Le regioni costiere orientali della Malesia sono state colpite da violenti piogge monsoniche come non le si vedevano da decenni che, unitamente a forti raffiche di vento, hanno causato inondazioni di proporzioni enormi. Il bilancio è di almeno 8 morti e 160.000 evacuati. In alcune aree risulterebbero sommerse intere cittadine.
I soccorritori stanno cercando tra mille difficoltà di portare acqua e generi alimentari di prima necessità agli sfollati che sono ospitati in provvisori e improvvisati centri di accoglienza.
Non sono mancate le polemiche per le foto circolate online che ritraevano il premier Najiib Razak giocare a golf in compagnia del presidente Obama nella residenza di quest’ultimo alle Hawaii proprio mentre nel suo Paese si abbattevano piogge monsoniche talmente violenti da spazzare via intere esistenze. Le critiche e il disastro hanno indotto Razak ad anticipare il rientro in patria.
Le squadre di soccorso faticano a raggiungere le aree inondate, nel settore nord-orientale del Paese, e l’arrivo del premier non sembra bastare a placare la rabbia di chi accusa il governo di aver reagito troppo lentamente.
La Malesia si trova nel pieno della stagione monsonica, che si concluderà a marzo. Ma quest’anno le piogge sono molto pesanti, tanto da aver causato l’alluvione più grave degli ultimi trent’anni. Stando alle previsioni meteo locali non è prevista tregua alcuna, almeno per il momento, per le regioni più colpite, gli stati di Kelantan, Terengganu e Pahang.
Il vicepremier Yassin ha dichiarato che i soccorsi sono fortemente rallentati dalla mancanza di energia elettrica e dal fatto che molte strade sono interamente cancellate.
Le impressionanti immagini che giungono dal Kelantan, una delle aree più povere del Paese, mostrano la capitale e le aree limitrofi che sembrano un gigantesco lago melmoso dal quale spuntano solo i tetti delle abitazioni.
Zone alluvionate della Malesia
© 2014 – 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

