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Irma Loredana Galgano

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Perché la sinistra ha fallito? Ecco i motivi… Intervista a Maurizio Pallante

25 giovedì Feb 2016

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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Perché la sinistra ha fallito? Ecco i motivi

Per Maurizio Pallante siamo in una fase di chiusura di un’epoca storica, cominciata 250 anni fa con la Rivoluzione industriale. La crisi attuale è la somma della crisi ecologica, di quella climatica, morale, occupazionale… Quando un’epoca storica si chiude cominciano a vacillare la cultura, il sistema dei valori, i modelli di interpretazione della realtà che la società ha sviluppato e sui quali ha conquistato il consenso delle popolazioni. In questo momento nasce l’esigenza di iniziare a costruire un paradigma culturale diverso.

Destra e sinistra addio (Lindau, 2016) ha nel titolo la definizione della crisi, ma c’è nel sottotitolo la parte del construens, “per una nuova declinazione dell’uguaglianza”. La sconfitta storica della sinistra non è la sconfitta dell’idea di uguaglianza ma il fallimento dell’interpretazione che la sinistra ne ha dato. Per recuperare questa idea occorre declinarla in maniera diversa, estendendola a tutti i viventi, perché tutte le forme di vita sono in relazione tra di loro. L’uguaglianza inoltre non può essere limitata a un reddito monetario ma deve coinvolgere nel loro complesso gli stili di vita delle persone.

«Anche le persone meno interessate alla politica si sono rese conto che nei Paesi democratici le differenze tra i partiti più rappresentativi della destra e della sinistra si sono progressivamente attenuate fino a scomparire quasi del tutto.»

Destra e sinistra addio è il nuovo saggio di Maurizio Pallante, ne abbiamo parlato con l’autore in un’intervista.

Fin dalle prime pagine del libro, lei afferma con chiarezza che la destra è rimasta ferma sulle sue posizioni e la sinistra le si avvicina sempre più. Quali sono, a suo avviso, le ragioni di questo slittamento della sinistra?

La sconfitta storica che ha subito, testimoniata dall’abbattimento del muro di Berlino nel 1989 e dovuta al fatto che la sinistra si poneva gli stessi obiettivi di fondo della destra, ovvero la crescita economica, con delle finalità diverse. Per la sinistra lo scopo era una più equa redistribuzione della ricchezza tra le classi sociali. Ma la Storia ha dimostrato che l’economia di mercato, sostenuta dalla destra, era in grado di far crescere l’economia più delle scelte della sinistra. Per cui la sinistra si è trovata a sostenere lo stesso tipo di obiettivo con degli strumenti meno efficaci per raggiungerlo.

Questo ormai rende molto esigua la differenza tra partiti politici di destra e di sinistra. Perché allora sembra tanto difficile da accettare? E per quali ragioni si continua a fomentare nell’opinione pubblica l’idea di una differenza tra destra e sinistra al punto che l’appartenenza politica viene intesa e vissuta come tifo da stadio?

Perché ormai la politica è gestione di posti di lavoro, di appalti, di attività economiche… e ci sono dei gruppi di potere che cercano di conquistare il consenso della popolazione per poter gestire le somme legate ai posti di lavoro, agli appalti, alle attività economiche, ai privilegi che hanno i politici… Ormai la distinzione tra destra e sinistra è più formale che sostanziale e la politica ha perso completamente la carica etica e di ricerca del bene comune ed è diventata uno strumento per intervenire nelle attività economiche e produttive gestite dalla collettività, dallo Stato e dagli Enti locali.

A proposito di opinione pubblica, lei nota come le scelte di politica interna ed estera di destra, se gestite dalla sinistra, registrano meno opposizione sociale. È solo una diffidenza quasi atavica verso la destra, oppure ci sono altre ragioni?

Nell’immaginario collettivo è ancora radicata l’idea che la sinistra sia quella parte politica che fa gli interessi di una più equa redistribuzione delle risorse. Se una politica di destra viene gestita dalla destra, che ha sempre amministrato le risorse in maniera meno equa, le classi popolari possono essere spinte dalla sinistra a protestare. Ma se è la sinistra che fa la stessa politica economica della destra, manca la spinta alla protesta. Lo prova ad esempio il fatto che le Riforme costituzionali, proposte dal governo attuale, non suscitano la stessa reazione negativa avuta a suo tempo dalle medesime Riforme proposte dal precedente governo di centro-destra.

Cosa rappresentano Siryza, Podemos e Movimento Cinque Stelle nell’attuale scenario politico europeo?

Io farei una distinzione tra Siryza e Podemos, espressione politica di una sinistra non convenzionale, non legata alla storia del Novecento, e Movimento Cinque Stelle, che fin dall’inizio ha dichiarato di non essere né di destra né di sinistra.

Siryza, presentatosi come una reincarnazione diversa della sinistra, oggi sta facendo delle politiche di destra per cui sta suscitando l’opposizione popolare.

Podemos non sappiamo ancora cosa farà, per ora ha avuto buoni risultati elettorali, si vedrà se sarà in grado di gestire una politica di sinistra andando al governo ma, se ciò non accadesse, l’alleanza con i socialisti gli imporrà di portare avanti una politica di centro-destra e allora a quel punto in Spagna andranno di nuovo alle elezioni.

I Cinque Stelle invece stanno, in questo momento, rendendosi conto di tutto il malcontento che la popolazione ha accumulato nei confronti della casta politica, stanno cavalcando la carta morale, della politica gestita nell’interesse della collettività. Il consenso da loro ottenuto sembra derivare più che dalle proposte che fanno, dall’insoddisfazione della popolazione riguardo la gestione del potere da parte dei partiti tradizionali.

Perché la sinistra ha fallito? Ecco i motivi

Secondo lei, per superare la crisi e lo stallo in cui versano i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, bisogna riscoprire una finalità più ragionevole da assegnare alle attività produttive. Cosa intende?

Oggi il fine dell’attività economica e produttiva è la crescita della produzione di merci, e gli esseri umani sono il mezzo per raggiungere questo fine. Bisogna invertire questo rapporto. Il fine deve tornare a essere il benessere degli esseri umani e le attività produttive il mezzo per raggiungere questo scopo. Questo è il cambiamento che va fatto per superare la crisi.

Il Capitalismo si è servito anche della spiritualità trasformando i fedeli in consumatori?

Sì. E questo è stato uno degli elementi di fondo. La sinistra è stata sconfitta anche perché la sua posizione nei confronti della Chiesa e della religione le ha alienato il favore e la simpatia delle masse. Mentre il Capitalismo ha usato, strumentalmente, la religiosità della popolazione per cambiare il sistema dei valori in senso materialistico. Da questo punto di vista ha avuto anche un appoggio, in Italia, da parte della Chiesa cattolica. Questa, da una parte, continuava a predicare che bisognava non essere succubi del materialismo e del consumismo, dall’altra sostenendo, attraverso il partito della Democrazia Cristiana, la crescita economica, dicendo che era un bene, si è posta in una posizione di grande contraddizione.

Mantenendo l’attuale sistema economico, anche se dovesse registrarsi una reale ripresa i problemi ambientali persisterebbero. E ciò come può essere visto come un bene?

I problemi ambientali si aggraverebbero. Questi sono causati dal fatto che la crescita economica prevede un consumo crescente di risorse ed è arrivata a esaurire molte delle risorse non rinnovabili, a consumare le risorse rinnovabili di un intero anno entro la metà di agosto. Per cui la crescita economica mette in discussione la capacità dell’ecosistema terrestre di fornirgli le risorse di cui ha bisogno. Vengono inoltre immesse nell’ambiente di sostanze non metabolizzabili dai cicli biologici o perché sono troppe, come l’anidride carbonica e quelle derivanti dall’effetto serra, o perché sono sostanze di sintesi chimica o non biodegradabili, come la plastica. In tutti gli oceani ormai galleggiano masse di rifiuti di plastica grandi come dei continenti. L’aumento della produzione, ammesso che possa avvenire, comporterebbe un aumento delle emissioni e del consumo delle risorse. E questo sicuramente non è un bene.

http://www.sulromanzo.it/blog/perche-la-sinistra-ha-fallito-ecco-i-motivi

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

“Monasteri del Terzo Millennio” di Maurizio Pallante (Edizioni Lindau, 2014)

22 venerdì Ago 2014

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Lindau, MaurizioPallante, MonasteridelTerzoMillennio, saggio

Maurizio Pallante, Monasteri del terzo millennio

Maurizio Pallante, autore di Monasteri del terzo millennio, edito da Lindau, è il fondatore del Movimento per la Decrescita Felice. Alle conferenze e attività varie sul territorio affianca il suo lavoro di saggista, con lo scopo precipuo di diffondere e far condividere il più possibile le idee del MDF. «La crescita incessante della produzione di merci consentita dalle innovazioni tecnologiche ha indotto a confondere il ben-essere col tanto-avere».

Consumismo, spreco di risorse, inquinamento in tutte le sue forme sono i baluardi da abbattere per Maurizio Pallante, il quale suggerisce in Monasteri del terzo millennio di riprendere vecchi modi di abitare, vecchi modi di vivere, fatti non solo di lavoro, acquisti e corse forsennate contro il tempo, bensì di auto-produzione del necessario, di collaborazione, di rapporti sociali, con i vicini, con i parenti, con gli amici e anche con se stessi… un modo di vivere diverso che egli identifica con quello delle comunità interne ai monasteri del primo e del secondo millennio e dei piccoli paesi, ora per la gran parte disabitati. «Dal punto di vista economico e produttivo, i monasteri erano strutture tendenzialmente autosufficienti. […] Oggi, nelle società industriali, in particolar modo nelle città che ne sono il cuore, nessuno produce nulla di ciò che gli serve per vivere e tutti dipendono dal mercato per ogni esigenza».

Il “tempo” per Maurizio Pallante è stato uno dei principali valori schiacciati e rubati alle persone che hanno finito coll’identificare la propria vita con il lavoro e la rimanente parte di “tempo libero” come un vuoto da riempire con attività “passatempo”. La conseguenza è stata la perdita di spiritualità, intesa non solo come valore religioso ma anche come passione di coltivare il proprio io, le relazioni interpersonali e soprattutto come contemplazione di quanto ci circonda. «Nei sistemi economici finalizzati alla crescita della produzione di merci, i rapporti umani sono mediati dal denaro, per cui diventano impersonali. […] Mentre gli scambi fondati sul dono e sulla reciprocità creano legami sociali, gli scambi mercantili li distruggono. […] La prevalenza della produzione di valori di scambio, oltre a distruggere i legami sociali, modifica anche radicalmente il rapporto degli uomini con il mondo perché scioglie i legami con il territorio».

DopMaurizio Pallanteo un’accurata analisi della società attuale, del sistema economico su cui si basa, delle conseguenze ambientali e sociali che essa sta generando, Pallante indica in una repentina inversione di marcia l’unica alternativa possibile per evitare di soccombere all’inquinamento, all’isolamento ambientale e sociale che caratterizzano il nostro vivere odierno.Per Pallante bisogna «Guardare nello specchio del passato per fare scelte che abbiano una capacità di futuro».

Il cambiamento auspicato da Maurizio Pallantein Monasteri del terzo millennio non è solo quello riferito al riabitare vecchie strutture, i monasteri appunto, ormai in disuso da tempo, o piccoli paesi arroccati per lo più sulle colline della dorsale appenninica, ma dare vita anche a nuove comunità abitative dove il motore dell’economia sarà rappresentato non dal denaro ma dalla solidarietà reciproca, dal dono, dallo scambio e dalla collaborazione. Dal 7 settembre 2013 a Vicofertile di Parma è iniziata la costruzione del primo agrivillaggio italiano, che ospita anche la Scuola della Decrescita Felice. Lo scopo è quello di «ottenere un’impronta ecologica uguale a 1 con un’alta qualità della vita e un costo della vita inferiore alla media». L’agrivillaggio di Vicofertile sarà realizzato senza finanziamenti pubblici e sperano di completarlo entro aprile del 2015, in concomitanza con l’apertura dell’Expo di Milano, dove verrà presentato come «contributo alla realizzazione dell’obiettivo a cui la rassegna è dedicata: Nutrire il pianeta. Energia per la vita».

Non si tratta solo di  un saggio analitico-descrittivo della società contemporanea, dei suoi problemi e delle loro cause, ma, dal momento che il modo migliore per cambiare il mondo è cambiare se stessi, Monasteri del terzo millennio di Maurizio Pallante è anche una linea guida da poter seguire se si vuole apportare un cambiamento.

http://www.sulromanzo.it/blog/monasteri-del-terzo-millennio-di-maurizio-pallante

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