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Irma Loredana Galgano

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“Voci da Uber” di Maria Anna Mariani (Mucchi Editore, 2019)

08 mercoledì Gen 2020

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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MariaAnnaMariani, MucchiEditore, recensione, romanzo, VocidaUber

Tante storie. Ognuna racconta una vita, uno spaccato di essa almeno. Brevi capitoli che sono come luci di una installazione e che si illuminano a intermittenza. Il filo conduttore è la stessa autrice, la quale “salta” da un’auto all’altra e, nel breve tempo del tragitto di volta in volta percorso, riflette, si interroga e chiede, immagazzina informazioni… tutta materia che diventerà poi l’energia illuminante la sua installazione, la sua opera. Il suo libro.

Voci da Uber è il titolo che Maria Anna Mariani ha scelto di dargli. E sono tante le “voci” filtrate, che hanno attraversato il corpo e la mente dell’autrice prima di diventare non sonore ma egualmente udibili e incisive, attraverso la scrittura.

Per ogni storia Mariani parte da un piccolo e in apparenza insignificante particolare per raccontare una intera esistenza. Leggere le sue storie è quasi come vedere o immaginare il mondo intero attraverso una feritoia. Ciò che vedi è reale ma per comprenderlo a fondo devi lavorare comunque molto di fantasia.

Voci da Uber è o sembra una lettura “leggera”. All’inizio. Poi il lettore riflette su quanto l’autrice ha scelto di scrivere, su quali parole, dei tanti discorsi con i vari autisti con cui è entrata in contatto ha voluto inserire nel testo, e comprende quanto in realtà la sua narrazione sia profonda.

Uber è tra le aziende che meglio hanno incarnato l’economia del primo decennio del Nuovo Millennio. Ma Uber è anche lo specchio di quella che è diventata la società del Nuovo Millennio. Polverizzata, precarizzata, frenetica, violenta.
Autisti che svolgono questo lavoro perché hanno perso il proprio oppure perché altrimenti non riuscirebbero a pagarsi gli studi, sono solo alcuni tra gli esempi più sintomatici del cambiamento sociale in atto. La chiamano flessibilità perché suona meglio ma è pura precarietà. La definiscono possibilità di scelta perché suona più ottimistico ma in realtà sono scelte dettate più dalla mancanza che dalla sovrabbondanza di opportunità.

Negli Stati Uniti, dove l’autrice ha condotto la sua indagine e dove l’azienda è sorta e maggiormente si è diffusa, questo modello economico e sociale è radicato nella cultura dei suoi abitanti. Interessante è allora capire le dinamiche del suo sviluppo a macchia d’olio nelle altre realtà del mondo che possiamo indicare come occidentali o occidentalizzate. Sarà questo il futuro anche dei giovani europei che vorranno proseguire i loro studi? Per pagarli dovranno svolgere questa tipologia di lavoro? Gli operai delle oramai innumerevoli fabbriche dismesse dovranno riadattare l’esperienza lavorativa a questo genere di attività?

Maria Anna Mariani non affronta direttamente tutte queste tematiche, lasciandole però intravedere tra le luci e le ombre della quotidianità dei protagonisti delle sue corse ovvero storie.
Come il problema delle aggressioni, della violenza, inflitta o subita. Anch’esse specchio di una società arida e avida.

Riesce l’autrice a trasmettere la sua presenza in ogni singolo capitolo del libro senza mai lasciare che essa diventi invadente o prorompente. Lasciando in questo modo fluire i vari “protagonisti” e relative storie come auto appunto nel traffico delle grandi arterie e delle piccole vie della città.

Voci da Uber di Maria Anna Mariani si rivela essere molto interessante nella sua apparente semplicità e linearità. Un libro pieno di spunti di riflessione sulle problematiche della società attuale certo ma anche sulle potenzialità offerte da scelte alternative e innovative, come possono essere appunto le soluzioni di mobilità alternativa.


Articolo originale qui


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© 2020, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Il rinnovamento culturale italiano degli anni ’50 nell’autoritratto di Goffredo Petrassi

09 mercoledì Ago 2017

Posted by Irma Loredana Galgano in Interviste

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Autoritratto, CarlaVasio, GoffredoPetrassi, intervista, Laterza, MucchiEditore, RinnovamentoCulturaleItaliano

Il rinnovamento culturale italiano degli anni '50 nell'autoritratto di Goffredo Petrassi

Autoritratto di Goffredo Petrassi di Carla Vasio viene pubblicato in prima edizione con Laterza nel 1991 e riproposto al pubblico quest’anno da Mucchi editore. Le memorie di un grande compositore italiano raccolte dalla Vasio affinché le sue ricerche e sperimentazioni in campo musicale, ma che hanno poi influenzato anche la sua esistenza, non vadano perdute o dimenticate.

Ne abbiamo parlato con Carla Vasio nell’intervista che gentilmente ci ha concesso.

Il suo libro Autoritratto di Goffredo Petrassi, che raccoglie le memorie di una vita intera, è uscito in prima edizione nel 1991 con Laterza. Perché ha ritenuto necessario ripubblicarlo nel 2017?

Non è stata una mia iniziativa ripubbblicare il lungo colloquio con Goffredo Petrassi: ho risposto alla richiesta di un editore che stimo, soddisfatta che venga riproposta in una nuova edizione la mia conversazione con un artista di altissima sapienza musicale e di nobile intelligenza. Nel raccontare ho scelto una struttura narrativa che permettesse al lettore di partecipare  all’evolversirsi dell’ambiente culturale, specificamente musicale in questo caso, che intorno agli anni cinquanta/sessanta ha rinnovato non solo la tecnica ma l’immaginario delle arti.

Chi era Goffredo Petrassi, oltre il personaggio pubblico?

La narrazione di Petrassi che sta alla base di questo libro è sostenuta da una precisione linguistica e storica necessaria a sottolineare l’importanza della sua opera e del suo insegnamento in un momento  in cui non soltanto la musica ma tutti i linguaggi dell’arte stavano sperimentando la felicità e i rischi di un rinnovamento profondo. Nel raccontare, Petrassi non si perde mai in divagazioni approssimative, fossero storiche o tecniche: non dimentica le difficoltà dell’infanzia e della giovinezza quando la sua famiglia poverissima  si trasferisce da un paese rurale a Roma, e poi la tenacia appassionata che lo ha portato a raggiungere i massimi livelli di preparazione negli studi e poi di innovazione nell’ attività creativa. La sua narrazione musicale raggiungeva sempre un’altissima precisione di linguaggio con una ricchezza di invenzione mai superflua o approssimativa. Inoltre è stato un attento e generoso maestro per i suoi allievi e per chiunque gli chiedesse notizie sull’evoluzione della musica anche in campo internazionale. All’insegnamento si è dedicato con grandissimo senso di responsabilità e con molta generosità.

Il rinnovamento culturale italiano degli anni '50 nell'autoritratto di Goffredo Petrassi

I fili conduttori del suo libro, come dell’arte di Petrassi, sembrano essere la passione e la curiosità, verso ciò che si fa come verso la vita intera. Sentimenti, atteggiamenti ma anche modi di essere che oggi sono egualmente presenti negli artisti contemporanei?

Mi auguro di sì. Petrassi esercitava sempre una consapevole e generosa partecipazione alla vita e al lavoro dei suoi allievi e dei suoi amici, con quel rispetto e quel distacco professionale che permettevano anche il formarsi di lunghe amicizie. Non so dire se in questo distratto tempo presente  si formino ancora importanti rapporti insegnante-allievo, impegnati e produttivi. Me lo auguro, tanto più che nella nostra cultura la pratica scolastica ha esempi di nobile generosità che non vanno dimenticati.

Lungo tutto il suo percorso artistico Petrassi non abbandonò mai la ricerca costante e il confronto dialettico con i classici della musica pur evolvendo verso l’originalità e l’innovazione. Era così anche per la sua vita privata?

È giusto dire che nel suo lavoro Petrassi non ha mai abbandonato la ricerca e l’innovazione, come si può osservare in tutta la sua ininterrotta attività creativa e anche nella sua partecipazione agli incontri internazionali di arte musicale, per esempio a Darmshtadt, in Svizzera, e in Germania. Quanto alla sua vita privata, è stata arricchita più che condizionata dagli eventi portati dalla sua attività professionale.

Il rinnovamento culturale italiano degli anni '50 nell'autoritratto di Goffredo Petrassi

Petrassi ha costruito una carriera internazionale di tutto rispetto e ha collaborato anche con diversi registi componendo colonne sonore per il cinema durante il periodo neorealista. Qual era la sua opinione riguardo questo mondo governato dalla finzione che voleva raccontare la realtà?

La sua cultura era vasta ed eclettica e questo gli ha permesso di partecipare alle innovazioni in vari campi dell’arte tra cui il cinema. Tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta Petrassi ha composto  le colonne sonore di film che hanno fatto la storia del cinema, tra cui Riso amaro di Dino Risi e Cronaca familiare di Valerio Zurlini, dando all’accompagnamento musicale quella forza innovativa che si stava confermando  nel cinema in quegli anni.

Il rinnovamento culturale italiano degli anni '50 nell'autoritratto di Goffredo Petrassi

Cosa ha significato per lei scrivere l’autoritratto di Goffredo Petrassi?

È stato un lavoro molto lungo e non facile. Durante i colloqui, che si sono svolti nel corso di un paio di anni, ho raccolto il materiale storico-narrativo che il maestro generosamente mi ha affidato. La sua non era una collaborazione superficiale: controllava il mio testo riga per riga se non parola per parola ed è stato quasi sempre soddisfatto del mio lavoro, che interpretava e ricostruiva i suoi discorsi rispettandone i contenuti e cercando di rendere con la scrittura l’intensità del colloquio.

Io seguivo le sue parole e lui era grato della mia correttezza professionale.

Questo libro è il risultato di una lunga e rispettosa amicizia.

Articolo originale qui


© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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