“Reality Crime” di Florian Lafani e Gautier Renault
È un esperimento, quello tentato da Sperling & Kupfer, che tutto sommato si presenta come la trasposizione digitale dei romanzi cartacei a puntate del secolo scorso. Infatti Reality Crime #1 e #2 non danno informazioni sufficienti per comprendere appieno lo sviluppo e soprattutto l’epilogo della vicenda: per avere il quadro chiaro il lettore interessato dovrà per forza comprare gli altri e-book. Vista la lunghezza complessiva dell’opera, che supera di poco il centinaio di pagine, chi vi scrive avrebbe di gran lunga preferito leggerlo in versione integrale piuttosto che a spizzichi e bocconi.
L’incipit di Reality Crime #1 ci porta a conoscere la vita apparentemente ordinaria di Colin, professore universitario di origini inglesi ma trapiantato in Giappone, e di sua moglie Yukio. Una relazione extraconiugale dell’uomo sembra innescare una serie di eventi nefasti che lo condurranno in una specie di prigione in mezzo al nulla, ostaggio delle sue paure prima che dei suoi carnefici. Colin Stearl si ritroverà, suo malgrado, recluso in qualche punto imprecisato nel Territorio del Nord del bush australiano che invece era stato il luogo prescelto da George, un altro personaggio, per cercare di salvarsi dalla malattia che lo aveva colpito e la cui causa, il proprio lavoro, poteva essere annientata solo con un totale isolamento in un luogo non contaminato dagli eccessi della “civilizzazione selvaggia”.
Se da un lato Colin sarà costretto a fare i conti col fatto che la vita può essere altrettanto dura e crudele quanto la guerra da cui ha cercato per anni, inutilmente, di fuggire, Georgescoprirà che, purtroppo, anche i luoghi più remoti non sono sfuggiti all’ingordigia dei fomentatori del “progresso a ogni costo” che nella realtà si concretizza con un’estesa cementificazione e con l’inquinamento del suolo, dell’aria e delle falde acquifere circostanti.
Sull’intera vicenda incombe minacciosa la figura enigmatica di Alban M., titolare dell’account social prima e del sito internet poi su cui viene postato il video incriminante della segregazione e dell’uccisione dei prigionieri, tra i quali c’è Erasmus, amico di Tom, community manager di una società londinese, il quale è tra i primi a lanciare l’allarme di quanto sta accadendo proprio perché contattato dal suo amico. Nel momento in cui sarà tragicamente chiaro a tutti che non si tratta di uno scherzo, entrerà in gioco anche la GCHQ, l’unità operativa inglese contro la cybercriminalità.
Il ritmo della narrazione di Reality Crime è molto incalzante; in poche sequenze Lafani e Renault riescono a catturare l’attenzione del lettore e a mantenerla per l’intera sezione. Disorienta un po’, invece, il continuo e repentino altalenare da una scena all’altra, da un capo all’altro del mondo. A chi legge viene dato appena il tempo di entrare nella scena, figurarsi i protagonisti, assaporare la storia che già il tutto viene interrotto in modo brusco per essere trasportato altrove o perché la sezione del libro è terminata. Questo dispiace perché la vicenda e la capacità espositiva degli autori hanno un potenziale altissimo.
Nel libro di Florian Lafani e Gautier Renault la realtà virtuale diventa teatro di un crimine reale e il social Facebook la piattaforma del macabro lancio pubblicitario dello stesso. Tutto ciò induce il lettore a porsi degli interrogativi sulla funzione sociale delle community e sul fatto che si possano postare video integrali di delitti commessi o in atto senza che un preventivo controllo tuteli magari dei minori che vi incappino, anche in maniera accidentale. Spinge a riflettere sulla distanza virtuale dagli autori di detti crimini che può corrispondere o meno a una distanza fisica. Ma soprattutto porta chi legge a chiedersi fin dove possa arrivare la crudeltà degli uomini verso i propri simili e quanto gravi possano diventare le conseguenze.
Gli argomenti assolutamente attuali, la capacità narrativa e le riflessioni sulla società contemporanea rendono la scrittura degli autori interessante. Di sicuro una valida alternativa al fantasy o al giallo nell’accezione classica del termine, essendo indirizzata a un pubblico giovane questa nuova sequenza narrativa a puntate: Reality Crime di Lafani e Renault.
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