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«Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.» |
Io non sono innocente (Imprimatur, 2016) di Tonino Zangardi si apre con questa citazione di Cioran. E un’idea di ciò che troverà al suo interno il lettore può iniziare a farsela.
Zangardi ha già abituato il suo pubblico a scene forti e immagini a effetto con L’esigenza di unirmi ogni volta con te (Imprimatur, 2015), romanzo che rappresenta il primo capitolo della tormentata storia d’amore tra Leonardo e Giuliana, divenuta anche un film, uscito in Italia a settembre 2015, diretto dallo stesso Zangardi e interpretato da Marco Bocci e Claudia Gerini.
Con Io non sono innocente la scena si sposta al poi, quando Leonardo e Giuliana tentano di rimettere in sesto la propria vita e pensano sia necessario farlo da soli, separati. Rimane anche in questo secondo libro la sensazione, trasmessa al lettore dall’autore, che la coppia e il resto del mondo viaggino su binari e a velocità differenti. Come se ci fosse qualcosa di predestinante nelle loro azioni che li condurrà, sempre e comunque, l’uno nelle braccia dell’altro.
«Sono venuto qui perché non c’era altro posto al mondo, sopravvivo qui per rimettere insieme il puzzle della mia esistenza con la voglia di un inizio che tarda ad arrivare.» |
La scrittura di Zangardi è corale e scenografica. Il lettore ha la possibilità di rivedere più volte la scena seguendo le considerazioni dei vari protagonisti. L’autore conosce bene il proprio mestiere e scrive scene che riescono a tenere incollati gli occhi di chi legge sul testo esattamente come accade osservando lo schermo di un cinema o di un televisore.
Giuliana si sente colpevole per l’uccisione del marito, anche se lei stessa ha rischiato di morire, di diventare l’ennesima vittima di violenza domestica. Leonardo si sente responsabile per quanto accaduto e si chiede se avrebbe potuto fare qualcosa per evitarlo e non l’ha fatto. Ma leggendo Io non sono innocente, le storie di Giuliana e Leonardo, di padre Giovanni e del romeno Dacian, di Chiara e di suo padre Marcelo… viene da chiedersi chi, in realtà, sia innocente per davvero e fino in fondo.
«La Chiesa vuole evitare questi scandali. Credo che monsignor Cardarelli mi abbia aiutato per questo e non perché gli importasse di me: per quanto lo riguarda io sono già stato condannato e più lontano vado è meglio per tutti. Andiamo a espiare le nostre colpe lì. Quando capiti in Africa è come se tutto il mondo occidentale che hai lasciato dietro non esistesse più.» |
Ma in Io non sono innocente non c’è solo la contrapposizione tra Occidente, Africa e America Latina, tra ricchi e poveri, tra giusto e sbagliato… c’è proprio un conflitto interno e interiore ai protagonisti tra la voglia di vivere e quella di lasciarsi andare. Un pensiero simile a quello espresso da Battisti nella celebre canzone Emozioni: “guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire”. E Giuliana e Leonardo viaggiano a fari spenti e senza controllo sia insieme che da soli attratti ineluttabilmente dall’esigenza di unirsi ogni volta.
Io non sono innocente di Tonino Zangardi è un libro intrigante, che affascina il lettore per le scene e le immagini evocate, per le storie narrate, piene di pathos e realismo, per i retroscena mentali dei protagonisti che a volte traspaiono dai loro comportamenti a volte no. Ciò invita a riflettere sul lato nascosto di ognuno di noi, sulle gioie e sui traumi che condizionano il nostro essere e di cui spesso neanche ci rendiamo conto perché, come scrive lo stesso Zangardi, “la magia della vita supera ogni immaginazione”.
(Fonte: www.imprimatureditore.it)
Si ringrazia per il materiale e la disponibilità Lara Barilli dell’Ufficio Stampa Imprimatur.
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