Cosa significa essere un pendolare in Italia? Il report di Legambiente e le riflessioni su un Paese che viaggia ancora su un binario troppo lento.

Lodi_ponte_Adda_tramMentre ancora rimbalzano sui siti della stampa di tutto il mondo le notizie, le foto e le storie delle vittime e dei sopravvissuti al drammatico incidente ferroviario avvenuto intorno alle 11 di ieri, 12 luglio 2016, sulla tratta ferroviaria Bari Nord tra Andria e Corato iniziano le critiche, le polemiche, le scuse e le promesse.

Parole che non servono e non serviranno se non verranno tradotte in azioni concrete. Gli aggettivi più ricorrenti utilizzati dai rappresentanti le istituzioni sono stati “inammissibile”, “inaccettabile”, “assurdo”, “surreale” riferendosi all’incidente e al numero di vittime ma lo scontro tra i due pendolari su una tratta ferroviaria a binario unico è stato davvero un fulmine a ciel sereno oppure lo si doveva mettere in conto e quindi adoperarsi per prevenirlo?

Si parla di gare d’appalto, di progetti di raddoppio della linea, di cantieri che stavano per iniziare i lavori… ma siamo nel 2016 e stiamo parlando di una linea ferroviaria alle porte di un capoluogo di regione che serve anche da collegamento con l’aeroporto.

Si può quantomeno affermare che “inammissibile” non è l’incidente accaduto che, in quanto tale, non ti chiede il permesso, accade e basta, ma lo è il ritardo con cui viaggia gran parte della ferrovia italiana, soprattutto al Sud.

Report Pendolaria 2015 di Legambiente: le 10 tratte peggiori

3 milioni di persone ogni giorno utilizzano i treni per recarsi sul luogo di lavoro o studio. La situazione italiana risulta sempre più divisa in due con, da una parte, l’Alta Velocità e i suoi servizi veloci e moderni e, dall’altra, un servizio ferroviario locale con una diffusa situazione di degrado.

I treni sono troppo vecchi: 3.300 treni in servizio hanno un’età media pari a 18,6 anni.

I treni sono pochi: tra il 2010 e il 2015 si stimano tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale.

Rispetto al 2009 le risorse stanziate dallo Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25%. In Italia negli ultimi 20 anni neanche un euro è stato investito dallo Stato per l’acquisto di nuovi treni.

Secondo le stime del report di Legambiente le 10 peggiori tratte ferroviarie italiane per pendolari sono:

Roma-Lido.

Alifana e Circumvesuviana.

Chiasso-Rho.

Verona-Rovigo.

Reggio Calabria-Taranto.

Messina-Catania-Siracusa.

Taranto-Potenza-Salerno.

Novara-Varallo.

Orte-Foligno-Fabriano.

Genova-Acqui Terme.

In Puglia la situazione più critica è quella delle linee di Ferrovie del SudEst, ma in generale è necessario un rinnovo del parco rotabile vista l’età media di 23 anni.

La “assurda” vita di un pendolare italiano

Osservando le foto e leggendo le storie delle vittime e dei sopravvissuti all’incidente ferroviario accaduto in Puglia non si può non pensare a tutte queste vite spezzate dalla necessità di prendere un treno per recarsi a lavoro o a scuola. Un viaggio boomerang compiuto quotidianamente da milioni di italiani, migliaia nella stessa Puglia. Le stesse persone forse che per prime hanno avvertito l’esigenza di recarsi nei punti designati per donare il sangue, dare il loro contributo per alleggerire in qualche modo una tragedia che colpisce tutto il Paese.

Inevitabile interrogarsi sull’utilità delle Grandi Opere che assorbono ingenti somme di denaro pubblico togliendolo alle “piccole” infrastrutture, che invece potrebbero concretamente contribuire a migliore la condizione di milioni di italiani.

Per la portavoce alla Camera per il M5S Paola Taverna ‘finite le scuse resterà solo la vergogna di chi la coscienza l’ha messa a tacere da tempo’ e ha accettato anche se finge di non farlo che ‘in Italia nel 2016 su un solo binario viaggiano 2 treni in senso opposto, il premier arriva in elicottero e domani il Ministro dei trasporti ci spiegherà come mai nell’agenda del Governo c’è il progetto di merci che viaggiano veloci e non quello di vite umane che viaggiano sicure’.

 

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