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Lo slow living come reazione alla globalizzazione: lavoro e guadagno rimpiazzati da benessere e cura di sé – ma aleggia un sentimento di melanconia, il nichilismo dei nostri giorni
Il tempo non è denaro perché il tempo non esiste: la teoria loop quantum gravity
La nostra idea di tempo come unità quantizzabile e misurabile, è piuttosto recente e legata all’idea di produttività. Il concetto di ‘il tempo è denaro’ spiega bene la concezione di una vita consacrata alla produzione di beni e al guadagno. Il tempo dedicato alla produzione quantificabile dei beni, diventa esso stesso un qualcosa da misurare. Società ed economia sembrano ruotare intorno al concetto di tempo proprio mentre in fisica esso viene del tutto annullato.
I fisici sono arrivati a sostenere l’idea dell’inesistenza del tempo. La teoria loop quantum gravity descrive come si muovono le cose l’una rispetto all’altra, senza alcuna necessità di parlare di tempo. Concepito per la vita quotidiana, il tempo smette di essere necessario quando si studiano le strutture più generali del mondo. Si ha quindi una soggettivazione del concetto di tempo. Anche in antropologia il tempo è un costrutto sociale. Il fondamento delle categorie di tempo è il ritmo della vita sociale. Le attività organizzate in ciò che usiamo chiamare ‘lo scorrere del tempo’ sono un costrutto storico-culturale e il calendario scandisce il ritmo delle attività collettive regolarizzandole.
Lockdown e auto-sospensioni per combattere il male dell’infinito, la prima fragilità umana
Dietro questo c’è un distacco della cultura occidentale, dalla natura e una paura del suo arresto. Ciò che manca alla nostra civiltà è l’idea del limite. La nostra cultura è priva dell’illuminazione che proviene dalla pratica delle auto-sospensioni. Potrebbe essere proprio questa brama dell’oltre ogni limite, chiamata anche ‘il male dell’infinito’, la fonte dei problemi che affliggono la società moderna, la nostra fragilità umana.
I lockdown in piena pandemia hanno arrestato gli ingranaggi di questa macchina economica che siamo abituati a pensare non solo come inarrestabile ma anche come universale, come un qualcosa di sacro e intoccabile. Tutti hanno dovuto ripensare i propri spazi e tempi all’insegna di un unico e collettivo scopo: rallentare. Una vita slow dettata dalla necessità che richiama un differente stile di vita praticato da sempre più persone in tutto il mondo ormai. Un approccio lento alla vita che promuove benessere e sostenibilità ambientale.
Cambiare stile di vita per prendersi cura di se stessi: l’individuo e la sua appartenenza alla comunità
Oltre il novanta per cento degli italiani si dichiara pronto a cambiare il proprio stile di vita per una società più sostenibile, di questi, circa il quaranta per cento è pronto ad attuare un cambio radicale delle proprie abitudini, dalla mobilità ai consumi alimentari. L’identità non è soltanto l’atto di partire da sé per attuare un cambiamento, essa è anche un tornare a sé. La necessità di occuparsi di sé. Che è una responsabilità, a volte un peso. Ci si chiede se sfuggire alla solitudine, intesa come la cura di sé, non rappresenti anche un alleggerimento di questa responsabilità. Un discorso applicabile sia all’individuo sia alla sua appartenenza alla comunità… continua a leggere su Lampoon.it
© 2023, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).