Storia dal taglio decisamente originale quella narrata da Cinzia Leone nel suo nuovo libro: Cellophane, edito da Bompiani. Aurora non doveva nascere, per i suoi genitori è servita a rimpiazzare la sorella scomparsa prematuramente, e come tale l’hanno sempre trattata, o più propriamente ignorata. Un sostituto che rifiuta di essere tale è meglio arginarlo ai limiti di una vita che lei ha iniziato a sentire sua solo quando si è messa a frugare nell’immondizia altrui. Tasselli di vita gettati via in sacchetti di plastica le sono serviti a ricostruire il puzzle della sua esistenza. Costeggiando i margini di una società nella quale non si riconosce, muovendosi e vivendo nel sottobosco, Aurora, grazie alla sapiente mano dell’autrice, accompagna il lettore in un viaggio a ritroso nel tempo, a un periodo della storia recente ormai quasi da tutti dimenticato, fatto di auto color pastello, di televisori in bianco e nero ma soprattutto di discariche a cielo aperto, nelle quali confluiscono tutti i sacchetti dell’immondizia e non solo. Ancora prima della raccolta differenziata, del riciclaggio e del compostaggio, quando si teneva ciò che serviva e si buttava quello che si voleva eliminare o tenere nascosto, mai immaginando che qualcuno andasse a frugare nell’immondizia, nei cassonetti o alla discarica e che cercasse con molta attenzione di ricollegare ogni rifiuto al suo legittimo proprietario. “Finisce per esserci molta più verità in quello che abbandoniamo che in quello che decidiamo di trattenere” è la linea guida di Aurora la quale attraverso i rifiuti ricostruisce, o immagina di farlo, le vite degli uomini e delle donne ai quali sono appartenuti gli oggetti che osserva, studia, esplora come reperti tutti di una vita vissuta. Con un lavoro come disinfestatore e con l’ossessione di frugare nella spazzatura non poteva non finire immischiata in un affare “sporco” dal quale ne esce immune in una maniera che può sembrare anche troppo facile o romanzata ma che invece, in fondo, è molto sofferta e la seconda chance che la vita le offre non è che un risarcimento per la prima mai avuta. Aurora non ha paura della vita, perché non ha paura di perderla, e non ha paura neanche della morte, ci convive ogni giorno. “Solamente gli uomini ormai mi fanno paura” dice, perché lei ne indaga il lato più oscuro, quello più vero.
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© 2013, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).
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