, femminile, mettendone a nudo gli aspetti più bui e ‘pericolosi’. In Non smetto di aver freddo sono gli accadimenti che determinano lo stato d’animo di Angela e Dorina oppure è la loro mente che in un certo qual modo condiziona gli eventi?

È il caso che ci fa nascere in un modo anziché in un altro, in un luogo o in un altro. Sono le circostanze intorno a noi che condizionano la nostra educazione, la nostra visione del mondo. Senz’altro sono gli accadimenti che determinano gli stati d’animo. Certo l’indole è qualcosa di imponderabile, che ha la sua importanza nella costruzione della individualità, sia di una persona che di un personaggio. E questo in una narrazione è da tenere sempre presente.

In più punti del suo romanzo il lettore ha l’impressione che questa profonda ricerca dentro di sé sia l’unica strada percorribile dalle protagoniste per riuscire a capire e affrontare ciò che sta fuori, il mondo e la vita. È questa la via da seguire secondo lei?

Penso che senza conoscere a fondo se stessi, non si riesca a rispondere alla domanda fondamentale della nostra esistenza: Che voglio fare nella vita? Noi lo sappiamo, in fondo in fondo, cosa vogliamo diventare, e dobbiamo deciderlo e imparare a percorrere la strada, per lo più in salita, che ci porta al nostro obiettivo. Strada che spesso è piena di conflitti, difficoltà, aporie. Solo conoscendo bene se stessi, ci si può non scoraggiare e adeguare alle contraddizioni dell’esistenza, in fine scegliere, una strada o un’altra. Che poi, nei libri, è quello che accade ai personaggi, che devono affrontare i loro conflitti. Il come, il modo con cui i personaggi li affrontano che è importante nella dinamica narrativa. E contribuisce a rendere un protagonista indimenticabile.

Leggi anche – La scrittura come autoanalisi e auto-rivelazione. Intervista a Fioly Bocca per “L’emozione in ogni passo” (Giunti, 2016)

Le storie sono diverse, gli sviluppi delle vicende anche ma c’è una cosa che sembra non voler mai abbandonare. Permane nei suoi libri la volontà di raccontare, accanto alle storie dei protagonisti, la sua terra. Cosa rappresenta per lei e cosa invece vorrebbe fosse percepito dai lettori?

Non credo che si possa raccontare una storia senza raccontare un luogo. Io vivo qui, in Irpinia, ed è questo il posto che conosco meglio di altri e che mi piace descrivere. Dove potrei ambientare le mie storie se non tra queste montagne, questi paesi, questi panorami? Credo che nominare un luogo, farlo diventare protagonista delle mie storie sia assolutamente automatico. Come un binomio. Non c’è terra migliore di quella che si abita, per scriverne. Il lettore attento lo sa.

Source: Si ringrazia Emilia Bersabea Cirillo per la disponibilità e il materiale

Disclosure: Fonte della trama e della biografia dell’autrice www.liguana.it

© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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