Società o barbarie. Il risveglio della politica tra responsabilità e valori di Pierfranco Pellizzetti, edito nell’aprile di quest’anno da Il Saggiatore nella collana La Cultura, è un testo corposo, ben strutturato che sembra voler inquadrare il “problema della politica” con un’analisi ad ampio spettro spazio-temporale.
Pierfranco Pellizzetti, genovese di nascita, scrive per «Il Fatto Quotidiano», «MicroMega», «Critica Liberale» cercando di raccontare e al contempo motivare la sua ormai profonda consapevolezza, ovvero che la «politica quale l’abbiamo conosciuta è in profonda crisi».
Già nell’introduzione di Società o barbarie Pellizzetti dichiara qual è lo scopo del libro: «un invito a trasformare l’espressione denigratoria “antipolitica” nel suo contrario “altrapolitica”». Per l’autore gli ultimi quaranta anni sono stati il periodo in cui l’Economico ha marginalizzato il Politico e la corsa al benessere del singolo ha soppiantato ogni forma di solidarietà collettiva. Nel testo vengono analizzate le origini storiche, i risvolti socio-economici e le tecniche propagandistiche di questo “sistema” ormai in crisi. Conseguenze dirette di tutto ciò: le disuguaglianze, la recessione, la disoccupazione, la disgregazione sociale.
Il problema non riguarda solo l’Italia ma l’intera Europa e potrebbe essere valido per tutte le democrazie occidentali.
Nell’analisi condotta da Pellizzetti saltano all’occhio se non vere e proprie contraddizioni, piccole falle che lasciano perplessi. Per l’autore il declino è cominciato quando gli ex-sessantottini hanno deposto striscioni e baluardi e sono diventati parte integrante di questo sistema politico in crisi ma un attimo dopo cita le «cinque regole auree» che Richelieu eleggeva a fondamento dell’agire politico: «simula, dissimula, loda tutti, non dire mai la verità, non credere a nessuno» e leggendo ci si ritrova a pensare che o l’autore vede o vedeva nei sessantottini l’unica espressione possibile della “altrapolitica” oppure che ha preso un abbaglio e il “degrado politico” in realtà c’è sempre stato, considerando anche ciò che poi riferisce egli stesso riguardo l’evoluzione di questi “rivoluzionari mancati”, le illusioni e le disillusioni, le ribellioni di allora e la conformazione di oggi.
Gli interrogativi che il libro pone sono molteplici, primo fra tutti quello della scelta direzionale della politica che potrebbe essere orientata verso un discorso pubblico deliberativo che abbracci la «savia follia» propugnata da Erasmo oppure destinata alla dimensione di tecnologia del potere professata da Machiavelli. Si chiede poi Pellizzetti quali saranno le forme organizzative che dovranno assumere gli “attori del cambiamento” e come dovranno orientare gli sforzi volti alla comunicazione di idee, pensieri, speranze e valori nell’era del digitale, della “Rete”.
Il testo si apre al lettore con una citazione di Artur Schlesinger Jr. «Ci è stato spesso detto che la politica è potere, e naturalmente questo è vero. Più recentemente ci è stato detto che la politica nell’epoca dei mass media è immagine: ho paura che ci sia qualcosa di vero anche in questo. Ma in una democrazia la politica è qualcosa di più che la lotta per il potere e la manipolazione dell’immagine. È soprattutto ricerca dei rimedi. Nessuna somma di potere e pubbliche relazioni servirà se, alla fine della giornata, la politica non funziona».
Ormai è chiaro a tutti che la politica così com’è proprio non funziona e verrebbe da aggiungere che il suo ruolo più che di «ricerca di rimedi» dovrebbe essere quello di “impedimento di danni”, nel senso che chi amministra e chi governa dovrebbe fare in modo di evitare danni e conseguenze negative, non limitarsi a cercare solo i rimedi soprattutto perché per la gran parte di questi danni ne è stato anche l’artefice.
Il simbolico viaggio che Pellizzetti compie nella “politica” dell’Europa e del mondo ritorna spesso «tra i palazzi e i carruggi» della sua città, Genova, «un luogo che in queste pagine funge sovente da punto di osservazione specifico per ricavare considerazioni e valutazioni generali». Queste considerazioni e valutazioni sembrano essere ben condensate nella citazione di Pasquino, riportata a margine del libro: «Più di duemila anni dopo Aristotele, mezzo millennio dopo Machiavelli, il nostro rapporto con la politica è diventato simile a quello con una persona che abbiamo molto apprezzato e molto amato e che ci ha infine delusi», tuttavia rimane in chi legge un senso di incompiutezza che potrebbe essere generato dal fatto che l’autore tende un po’ troppo a “personificare” la Politica, indicandola come responsabile della situazione, della crisi, parla del suo ‘decadimento’ ma così facendo sembra renderla però troppo impersonale, in fondo questa non è un’entità indefinita bensì il frutto di azioni e scelte concrete. Sarebbe più corretto affermare che non è la Politica ad aver deluso ma i Politici, cioè le persone che hanno rivestito cariche pubbliche lavorando solo per il proprio tornaconto, che hanno sacrificato il benessere collettivo, l’ambiente, la salute, l’istruzione, l’informazione, l’educazione… barattandoli con denaro e potere. Non è la Politica a dover cambiare ma l’atteggiamento e il comportamento delle persone. La Politica come l’Economia non sono entità a sé, rappresentano e le ritroviamo in ogni quotidiana azione compiuta o scelta effettuata e non è possibile scinderle dall’agire di tutti e di ognuno. Anche scegliere di fare la spesa al mercato piuttosto che al supermercato è una scelta politica che influenza l’economia ed è di fondamentale importanza comprendere che l’altrapolitica propugnata da Pellizzetti in Società o barbarie non si potrà mai raggiungere continuando a scegliere amministratori e governanti come si sceglie una squadra di calcio.
http://www.sulromanzo.it/blog/societa-o-barbarie-il-risveglio-della-politica-tra-responsabilita-e-valori-di-pierfranco-pelliz
© 2015 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).