Seconda prova narrativa per l’eclettico e spumeggiante Paolo Gambi. La carezza del cavaliere, un romance storico auto-prodotto, racconta al lettore le vicende e le vicissitudini di un nobile cavaliere sempre in bilico tra la vita reale e quella impostagli dall’Ordine. Un muro, neanche troppo invisibile, che separa i due mondi come il grande portone in legno divide e isola la sua lussuosa e silenziosa dimora dal circo frenetico della capitale appena fuori di esso. Un miscuglio di emozioni e sensazioni, esperienze e rimorsi che hanno contribuito a delineare i contorni di un’amara esistenza vista oramai dallo stesso Bertrando come «un enorme peccato. Un lunghissimo peccato d’omissione».
Rispettare tutte le regole imposte dall’Ordine e dal rango hanno costretto il protagonista a una vera e propria “omissione di vita” che lui stesso rimette al suo confessore-confidente in un momento, della sua lunga esistenza, in cui inizia a prevalere il senso di inquietudine e insofferenza per le briglie che lo hanno frenato, nella vita come nell’amore.
L’autore porta i suoi lettori, o meglio la loro fantasia, dentro i palazzi più antichi e aristocratici della capitale. Un mondo ai più sconosciuto, fatto di cerimoniali, pompa magna, etichetta e dressage, titoli nobiliari e un grande grandissimo vuoto… esistenziale, determinato perlopiù dall’essere ‘costretti’ a vivere una vita dentro una bolla che, per quanto dorata e luccicante possa essere, facilmente tende a diventare una prigione e una condanna.
Lo stile narrativo di Gambi è lento, modellato quasi a seguire il passo del venerando protagonista. Analitico e descrittivo ma mai eccessivamente pomposo o stucchevole. Spiccano le stoccate ironiche e satiriche che alleggeriscono di molto la lettura del testo e strappano ripetuti sorrisi in chi legge.
La carezza del cavaliere ricorda, per certi versi, una ‘crociata‘ contro le ipocrisie, una battaglia che troppo spesso assume i contorni semiseri di un’avventura donchisciottesca. Una vita di rinunce e regole per distinguersi da chi in fondo è molto più simile di quanto si pensi, in un mondo dove l’ossessione del distinguersi diventa, alla fin fine, omologazione allo stato puro.
«matrone romane a passeggio per dimenticare la propria infanzia a Frascati; squali dei palazzi con sguardi affilati dalla coscienza delle proprie malefatte, ma ammantati di perfette giacche e cravatte. Il tutto sotto lo sguardo attento della Malavita che governa la città»
Un libro, La carezza del cavaliere di Paolo Gambi, che si rivela, fin dalle prime pagine, una lettura interessante a, al contempo, leggera e divertente.
Source: Si ringrazia l’autore per la disponibilità e il materiale
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