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Con Manomissione Domenico Conoscenti accompagna il lettore a conoscere e indagare non solo il delitto compiuto nel suo romanzo ma un intero trentennio di un paese che ha visto più volte vacillare la sua democrazia, la libertà e le conquiste sociali che si credevano ormai radicate. 

Si riconoscono nel testo diversi eventi realmente accaduti. Ma il libro di Conoscenti non è una rievocazione storica in senso stretto. Non viene compiuta un’indagine sui fatti reali bensì si parte dalle personali riflessioni dell’autore per immaginare un mondo, un paese in cui questi fatti potrebbero accadere, o sono accaduti, e se ne raccontano gli sviluppi. 

L’autore sembra aver compiuto un cammino del tutto analogo a quello che il flâneur faceva per la città, ma adattandolo al sistema paese. Attraverso l’indagine critica dei contesti urbani, il flâneur riusciva a elevarli a simbolo della complessità dei fenomeni antropologici1, esattamente come ha fatto Conoscenti, il quale, attraverso il racconto delle vite dei protagonisti, racconta la storia di un paese intero. E viceversa. Raccontando il globale, l’autore riesce a illuminare il particolare. E così l’intreccio delle vicende risulta essere quello che deriva dall’incontro / scontro tra le varie esistenze individuali e i grandi sistemi che vanno a comporre, a muovere, a deviare la democrazia.

Alla base di tutto ci sono le relazioni umane, sentimentali, tra i protagonisti. Un intreccio che parte dei sentimenti, abbraccia la sfera professionale e arriva fino alle profondità più oscure dell’animo umano. La relazione tra Leonardo e il compagno, tra Diego e la fidanzata, il rapporto padre-figlio di Demetrio fanno da preludio al racconto dell’indagine sul crimine commesso ma, soprattutto, sono l’input per il racconto sociale e politico di un intero paese soggiogato dalla violenza. 

Kerr ne La notte di Praga scrive: «quando la legge e il male sono una cosa sola, la ricerca della verità è un valzer lento con la follia»2. La pagina di storia recente che il libro di Conoscenti riporta alla mente è molto triste. Una manifestazione, una ribellione, una rivolta, la carica della polizia. Tanta violenza. Il tema è molto delicato. Conoscenti ha scelto di raccontarlo attraverso l’esperienza diretta di alcuni dei suoi protagonisti che hanno partecipato alla manifestazione. Persone che hanno vissuto e subito un forte impatto con la violenza. E questo li ha cambiati. Esattamente come accade anche sul fronte opposto. Militari, soldati, forze di polizia che, quotidianamente, affrontano situazioni di violenza, anche estrema, non possono non subirne le conseguenze. Si trasformano. Avviene forse una sorta di processo di disumanizzazione, che è anche un meccanismo di autodifesa. Per andare avanti. Per poter andare avanti. Nietzsche diceva: «Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro»3.

È evidente che l’aver guardato l’abisso, rappresentato dagli eventi accaduti nel trentennio storico considerato, ha cambiato i protagonisti del libro ma deve aver lasciato il segno anche sull’autore che ha scelto un meccanismo non molto usato, ovvero la discronia. Gli eventi narrati da Conoscenti hanno avuto luogo in un arco temporale lungo eppure egli sceglie di “avvicinarli” tutti lungo la linea del tempo in modo tale che risultino prossimi ai suoi protagonisti e alle loro personali vicende., il tutto con un realismo immaginario davvero notevole. È evidente la volontà dell’autore di inserirli nel testo perché importanti, in qualche modo. Conoscenti è riuscito poi anche a farli sembrare necessari, in quanto la narrazione delle vicende personali dei protagonisti, potendo includere in questo anche il delitto, non avrebbero lo stesso significato senza la contestuale narrazione di questi eventi “globali”. 

Non si riesce agevolmente a inserire il libro di Conoscenti in un genere ben definito. Ma questo, in realtà, non ha alcuna importanza. Romanzo, distopico, noir, thriller, poliziesco: Manomissione non ha i tratti di nessuno di questi generi eppure è tutto questo messo insieme. Non un melting pot ma un qualcosa che va oltre il genere singolo. Quasi come se per esistere avesse contaminato tutti i generi, li avesse “manomessi”. Esattamente come accade alle vite dei protagonisti del libro. 

Per certo ad essere “manomessa” è stata l’esistenza di Gaetano, compagno di Leonardo, brutalmente malmenato durane la Manifestazione da Diego, il cui cadavere verrà rinvenuto proprio accanto a Leonardo. Durante il periodo in cui ha prestato servizio in polizia, Diego si è sempre distinto per la violenta omofobia. Una maschera costruita per nascondere la sua repressa attrazione per gli uomini. Leonardo, invece, è un insegnante che non si nasconde dietro una maschera. Degradato sul posto di lavoro proprio per la sfrontatezza nel non voler tenere segreto il suo essere. Due aspetti del medesimo degrado sociale indagati a fondo da Conoscenti. Ed ecco allora che il lettore si chiede se sia mai davvero accettabile per una società civile tutto questo. 

I personaggi pirandelliani spesso sono sconfitti dall’alterità, perché nell’altro essi vedono riflessa la propria inconsistenza, il divario tra ciò che pensavano di sé e ciò che sono. La comprensione di sé e degli altri è un processo continuo, contraddittorio e intrinsecamente conflittuale, ma in Pirandello ha un carattere assolutamente distruttivo, perché la forma cerca di imbrigliare la vita attraverso le maschere, le quali non lasciano mai impunito chi si ribella a esse, ma lo ripagano con la reificazione o la pazzia.4 Nel libro di Conoscenti le maschere sembrano assumere un significato differente e la vita, nonostante tutto, vince sulla forma. 

Manomissione è un invito a indagare oltre, sempre più in profondità, tra le pieghe del male e delle ingiustizie, non tanto per ritrovare un’umanità che deve pur esserci stata in passato, bensì per crearne una nuova, che diventi la coscienza collettiva della società di oggi.

Il libro

Domenico Conoscenti, Manomissione, Il ramo e la foglia edizioni, Roma, 2025.


1F. Governa, M. Memoli, Geografia dell’urbano. Spazi, politiche, pratiche della città, Carocci Editore, Roma, 2011.

2P. Kerr, La notte di Praga, Piemme, Milano, 2013.

3F.W. Nietzsche, Detti e Intermezzi, quarto capitolo di Al di là del bene e del male.

4C. Gnoffo, Pirandello e la disintegrazione del sé sociale come ribellione alle maschere, in Dialoghi Mediterranei, n. 70, novembre 2024.


Articolo pubblicato su Satisfiction.eu


Disclosure: Per l’immagine in evidenza, credits www.pixabay.com


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