Quando Filippo Tommaso Marinetti presenta ufficialmente al pubblico del Théâtre de l’Oeuvre di Parigi il manifesto del Tattilismo è il 14 gennaio del 1921. Esattamente cento anni fa. In un’Italia che potrebbe apparire molto diversa da quella attuale quando in realtà non lo è poi così fino in fondo.
Allora come oggi la gente è spaventata, disorientata.
La Grande Guerra ha causato innumerevoli vittime, stremato i sopravvissuti, generato incertezze e dubbi eppure Marinetti invita il suo pubblico a non soccombere, ma lentamente riprendere a sentire e a rieducare il corpo all’esperienza della novità. Ricorda ai suoi auditori la necessità che ha portato al dover indossare delle maschere, a nascondersi, a proteggersi, a imparare ad evitare il nemico.
Per Marinetti è giunto il momento di rinnovare anche il Futurismo, che vuole allontanare dalle sue parole in libertà, dai versi scoppiettanti, dalle onomatopee… e avvicinarlo invece al senso-significato che risiede tutto nel toccare, ora, nel percepire attraverso la pelle che è stata offesa, negata, nascosta. Ecco allora che mostra la sua novità futurista: le tavole tattili, ovvero il Tattilismo, o Arte del Tatto. Perché, afferma Marinetti, la pelle è conduttrice di pensiero.
Sarà solo indossando più a lungo possibile dei guanti che si riuscirà a stimolare e ridestare il naturale desiderio di percepire attraverso i polpastrelli delle dita. Fare esperienza nel buio della propria stanza, allenandosi a distinguere gli oggetti, la loro forma e consistenza come egli stesso imparò nel sotterraneo buio di una trincea di Gorizia nel 1917.
Le tavole tattili di Marinetti insegnano a conoscere il mondo attraverso la pelle, e a familiarizzare con noi stessi e le nostre reazioni. Non sono un’opera d’arte né una sua scoperta innovativa, come ammette egli stesso, il quale afferma di essersi ispirato alle forme geniali della Jongleuse e degli Hors-Nature di Rachilde.
L‘originalità dell’artista si manifesta con maggiore forza nei viaggi di mani: tavole astratte o suggestive, ideali per chi non può viaggiare, che rendono possibile vagare invece con le mani lungo percorsi e tracce differenti.
La casa editrice FVE di Milano propone, a un secolo esatto dalla nascita del Tattilismo, un libro che ne racchiude il contenuto e il senso profondo e lo propone al pubblico in un periodo in cui davvero può essere di aiuto per permettere le comunicazioni spirituali fra gli esseri umani attraverso l’epidermide.
Bibliografia di riferimento
Filippo Tommaso Marinetti, Tattilismo e lo splendore geometrico e meccanico, FVE, Milano, 2020.
Testo della conferenza al Théâtre de l’Oeuvre di Parigi del 14 gennaio 1921.
Prefazione di Valentina Ferri.
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Source: Si ringrazia l’Agenzia di Stampa AMR per la disponibilità e il materiale
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