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Irma Loredana Galgano

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Libertà di culto e manipolazione del pensiero: “Nella setta” di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni (Fandango, 2018)

09 martedì Apr 2019

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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CarmineGazzanni, Fandango, FlaviaPiccinni, Nellasetta, paura, recensione, saggio, terrore

Nella setta di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni è un libro-inchiesta esemplare. Un preciso lavoro di indagine e ricerca sul campo, preceduto o parallelo a uno studio delle fonti documentali, e che ha poi condotto alla stesura di un testo che si legge con avidità, maggiormente se si è distanti o a digiuno dell’argomento trattato.
Del resto Piccinni ha già abituato i suoi lettori a tale livello investigativo. Come nell’inchiesta da lei stessa condotta sui concorsi di bellezza e le sfilate di moda riservate ai minori e divenuta Bellissime. Baby miss giovani modelli e aspiranti lolite edito sempre dalla Fandango Libri nel 2017.

Il libro è scritto in maniera chiara, con l’uso di un registro narrativo preciso e semplice, mai semplicistico. Grande attenzione viene riservata alle fonti, siano esse documentali o testimonianze dirette, oltre che, naturalmente, alla trascrizione e rielaborazione dei diari di campo della ricerca in loco condotta direttamente dagli autori, spesso come veri e propri “infiltrati”.

Nella setta di Piccinni e Gazzanni non è semplicemente un libro da leggere, è un vademècum da tenere sempre bene a mente. L’unico vero “mantra” necessario e utile per sconfiggere suggestioni, paure, condizionamenti e debolezze che sono, alla fin fine, il vero lasciapassare per truffatori e guru vari.
La libertà di culto, di fede religiosa, sancita anche dall’articolo 19 della Costituzione, non va confusa o mischiata con la manipolazione del pensiero, la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento della prostituzione, l’adescamento, la pedofilia, i maltrattamenti, lo sfruttamento dei minori, il ricatto, la minaccia… ed è esattamente questo che cercano di chiarire e dimostrare Piccinni e Gazzanni con la loro inchiesta.

«Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume» [La Costituzione, Parte I – Diritti e doveri dei cittadini – Titolo I – Rapporti civili].

Tutte le testimonianze e i dati raccolti nell’indagine condotta dagli autori evidenziano la volontà comune a ogni setta di creare una sorta di “universo parallelo”, alternativo al mondo. Un luogo simbolo e simbolico dove far vigere i propri dettami, le regole, le usanze. Lavorare, studiare e nutrirsi seguendo un percorso purificativo-conoscitivo che porta, o meglio porterebbe alla salvezza. Dal male, da Satana, dalle malattie… ma più genericamente dal mondo esterno, quello che deve essere tenuto rigorosamente fuori dallo “universo parallelo”.
Eppure, leggendo il libro, l’idea che prende sempre più forma nella mente del lettore è che, pur se ognuna con i propri ideali, veri o dichiarati, e le proprie regole, le sette finiscono per somigliarsi un po’ tutte. Indottrinamento di massa, manipolazione del pensiero, violenze, abusi e schiavismo protratti per la maggiore su donne e minori, sono le violazioni maggiormente riscontrate. Unitamente all’aspetto economico. La salvezza sì ma da raggiungersi sempre e solo previo esborso di onerosi e ripetuti oboli alla causa.
Truffe e violenze di cui è pieno, purtroppo, anche il mondo fuori.

La manipolazione del pensiero non può e non deve mai essere sottovalutata anche e forse soprattutto quando vip e celebrity varie si fanno testimonial o portavoce di sette o gruppi, arrivando così a sommare le capacità di persuasione di fondatori e adepti alle proprie. Inqualificabile è per certo l’atteggiamento di autorità e politici che presenziano a eventi o avallano questi gruppi senza aver preso preventivamente le dovute informazioni per scongiurare l’eventualità, più volte verificatisi purtroppo, di sostenere associazioni o sette dedite alla manipolazione e allo sfruttamento, fisico ed economico.
A pesare ancor di più è l’assenza, a partire dal vuoto normativo ancora in essere, o la distanza nella tutela delle vittime.
A onor del vero va sottolineata questa negligenza dello Stato anche per quanto riguarda le vittime di associazioni, istituzioni e religioni definite “grandi” in riferimento sempre all’estensione territoriale, proselitista ed economica. Ovvero ciò che genera potere.

Ogni mattina, in Italia, «quattro milioni» di persone si alzano e «hanno un segreto: sono membri di un’organizzazione settaria». Alcuni appartengono a comunità fisiche, altri a realtà internazionali e altri ancora a gruppi misteriosi ed esoterici. Intorno a tutti aleggia il rischio concreto che la libertà di culto, la volontà di rivalsa, il desiderio di apprendimento di nuove filosofie esistenziali siano soffocate dalla manipolazione mentale, dallo sfruttamento, dalle violenze. Educare cittadini consapevoli è per certo il primo passo per evitare che debolezze, paure, suggestioni, timori li rendano facili prede. Un’adeguata normativa in merito è il passo successivo o, se si preferisce, precedente per garantire la tutela, soprattutto dei minori. Controlli economici, finanziari e fiscali potrebbe essere un terzo valido strumento in mano alle autorità statali e non da ultimo necessita un articolato supporto psicologico e psichiatrico per le vittime e i fuoriusciti affinché riescano a superare il trauma certo ma anche i problemi di insicurezza che li hanno spinti a cercare ‘protezione’ in un ambiente chiuso, settario e gerarchizzato.

Nella setta di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni è un libro assolutamente da leggere perché la vera libertà non risiede mai semplicemente nella diversificazione, vera o presunta, dell’offerta, negli slogan e nelle sponsorizzazioni che cercano di avallare progetti e intenti. No, la vera libertà, anche di culto ed espressione religiosa, sta nella capacità e nella possibilità di abbracciare o meno una causa, una fede, un progetto… ma di farlo sempre e comunque con la propria testa, scevri da condizionamenti di qualsiasi tipo.


Articolo originale qui


Source: Si ringrazia l’Ufficio Stampa della Fandango Libri per la disponibilità e il materiale


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© 2019, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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Bellissime, Fandango, FlaviaPiccinni, recensione

bellissime

Stendhal affermava che «la bellezza non è che una promessa di felicità». Già, semplicemente una promessa.

Con le parole del noto scrittore francese si apre al lettore il libro di Flavia Piccinni Bellissime. Baby Miss, giovani modelli e aspiranti lolite, edito quest’anno da Fandango Libri. Un “documentario” di parole che racchiude più di quanto ci si aspetti, che racconta più di quello che si vorrebbe sapere e vedere, che lascia poco spazio a fraintendimenti e ipocrisie. Insomma, un libro necessario.

La Piccinni condensa nelle pagine di Bellissime il risultato delle sue ricerche sul campo, delle sue ricerche documentarie, delle sue esperienze dirette, il racconto di testimoni e testimonianze varie nonché i suoi personali ricordi d’infanzia… al punto da conferire all’intero testo un’impostazione che non è quella del saggio tecnico in senso stretto, piuttosto di un dettagliato reportage giornalistico. La scrittura rimane sempre semplice, lineare, quasi colloquiale.

Va riconosciuto anche all’autrice il merito di essere riuscita, nonostante la costante personalizzazione del racconto, a far rimanere le sue opinioni e le sue esperienze marginali rispetto al racconto principale del testo. E così Bellissime permette al lettore di «guardare oltre la superficie» glitterata e “sorridente” del mondo della moda-bimbi, emblema e simbolo, come il campo della moda in generale, del «culto della grazia e della necessità di piacere». Il che non sarebbe neanche così tanto da recriminare se la bellezza fosse «fine a se stessa», invece «diventa espediente per arrivare a qualcosa».

Questo, associato al fatto che parliamo di minori, di piccoli che non superano il metro e venti di altezza e i dodici anni di età, inizia già a rendere chiaro quanto pericoloso sia il quadro che si delinea in questo “universo” nel quale scarsissima importanza viene data al «labirinto emotivo» della «necessità di piacere agli altri» e alle conseguenza cui vanno o possono andare incontro questi cuccioli, necessari e sacrificabili a quanto pare in nome del marketing e della pubblicità.

Leggendo Bellissime si viene catapultati in un mondo pressoché sconosciuto a chi non segue molto la moda, le sfilate, le tendenze, gli eventi… un mondo di finzione, come il cinema, i film e le serie tv, dove i “modelli” e le “modelle” vengono travestiti per apparire altro rispetto a quello che sono fuori dai set e dalle passerelle. Dove questa finzione però arriva finanche a prendere il sopravvento sulla realtà e sulla reale necessità dei bambini a cui, a volte, viene negato anche di bere e andare in bagno. Per rispettare i tempi. Non si può non chiedersi: ma di cosa stiamo parlando?!

Il lettore più volte si chiede, insieme alla Piccinni, quando i genitori hanno «smesso di fantasticare su figli medici o avvocati, per cominciare a vaneggiare sullo showbiz».

La situazione è molto più complessa, è vero, e l’autrice la analizza da svariate angolazioni portando avanti un gran bel lavoro di ricerca e sintesi, entrando in punta di piedi in questo mondo pieno di paillettes e lustrini, mossa forse da un innato e assolutamente motivato rispetto per l’infanzia che accompagna e vigila sulla scrittura dell’intero libro. Un rispetto che mai andrebbe calpestato o messo in discussione, figuriamoci poi per il mero tornaconto economico di un brand di moda o dell’etichetta sponsorizzata in pubblicità.

Bellissime è un pugno nello stomaco del lettore, il quale all’improvviso realizza, o meglio rammenta, di essere troppo spesso spettatore, osservatore o telespettatore di immagini, video, spot, serie tv, film o spettacoli di vario genere in cui “protagonisti” sono dei minori… e tutto appare sempre talmente normale, ordinario da passare quasi inosservato. La Piccinni ci ricorda tutto quello che c’è dietro. Il delirio. La «retorica dell’apparenza» di questo «mondo adulto miniaturizzato», dove, soprattutto le bambine, subiscono una precocissima sessualizzazione, «giovanissima carne addobbata da donna» e incitata a imitarne gli atteggiamenti più sensuali.

E allora ci si chiede perché in un mondo, quello vero, martoriato dalla piaga della pedofilia, si invogliano giovani ragazze e bambine ad attirare l’attenzione su una versione sexi e provocante di se stesse?

Bellissime. Baby Miss, giovani modelli e aspiranti lolite si rivela fin dalle prime pagine una lettura interessante, necessaria che illumina, come un faro, i lati bui di un mondo scintillante ma dal verso sbagliato e che invoglia il lettore a riflettere sui molteplici aspetti di questo fenomeno sociale, come di tutti gli altri ad esso direttamente o indirettamente collegati. A metabolizzare il concetto che la bellezza oggi altro non è che «l’eredità di un mondo fallito».

Flavia Piccinni: Nata a Taranto, è una scrittrice e giornalista italiana. Ha pubblicato numerosi romanzi e un saggio sulla ‘ndrangheta. Collabora con diversi giornali, è autrice di documentari per Rai1 e Radio3 e coordinatrice editoriale della casa editrice Atlantide.

Scheda libro:

Prezzo: € 16, 00 (su Libreria Universitaria € 15, 20)
Ebook: non disponibile
Pagine: 200
Formato: brossura
Scheda editore: qui

Source: pdf inviato al recensore, da parte di Simonetta Simonini per conto di Fandango Libri, che ringraziamo.

Articolo originale qui

© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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