714 rifiuti ogni 100 metri, questi i risultati dell’indagine di Legambiente sulle spiagge italiane.

Schermata 2016-06-13 a 10.50.16Per il terzo anno consecutivo Legambiente pubblica i risultati dell’indagine Beach Litter, condotta nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med 2016. Nel mese di maggio sono state monitorate 47 spiagge italiane dislocate su tutto il territorio. L’obiettivo era analizzare e catalogare il numero e la tipologia di rifiuti presenti. La lunghezza delle spiagge campione è standard, 100 metri, mentre la larghezza varia a seconda delle caratteristiche morfologiche del territorio. Si tratta in prevalenza di spiagge libere non ancora pulite per l’imminente inizio della stagione balneare. I protocolli di indagine seguono le direttive del Ministero dell’Ambiente e da ISPRA del 2014.

Un mare di plastica: Fiumicino coccia di morto

L’indagine Beach Litter è stata eseguita su un’area complessiva di 106.245 mq dove sono stati rinvenuti 33.540 rifiuti spiaggiati. La composizione è mista ma in prevalenza si tratta di plastica (25.517 oggetti pari al 76,3%). Dopo la plastica, i rifiuti più frequenti sono i mozziconi di sigaretta (7,9%), seguiti da carta (5,5%), metallo (3,6%), vetro/ceramica (3,4%), materiali da costruzione come calcinacci, rifiuti di legno lavorato, tessili e in gomma.

La spiaggia peggiore, che si aggiudica il titolo di coccia di morto è quella di Fiumicino (Roma), vicina alla foce del Tevere. 5.500 rifiuti in 100 metri di spiaggia. Il 97% dei rifiuti è costituito da plastica e per il 67% è imputabile alla cattiva depurazione delle acque.

Le spiagge sono la punta, nei fondali il resto dell’iceberg

Di tutti i rifiuti che entrano in contatto l’ecosistema marino circa il 70% affonda e solo il 15% resta in superficie. I rifiuti spiaggiati sono quindi una piccola quantità dell’enorme massa che va a finire nei fondali marini. Legambiente sottolinea l’urgenza di mettere in atto programmi concreti per la riduzione progressiva dei rifiuti in mare e sulla costa, secondo quanto previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy.

L’obiettivo della Direttiva 2008/56/ce è il raggiungimento del buono stato ecologico delle acque marine entro il 2020. Desta allarme quindi il fatto che le rilevazioni 2016 sono mediamente di un 2-3% più alte rispetto a quelle effettuate nel 2015.

© 2016 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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