La Corte Penale Internazionale de L’Aia ha avviato un’indagine preliminare per verificare se in Palestina siano stati commessi dei crimini di guerra. I tempi potrebbero essere lunghi, ma Nabil Abuznaid, capo della delegazione palestinese, ha dichiarato di avere «fede nel sistema giudiziario». Ai pubblici ministeri spetterà il compito di valutare le prove dei presunti crimini commessi, la competenza della stessa Corte e il procedimento migliore da intraprendere affinché sia tutelato «l’interesse della giustizia».
L’Autorità Nazionale Palestinese ha fatto domanda di adesione al Trattato del CPI il 31 dicembre e il 7 gennaio Ban Ki-moon, segretario generale dell’ONU, ha confermato l’ingresso ufficiale per il prossimo aprile ma già al momento dell’adesione al Trattato di Roma il Presidente palestinese Abu Mazen aveva fatto pervenire alla Corte un documento con il quale autorizzava l’apertura di procedimenti di inchiesta per presunti crimini di guerra commessi nei territori palestinesi occupati a partire dal 13 giugno 2014.
Il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha bollato la decisione come «scandalosa» in quanto avrebbe come unico scopo quello di «arrecare danno al diritto di Israele di difendersi contro il terrore».
«Nessuno stato o individuo può fermare ciò che abbiamo messo in moto, e alla fine della verifica seguirà un’inchiesta vera e propria» è stata la risposta di Riyad al-Maliki, ministro degli Esteri palestinese.
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