Dopo otto anni ritorna in libreria con un nuovo intenso romanzo. Partiamo dal titolo. Quand’è che il cuore rimane ‘appeso’?
I cuori appesi sono quelli provati da dolore tristezza fatica, che tentano di vivere, sospesi a un filo, aggrappati a una speranza. Potrebbero cadere da un momento all’altro, ma c’è un qualcosa di misterioso a fare in modo che rimangano ben saldi e prevalga l’istinto vitale.
Il cuore rimane appeso all’albero della vita quando ama e non è riamato, quando perde qualcuno di importante e non riesce più a pulsare nel modo giusto, quando è in eterna attesa di un qualcosa che non arriva mai.
Ci sono molti “cuori appesi” sulla terra, alcuni riescono a non cadere altri invece volano via con il vento.
«Come quel giorno, quando incontrai te. Uno a caso nel mondo…» Secondo lei la vita è regolata dal Fato o dalla volontà? E le vicende dei protagonisti de Il cuore appeso?
Se lo chiede anche Sara, la protagonista del libro: «È davvero il caso il regista delle nostre vite?».
Il destino è volontà o forse la volontà destino? Una domanda che riecheggia nei secoli. Homo faber fortunae suae (l’uomo è artefice della propria sorte) declamavano gli antichi latini.
In realtà il destino non è assolutamente volontà. Il destino incombe sovrasta, il destino succede al di là di noi.
Sara è succube di questo impietoso destino, ma la sua grande volontà e l’amore per la vita la aiuteranno a superare ogni ostacolo e assaporare, malgrado tutto, questa esistenza che le è caduta addosso e che lei tenta in ogni modo di accettare.
Tutti i protagonisti del libro, in qualche modo, subiscono ciò che il destino ha in serbo per loro: dalla tragica sorte della piccola Laura, alla malattia di Costanza, agli uomini che attraversano la vita di Sara, ma anche alla nuova vita che la stessa accetta e dove, al di là di ogni aspettativa, ritrova la serenità con Ettore, continuando il suo viaggio nel mondo.
«Veniamo al mondo. Cadiamo nella vita alla stessa velocità con la quale una meteora buca l’atmosfera e precipita sulla terra. E da qual momento le ore inizieranno a scorrere.» Lei considera la vita una crescita oppure un conto alla rovescia?
A questa domanda faccio rispondere la protagonista del mio romanzo.
Dice Sara: «La vita mi aveva masticata e poi risputata nel mondo», ma la vita è crescita speranza progetto e noi siamo degli eroi a continuare a vivere sapendo di dover morire, ma rimaniamo aggrappati a questa vita e viviamo perché «da tempo i miei sogni sono diventati plurali, come la pioggia, perché la vita vale la pena di essere vissuta sempre, anche solo per un momento in cui il sogno non è più tale, ma diviene realtà».
Ne Il cuore appeso narra le complicate vicende di due donne lungo un arco temporale di circa ottanta anni. Perché ha scelto di trascinare il mistero che fa da sfondo alla storia su una linea temporale così estesa?
Perché spesso quando si arriva alla fine dei nostri giorni si tirano delle somme. «La vecchiaia è il luogo dei ricordi», dice Sara. «Non voleva un colpevole, ma solo raccontare la sua vita, districare quella matassa imbrogliata in cui si era persa», questo alla fine desiderava, ma anche rivelare a Lea un segreto, che io adesso non posso svelare ovviamente, ma che si palesa solo alla fine. Un segreto che chiuderà il cerchio.
Lei ha definito le protagoniste del libro, Sara e Lea, “trafficanti di segreti”. Cosa voleva intendere?
La vita è un puzzle. Cercare di declinarla in tutte le sue forme è impossibile, io cerco di farlo attraverso le emozioni che i protagonisti vivono. “Trafficanti di segreti” perché entrambe devono vivere il loro amore in silenzio, nell’ombra.
«Il ruolo di amante non le si addiceva» ma, anche se in epoche diverse e con personalità dissimili, sono entrambe destinate ad amare l’uomo di un’altra donna e pagarne le conseguenze.
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Nonostante il mistero, i segreti e il crimine commesso il suo testo rimane più ancorato alla logica di un romanzo rosa che non quella di un giallo o di un poliziesco. Lei ritiene che misteri segreti e crimini appartengano alla ‘ordinaria vita’ di ognuno?
La vita è come il mare. Ci sono giorni di bonaccia e giorni di tempesta, ma le onde mai smettono di giungere a riva. Certi giorni saremo travolti da flutti impetuosi, altri scivoleremo su di un mare calmo, ma noi tutti sappiamo, o almeno lo auspichiamo, che in fondo c’è sempre un faro a illuminare la via e a ricordarci che dalla tempesta possiamo uscire e non per forza dobbiamo arrenderci e soccombere.
La vita è poliedrica e ogni vita, anche la più insignificante o banale, nasconde dei segreti. L’omicidio che compare nel romanzo di per sé ha importanza solo per lo strascico che lascia nella vita di chi rimane. Chi l’abbia commesso alla fine risulta irrilevante.
Frequentemente la realtà supera di gran lunga la fantasia. L’ordinaria follia che leggiamo nei quotidiani o sentiamo al telegiornale purtroppo è molto tangibile.
Otto anni di assenza letteraria sono tanti. Teme un po’ il riscontro del suoi lettori a questa nuova avventura libraria?
Sì, otto anni sono tanti. Ma i miei lettori sanno che la mia scrittura parte da lontano: dall’introspezione, dalla riflessione, dall’ispirazione e spesso deve risultare musica.
Accetto il confronto, qualunque esso sia, perché quando la penna scrive ciò che viene dall’anima poi riesce a trasmettere emozioni, nel bene o nel male.
Cosa si aspetta dall’uscita di questo nuovo libro?
Da quanto, ancora oggi, mi precisano i lettori, quello che i miei libri lasciano loro è emozione trepidazione sentimento. Io spero che anche questo nuovo romanzo possa “entrare” e smuovere scolpire… lasciare traccia.
Forse è più introspettivo dei precedenti, frutto di cinque anni di pensieri storie accadimenti cambiamenti e realtà.
Le vite narrate prendono forma piano piano, si svelano a piccoli sorsi.
Mi è stato pure detto che i miei sono libri che si leggono dal di dentro e che si rileggono anche a distanza.
Quando finisco di scrivere un libro è un po’ una perdita, ma anche una rinascita. Come lasciar andare un figlio per il mondo ben sapendo che potrà essere amato odiato criticato o esaltato.
Mi auguro che questo nuovo romanzo riesca a regalare a chi legge quel fremito che troppo spesso nella vita non abbiamo più modo di provare.
Monica Bianchetti: è nata a Vicenza dove tutt’ora vive. Ha pubblicato nel 2005 il romanzo La bambina di Venezia ed è seconda classificata al premio Adolfo Giuriato di Vicenza con il racconto La bicicletta. Nel 2006 ha pubblicato il romanzo Il cielo sopra l’albero e sempre nel 2006 è finalista (tra i primi dieci su oltre 1700) al II° Festival delle lettere di Milano con il racconto Il mare in una lacrima. Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di racconti Le curve delle parole e nello stesso anno è finalista al concorso di poesia Un fiore di parola con la poesia Ragazza di Lisbona. Nel 2008 esce il suo libro Il sapore della neve. Ha collaborato inoltre con Alberto Di Gilio per Asiago 1915-18. La porta della pianura e Altopiani 1915-18. I guardiani di pietra.
(fonte biografia: quarta di copertina de Il cuore appeso)
Disclosure: Il libro è in vendita anche su Internet Bookshop Italia (IBS) e Amazon.
© 2016, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).