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Quando basta una spilla per travolgere il destino. “L'uroboro di corallo” di Rosalba Perrotta

Nessuno, per quanto lo speri, si aspetta che davvero da un momento all’altro la propria vita venga stravolta da un’inattesa eredità. Eppure è quanto accade alla protagonista de L’uroboro di corallo di Rosalba Perrotta, edito da Salani. Un libro senza dubbio alcuno al femminile e una scrittura “rotonda”, calda e avvolgente. Tutti i personaggi principali del romanzo sono donne ma è l’universo femminile nella sua complessa immensità a essere narrato dall’autrice. Dall’annientamento in cui volutamente si celano alcune donne all’esuberante intraprendenza di altre, dal rigore imposto da alcune culture all’ansia di emancipazione e libertà di altre ancora. Nonché della lotta interiore prima che esteriore di chi si ritrova in bilico tra i due mondi e, pur essendo attratta dall’essere “continentale”, con estrema difficoltà riesce a liberarsi dalle briglie della chiusura “isolana”.

L’eredità di cui si racconta ne L’uroboro di corallo non è di quelle che fanno schizzare alle stelle il conto in banca; è piuttosto paragonabile a un’antica cassapanca, carica di errori e memorie, che prima o poi, volenti o nolenti, bisogna spalancare. Per poter fare i conti con se stessi prima ancora che con il proprio destino. Se poi a questo carico già pesante aggiungiamo un palazzetto da sistemare e ridestinare e un gioiello dal potenziale potere magico, allora la vicenda si complica e si infittisce. È esattamente quel che ha fatto l’autrice, scegliendo di aggiungere carne sul fuoco a ogni passaggio al punto che, in alcuni momenti, il lettore teme si possa bruciare tutto da un momento all’altro.

Anastasia è nata e cresciuta in Sicilia, a Catania. Allevata da una madre fedelissima al rispetto della tradizione e dei ruoli sociali ben distinti di uomo e di donna. Anastasia è nata e cresciuta in Sicilia, a Catania, allevata da una madre fedelissima al rispetto della tradizione e dei ruoli sociali ben distinti di uomo e di donna. Avvezza alla critica spietata di qualsivoglia atteggiamento o dicitura potesse illudere la figlia che fosse possibile vivere, vestire e pensare in maniera diversa da come erano abituate a fare.

Quando basta una spilla per travolgere il destino. “L'uroboro di corallo” di Rosalba Perrotta

Anastasia scopre tardi e in maniera del tutto casuale che le affermazioni di sua madre erano viziate dalla paura del giudizio e del pregiudizio. Il giro di boa può essere indicato nell’incontro con le cugine al momento della spartizione dell’eredità della compagna del nonno, quando per la prima volta Anastasia vede la spilla di corallo a forma di uroboro, quel gioiello che cambierà e stravolgerà la sua esistenza.

Tra personaggi reali e apparizioni immaginarie, racconti di vita e fantasie oniriche o deliranti la Perrotta racconta la storia di Anastasia e dell’intera famiglia Buonincontro, di Catania e della Sicilia; narra la vicenda di Helena Kazalauskiené, fisioterapista di origini lituane trasferitasi sull’isola per seguire il nonno di Anastasia, comune a tante ragazze immigrate dai paesi dell’Est Europa o da altri continenti, le quali se riescono a evitare schiavismo e prostituzione restano per la gran parte vittime della gabbia del pregiudizio. E lo fa con un registro narrativo lento, a tratti ripetitivo, ma utile per rendere più inciso il narrato, come una pennellata ripetuta più volte per rimarcare un colore ben definito. Nel caso del libro della Perrotta sono i sentimenti a essere maggiormente delineati, le delusioni come le speranze, gli sfarfallii dell’amore come i crampi dell’abbandono, la gioia della condivisione e il rancore dell’invidia. Delle donne soprattutto. Gli uomini restano nell’ombra, quasi una sorta di ologrammi necessari ma non rilevanti. E lo stesso può dirsi di Catania e della Sicilia tutta, un fondale che resta per l’intero romanzo un mero sottofondo.

Quando basta una spilla per travolgere il destino. “L'uroboro di corallo” di Rosalba Perrotta

Un libro interessante, L’uroboro di corallo di Rosalba Perrotta che è riuscita a conciliare nella scrittura serietà e ilarità, realtà e fantasia, constatazione e provocazione senza eccessi, evitando al contempo di precipitare nella banalità e portando all’attenzione dei suoi lettori un buon romanzo contemporaneo.

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© 2017, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

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