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Irma Loredana Galgano

Irma Loredana Galgano

Archivi Mensili: Dicembre 2013

Gli sdraiati

31 martedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Michele Serra nel suo nuovo libro, Gli sdraiati, edito da Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, nella collana I Narratori, uscito nella versione cartacea a Novembre, trascrive la sua attenta analisi della società contemporanea, attraverso gli occhi maturi di un padre, separato dalla moglie, il quale alla soglia dei cinquantanni si guarda intorno con occhi increduli e osserva il mondo che lo circonda, basito…http://www.leggereacolori.com/letti-e-recensiti/recensione-di-gli-sdraiati-di-michele-serra/

© 2013 – 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Splendore

27 venerdì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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splendore

Splendore di Margaret Mazzantini, edito dalla Mondadori in formato cartaceo e digitale, è un romanzo che parla dell’amore ma soprattutto del dolore. È un libro intenso, profondo, a volte impegnativo come vuole da sempre la scrittura dell’autrice che indaga fin nel profondo dei suoi personaggi, scovando il loro lato segreto, nascosto, celato alla vista dei più ricoperto com’è dalle innumerevoli maschere di pirandelliana memoria che indossano per omologarsi, integrarsi, accettarsi in società, come la nostra, dove troppo spesso l’apparenza conta più della sostanza.

Guido e Costantino sono due ragazzi che nascono simbolicamente sotto lo stesso tetto, abitando entrambi nello stesso palazzo, ma mentre per andare a casa del primo bisogna salire, nel secondo caso bisogna scendere. Il primo è romano con una madre cresciuta in Belgio, il secondo è di origini pugliesi. Guido è figlio di un medico, Costantino del portiere dello stabile.

Servi di una volta, svelti a pulire, discreti a fare e andare. […] Mi dissero che erano andati in pensione, erano tornati giù. In quel generico giù, riconobbi l’Italia, il suo spirito, quella sua cronica divisione interna per ogni cosa. Un Paese abituato ad avere un sopra e un sotto, un attico e una cantina.

Non si capacitava da bambino Guido della rassegnata tranquillità della famiglia di Costantino, non riusciva a capire come potessero essere felici in quei locali umidi, poco illuminati, poco areati quando lui era un completo tormento interiore pur essendo circondato da ambienti, mobili e suppellettili di pregio. Avrebbe voluto incolpare di tutto sua madre che lo lasciava sempre solo, in compagnia di governanti invisibili, ma l’atteggiamento venerante del padre gli impediva di provare questo genere di sentimenti nei riguardi di Georgette.

Mi sembrava normale che lei non sentisse il desiderio di spendere il suo tempo con me in quelle attività mediocri, ripetitive. La immaginavo a scalare ben altre meraviglie, colmo di devozione come mio padre. Vivevo ai piedi di un altare, di un simulacro incendiato di promesse, mi specchiavo beato per riverberare un goccia del suo splendore.

È una continua lotta quella che devono affrontare Guido e Costantino, contro se stessi prima, l’uno contro l’altro poi e in ultimo contro la società che vuole a ogni costo imporre le proprie ferree regole e non concede sconti, neanche in nome dell’amore.
I loro impulsi sono generati da violenze subite, ma poteva anche non essere così, e il loro sarebbe stato semplicemente desiderio di vivere e condividere un sentimento con la persona con la quale senti di poter vivere una vita insieme, la tua vita, sulle cui scelte pensi di avere diritto di veto e di voto fino a quando non realizzi che non è tanto semplice fuggire dal dolore e dal male che lo accompagna, soprattutto quando questo veste i panni di un aggressore che ti prende alle spalle e scarica sul tuo corpo inerme la sua rabbia.

La paura è la più grande memoria dell’uomo.

Costantino questa paura non se la scorderà più, invece Guido non vuole dimenticare le sensazioni di prima … guardavo il filare delle luci incespicanti e sapevo che la vita era esattamente così, una lampadina sporca appesa a una fune elettrica il cui unico generatore di corrente è l’amore… e non riesce proprio a voltare pagina e andare avanti anche perché, contrariamente a Costantino che si ritrova circondato di persone che gli vogliono bene, lui rimane completamente solo, con i ricordi capovolti del suo passato, e non trova diversa via d’uscita che non sia correre veloce verso iltrip del futuro.
Del romanzo della Mazzantini bisogna guardare l’insieme ma anche soffermarsi sui dettagli, sullo sfondo, sui personaggi, su quello che dicono, sul perché lo dicono… è necessario fondere il tutto e osservarlo da diverse angolazioni, solamente in questo modo si può godere appieno del suo splendore.

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2013/12/27/recensione-di-splendore-di-margaret-mazzantini-mondadori-2013-a-cura-di-irma-loredana-galgano/

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Blog del Giovedì

26 giovedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Musei aperti a Capodanno

Nella giornata di ieri, 25 Dicembre, e per quella di Capodanno, il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo ha previsto l’apertura straordinaria di oltre 250 tra musei, aree e parchi archeologici.

In molti dei siti straordinariamente aperti per i giorni di Natale e Capodanno sarà possibile partecipare a eventi e iniziative come visite guidate, esposizioni e anche accedere a luoghi solitamente chiusi al pubblico. Per ottenere informazioni in merito all’iniziativa è stato istituto dal Ministero un Numero Verde gratuito, ovvero 800 991 199. È inoltre presente sul sito e di facile visualizzazione l’elenco, suddiviso per regione, dei musei, aree e parchi archeologici statali che rimarranno aperti.

«Insieme all’ingresso gratuito del 28 Dicembre – dichiara il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray – l’apertura straordinaria a Natale e Capodanno di molti musei e siti archeologici permetterà a cittadini e turisti di godere pienamente nel corso delle festività del nostro straordinario patrimonio culturale».

Infatti, all’interno della stessa iniziativa promossa dal Ministro Bray, va annoverata la VI Edizione di Una Notte al Museo prevista per sabato 28 Dicembre dalle ore 20:00 alle 24:00. Anche in questo caso sul sito è presente un dettagliato elenco, suddiviso per regione, degli Istituti che aderiscono all’iniziativa.

Ci è sembrata un’interessante iniziativa da segnalare, sia perché una visita a un museo o un parco archeologico può essere una più che valida alternativa alla visione di un film o peggio di un cine-panettone, sia perché ci auspichiamo che il Ministero adotti la stessa politica anche in futuro e per ogni genere di festività.

http://www.sulromanzo.it/blog/musei-aperti-a-capodanno

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Rollercoaster

19 giovedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Rollercoaster di Andrea Mariani è disponibile da novembre in versione digitale edito da MEME Publishers Paris. Lo si può definire un noir metropolitano ma anche una rocambolesca avventura al limite dell’incredibile.
E, proprio come quando si sfreccia incollati ai sedili di gomma con le protezioni che ti strizzano la cassa toracica, leggendolo a tratti sembra veramente mancarti il respiro per la velocità delle sequenze narrative e la quantità di accadimenti e incidenti che si susseguono e si accavallano ininterrottamente dall’inizio alla fine, che poi tale non è.
Pur essendo ambientato in una grande città come Milano, l’azione sembra svolgersi in un luogo ristretto dove tutti gli agenti si ritrovano coinvolti in vicende e vicissitudini, dando al lettore l’impressione di assistere a una commedia dell’equivoco.
I temi trattati sono molteplici e vanno dal malessere sociale alla tossicodipendenza, dallo spaccio di stupefacenti a devianze di vario genere, ma l’autore preferisce non soffermarsi a lungo su questi, evitando di dare input in tal senso al lettore, il quale vede scorrere una serie di situazioni terribili, drammi umani, omicidi, suicidi, stupri e violenze varie senza avere il tempo quasi di razionalizzarli.
Va sicuramente riconosciuto il merito a Mariani di non aver voluto rappresentare o raccontare di immagini stereotipate bensì di aver mantenuto, nella costruzione dei suoi personaggi, una certa originalità. In alcuni passaggi ci si interroga sul perché abbia fatto prendere delle decisioni ai protagonisti piuttosto di altre quasi dimenticando che questi, per la gran parte della narrazione, agiscono sotto l’effetto di stupefacenti o annebbiati dai fumi dell’alcool e spaventa quasi il fatto che siano proprio i più cattivi ad agire con più razionalità, forse perché avvezzi a barcamenarsi in situazioni ad alto rischio.
Nico intenerisce per la sua ingenuità, per l’eccesso di zelo e per l’enorme fiducia che ripone in Valerie che sembra proprio non meritarle le sue attenzioni, finendo per trascinarlo in una disavventura dopo l’altra e riuscendo sempre a preferire la scelta sbagliata.
Stucchevole la figura di Walter, perché troppo crudele, infido, ambiguo e opportunista… fa rabbrividire il pensiero dei tanti come lui nascosti dietro le maschere bon ton che indossano come una seconda pelle.
Sortisce più o meno lo stesso effetto l’avvocato de  Martinis, talmente intento a mantenere intatte le apparenze da perdere completamente i lumi della ragione.
E Angus incattivito dalle ingiustizie subite… troppe per un giovane ragazzo alla cui vita viene dato il peso di un alito di vento, e lui nell’anelito di speranza di vendicare i torti finisce col diventare il carnefice di se stesso.
Su tutti poi incombe la figura del brigadiere Locascio, che dovrebbe garantire protezione ai cittadini, vigilare affinché l’ordine pubblico sia mantenuto e assicurarsi che giustizia sia fatta… atteggiamenti lontani anni luce dal suo effettivo comportamento, svuotato com’è di ogni se pur minimo interesse o buon proposito e intento solo a rifornirsi e imbottirsi di cocaina.
Il finale che in realtà è una ripartenza lascia presagire nuove avventure e ci si interroga su dove condurrà questa volta Nico quella punkettara di Valerie.

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/

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Blog del Giovedì

19 giovedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Ministero Beni CUlturali, Terza giornata della trasparenza

Prevista per oggi la Terza Giornata della Trasparenza organizzata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nel Salone del Consiglio Nazionale a Roma, a partire dalle ore 10:00.

All’evento, gratuito e aperto al pubblico pur se nel limite di 150 posti disponibili, previa registrazione online, durante il quale interverranno il Ministro, il Capo di Gabinetto, il Segretario e vari Direttori Generali nonché un rappresentante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, viene riconosciuta questa finalità: occasione di incontro e comunicazione dell’amministrazione con le associazioni dei consumatori, i centri di ricerca e ogni altro osservatore qualificato, al fine di rendere conto ai cittadini delle attività svolte e degli strumenti utilizzati per il raggiungimento dei fini istituzionali.

Sul sito dell’A.N.A.C. (Autorità Nazionale Anticorruzione e per la Valutazione e la Trasparenza delle Amministrazioni Pubbliche) è possibile reperire un elenco dettagliato di tutte le Giornate della Trasparenza organizzate dai vari Ministeri ed Enti Pubblici; ovviamente è presente anche il riferimento all’evento organizzato dal Ministero per i Beni e le attività culturali.

È reso pubblico anche l’invito – programma ufficiale del ministro Massimo Bray sul quale figura una lunga serie di nomi di personalità, dirigenti del Ministero, che saluteranno, interverranno, modereranno, parteciperanno a questo incontro trasmesso anche in diretta web.

Che tutte queste celebrities possano mai parlar male del loro operato in diretta web e durante un evento aperto al pubblico è davvero improbabile, pur tuttavia qualche riflessione viene da fare riguardo la necessità di avere un apparato burocratico e dirigenziale così esteso.

Il Ministero con il suo già vasto organigramma nasce proprio con lo scopo principale di tutelate i beni culturali, artistici e ambientali italiani e dove non arriva gli giunge in soccorso l’Arma dei Carabinieri, con il reparto di Tutela del Patrimonio Culturale. Su tutti poi vigila l’A.N.A.C., ma un’istituzione pubblica, ovvero dello Stato, non dovrebbe già di per sé essere una garanzia e una garante di tutela, anticorruzione, onestà, trasparenza e imparzialità?

http://www.sulromanzo.it/blog/terza-giornata-della-trasparenza-al-ministero-dei-beni-e-delle-attivita-culturali

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“L’uomo di Lewis” di Peter May (Einaudi Stile Libero, 2013)

17 martedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Peter May, L'uomo di Lewis

Einaudi ha pubblicato, nella collana Stile libero Big, L’uomo di Lewis (The Lewis man): si tratta del secondo capolavoro della Trilogia di Lewis (The Lewis Trilogy) di Peter May, giornalista, sceneggiatore televisivo, soprattutto scrittore, nativo di Glasgow in Scozia ma residente in Francia; il quale, ancora una volta, non delude le aspettative e regala ai lettori un libro pieno e profondo, coinvolgente e sconvolgente.

Certo L’uomo di Lewis di May ha poco a che vedere, per struttura e narrazione, con i libri della Christie. Non si cerca in esso il delitto o l’investigatore perfetto e, forse, è anche per questo che non si può che essere d’accordo con Massimo Carlotto quando lo definisce «Un ottimo noir ma soprattutto un grande romanzo».

La storia che Peter May ha scelto di raccontare abbraccia numerosi e svariati temi che vanno dai crimini irrisolti all’amore coniugale, dal maltrattamento degli orfani alla demenza senile, dal bullismo di teppistelli in erba e delinquenti navigati al legame profondo che unisce due persone anche quando queste pensano di non rincontrarsi mai più.

Tormod o Johnny, come lo chiama lei, e Ceit, Fin e Marsaili, Fionnlagh e Donna… tre grandi amori, tre generazioni che vivono la loro sofferta passione affrontando la vita e tutto ciò che ne consegue. Su ognuno di loro grava il peso di un segreto, di un rimorso, di un rimpianto, di una perdita, nonché il cadavere del giovane Peter, ritrovato dopo anni ancora intatto in un campo di torba.

È dal ritrovamento del corpo che parte la narrazione, dall’oggi di una vicenda che può trovare la sua soluzione solamente scavando nel passato, soprattutto in quello dei personaggi coinvolti. Così Marsaili scopre che suo padre non è chi dice di essere; per lei diviene uno sconosciuto ancora più distante di quanto la sua malattia non lo abbia già allontanato da lei, da sua madre, come dal resto del mondo, lasciandolo tornare al tempo in cui era veramente se stesso.

«Vedo il vento arruffare il pesante vello invernale delle pecore che pascolano sull’erba dolce e salata, ma non arrivo a sentirlo. E nemmeno arrivo a sentire l’oceano, là dove s’infrange sulla scogliera. Splendide onde bianche spumeggianti piene di sabbia e di rabbia. Dev’essere per via dei doppi vetri. Alla fattoria non li abbiamo mai avuti. Lì sapevi di essere vivo, con il vento che sibilava attraversi i telai delle finestre e soffiava giù dal camino il fumo di torba. C’era posto per respirare, c’era posto per vivere. Qui le stanze sono così piccole, isolate dal mondo. È come stare in una bolla. Quel vecchio mi sta di nuovo guardando dallo specchio. Gli sorrido, e lui ricambia. Ovviamente l’ho sempre saputo che si trattava di me. E mi chiedo come stia Peter in questi giorni».

Peter May

Se la mente di Tormod non avesse viaggiato indietro nel tempo e non avesse lasciato che lui raccontasse, rivivendoli, gli episodi salienti della sua infanzia, la figura dell’attrice Morag McEwan sarebbe apparsa di sicuro meno piacevole e familiare al lettore; il quale, potendola identificare con la dolce e indifesa Ceit è incline a perdonarle le sbronze continue e il lassismo nel quale sembra vivere. È una maschera quella che indossa e le permette di convincersi di possedere una corazza dura che non può essere realmente scalfita. Era lo stesso quando da bambina doveva difendersi da un mondo di adulti che la consideravano un peso, o peggio, un’occasione.

Grande merito va sicuramente riconosciuto anche aChiara Ujka, la traduttrice che ha sapientemente riprodotto nella nostra lingua le atmosfere del racconto di May. Un misto di italiano, inglese e gaelico, una profusione di aromi intensi che lasciano il lettore a tratti stordito come fosse anch’egli annebbiato dal fumo della torba o risucchiato dal vento gelido che scuote i corpi e le menti degli abitanti delle Outer Hebrides (Ebridi Esterne).

Le riflessioni di May sulla vita, sugli uomini e sui loro pensieri invitano a pensare, a fermarsi un attimo, a riprenderci un po’ del nostro tempo, per assaporarlo e fare lo stesso con i nostri affetti più cari. «Entriamo in quella casa di riposo e non vediamo che un sacco di ospiti lì seduti. Sguardi assenti, sorrisi tristi. Li liquidiamo definendoli semplicemente… be’, vecchi. Persone finite, che non meritano più che ci si preoccupi di loro. Eppure dietro quegli sguardi ognuno di loro ha avuto una vita, una storia da raccontare. Di dolore, amore, speranza, disperazione. Tutte le sensazioni che proviamo anche noi. Diventare vecchi non li rende meno umani, o meno reali. E inoltre, domani ci saremo noi al posto loro, lì seduti a guardare i giovani che ci liquidano definendoci semplicemente… be’, vecchi».

May si sofferma a lungo nel racconto dei luoghi simbolo della sua Scozia, sulle caratteristiche del territorio ma anche sugli abitanti, sul loro stile di vita, sull’ingenuità di alcuni e la crudeltà di altri. Il racconto dei luoghi natii che si sono lasciati per vari motivi ma che si portano sempre con sé, dentro di sé, è tema comune e non ha risparmiato neanche il regista, novello scrittore, Ferzan Ozpetek.

«Il cielo le riempie gli occhi. Un cielo che il vento riduce a brandelli. Un cielo che lascia filtrare come lampi improvvisi di un flash gli sprazzi di luce che si rovesciano sui pascoli abbandonati, dove le bianche punte degli eriofori turbinano nei violenti e frenetici vortici d’aria».

«Così la gente di Lewis… sopravvive da secoli. E in quest’epoca di incertezza economica, mentre il costo del carburante aumenta, le famiglie con le stufe, cucine economiche e uno sbocco per il fumo sono ritornate in massa alle tradizioni degli antenati. In questo modo il solo costo per il riscaldamento di una casa è dato dal dispendio della propria fatica…».

http://www.sulromanzo.it/blog/l-uomo-di-lewis-di-peter-may

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Solo per Amore. Luz

16 lunedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Solo per amore. Luz - Carlotto-Videtta 

 Il quarto noir di Massimo Carlotto e Marco Videtta dedicato alla serie Le Vendicatrici, pubblicato a Novembre da Einaudi nella collana Stile Libero Big, segna anche la conclusione del ciclo dedicato alle vicende, alle vicissitudini ma soprattutto alle vendette di Ksenia, Eva, Sara, Luz e della loro grande famiglia allargata. Il libro di Carlotto e Videtta è senza dubbio un grande romanzo moderno, che rompe gli schemi classici della narrativa di genere e penetra nell’anima del lettore grazie alla sua forza, all’intensità delle parole e delle immagini a cui rimandano. In Solo per amore. Luz più volte viene posto l’accento su quello che si trova dietro i traffici, commerciali e non, legali e non, che mirano solo al profitto, al guadagno e all’arricchimento a ogni costo; gli autori letteralmente sbattono in faccia al lettore il rovescio della medaglia e lo fanno in maniera talmente repentina che nessuno può fingere di non aver ben chiaro che dietro a tutto quel giro di soldi ci sono delle persone, per la gran parte donne, le cui esistenze diventano merce di scambio, prezzate da vive e da morte. La gente non aveva ancora capito come funzionava. Le persone sparivano e diventavano personaggi di trasmissioni televisive specializzate che ne trattavano i casi anno dopo anno. Fornivano informazioni, chiedevano aiuto e sostegno per ritrovarle. Ma non capitava mai, perché l’unica verità da raccontare era che il mondo è pieno di predatori che si alzano la mattina con l’unico scopo di impadronirsi di altri esseri umani. Ci sono voluti anni a Luz per trovare quell’armonia che credeva non avrebbe mai più perduto fino al giorno in cui incontra Mirabel e viene improvvisamente catapultata indietro nel tempo, a una vita che pensava non le appartenesse più come i luoghi ove si era consumata. Prende a cuore la storia della ragazza e deicide di aiutarla come qualcun altro ha fatto con lei, perché è veramente giovane Mirabel, inesperta, incinta e sola. Mai avrebbe potuto immaginare Luz che l’incontro con Mirabel avrebbe fatto da preludio a quello con Wilson e che da quel momento in poi l’equilibro della grande famiglia avrebbe cominciato prima a vacillare poi a rischiare di precipitare nel nulla assoluto se la determinazione di Sara non avesse impedito l’incarcerazione a vita di Ksenia. Mirabel nota in lei un atteggiamento diverso da quello tenuto dalle donne che ancora vivono nel paese da dove ne viene anche Luz, la Colombia, e cerca a suo modo di avvertirla a cosa sta andando incontro. Hai dimenticato molte cose del tuo paese… […] il che è un bene se non hai intenzione di tornarci, ma può essere un male se quelle cose tornano da te. Suggestive anche le figure di Angelica e Felix che fungono da collante al vario susseguirsi di personali vicende, drammi e passioni, che vivono in sordina, di riflesso, ma non per questo senza un loro determinante contributo alla soluzione. Rimane un profondo senso di amarezza al termine della lettura, dovuto alla rabbia per le ingiustizie narrate, per la volontà di cancellarle per sempre o per lo meno, seguendo la linea guida delle protagoniste, vendicarle.

http://milanonera.hotmag.me/?p=9987

© 2013 – 2014, Irma Loredana Galgano. Ai sensi della legge 633/41 è vietata la riproduzione totale e/o parziale dei testi contenuti in questo sito salvo ne vengano espressamente indicate la fonte irmaloredanagalgano.it) e l’autrice (Irma Loredana Galgano).

Blog del Giovedì

12 giovedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Articoli

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Ministero dei beni culturali: al via le iscrizioni per il Programma

500 giovani per la cultura

Il giorno 7 Dicembre il Ministero per i beni e le attività culturali ha pubblicato il Bando di attuazione del Decreto Legge dell’8 Agosto 2013, in particolare dell’Art. 2 denominato Valore Cultura finalizzato a connettere 500 giovani con la Rete per la Cultura, ovvero la rete del patrimonio culturale e artistico italiano e il suo legame con il territorio.

Le iscrizioni per la richiesta di ammissione alla prova preselettiva sono aperte fino al 21 gennaio 2014 e indirizzate a tutti i giovani laureati che al momento della pubblicazione del Decreto Legge di cui sopra, non avevano compiuto il trentacinquesimo anno di età, in possesso della Certificazione Internazionale delle competenze linguistiche di Livello B2 nonché di tutti gli altri requisiti generici richiesti per l’ammissione a pubblici concorsi: cittadinanza italiana o di un Paese membro dell’Unione europea; godimento dei diritti civili e politici; assenza di condanne penali.

Ai fortunati che riusciranno a superare l’iter burocratico nonché le procedure concorsuali spetterà, fermo restando l’adempimento di tutta una serie di direttive, un’indennità di partecipazione di 5.000 euro lordi all’anno, che frazionati per i 12 mesi di cui l’anno si compone danno la modica cifra di 416,66 euro ancora al lordo delle detrazioni d’imposta e delle spese che i giovani selezionati sosterranno.

Forse oltre a un rinnovamento nel nome e a un restyling delle attività cui il programma 500 giovani per la cultura mira, il Ministero dei beni culturali avrebbe bisogno anche di un adeguamento dei compensi erogati a lavoratori cui sono richieste ottime conoscenze e molta disponibilità.

http://www.sulromanzo.it/blog/ministero-dei-beni-culturali-al-via-le-iscrizioni-per-il-programma-500-giovani-per-la-cultura

 

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Ora sei mia

02 lunedì Dic 2013

Posted by Irma Loredana Galgano in Recensioni

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Ad Anna sono bastati pochi istanti per perdere le sue certezze e smarrirsi nel labirinto di passione del giovane Eric. Una vita intera vissuta nel rispetto di regole che lei stessa si è data per ritrovarsi persa in un vuoto di paure, bugie e umiliazioni. Nel giro di poche ore le attenzioni di Anna si spostano dai conti in tasca del marito, che vuole a ogni costo un’auto nuova, agli attributi dello statuario Eric che tra mille sembra volere proprio e solo lei. Una buona posizione lavorativa, un compagno che la ama, una figlia che la adora, una bella casa e forse una nuova auto… sarà proprio il timore di perdere tutto questo che renderà Anna talmente fragile da farla facilmente cadere nella rete del giovane pubblicitario. Lei vuole che nulla cambi, che nulla si sappia e che nessuno scopra e sarà così intenta a cercare di tenere tutto nascosto che, almeno inizialmente, non sembra neanche rendersi conto di quanto effettivamente sia pericoloso Eric. Lo sottovaluta al punto che sua madre, Kathrine, pensa non ci sia nulla di male nell’affrontarlo faccia a faccia. Anneli ha pagato per il figlio e Kathrine per le colpe di Anna… rimane un senso di profonda amarezza per quanto accaduto alla seconda, soprattutto per il finale che Koppel ha scelto di regalare. Un po’ troppo romantico per un thriller e un po’ troppo forzato per il taglio scelto per la storia. Helsingborgs Dagblad afferma che “le atmosfere dei romanzi di Hans Koppel ricordano i film di Alfred Hitchcock” e in effetti le pagine del libro ricordano le scene di suspense regalate dalle pellicole del maestro del brivido ma un più occasioni appaiono fuori tempo. Ciò che spaventava ai tempi delle prime dei film di Hitchcock ora quasi fa sorridere. La vita, la cronaca, la tv e il cinema vanno ben oltre ormai, purtroppo. Ora sei mia è un thriller che scava nel lato oscuro del desiderio ma è anche un libro che indaga nel profondo delle fragilità e debolezze umane. Anna cede alle lusinghe di Eric non tanto perché fortemente attratta da lui quanto per voler sperimentare in prima persona le esperienze narrate dalle colleghe e da lei sempre mal viste e mal giudicate. Non c’è un forte intrigo di passioni e desiderio tra le mura dell’hotel che li ospita, piuttosto piccoli approcci lenti e fugaci, che egualmente fanno breccia nel cuore di Anna, la quale ha pensato di poter essere per un breve istante una donna diversa e cancellare poi il tutto semplicemente premendo il tasto reset. L’impossibilità di ciò ha reso lei sempre più fragile ed Eric sempre più aggressivo… un suo atteggiamento meno confuso avrebbe magari messo in guardia Kathrine per tempo, evitato di mettere in pericolo Hedda, la quale è rimasta indenne per motivi non del tutto chiari, e salvato il suo matrimonio per i suoi gesti e per il suo dire piuttosto che per la compassione di Lukas. Ogni legame ha un prezzo e ogni gioco ha le sue regole… è vero, ma lo è anche che ogni legame può anche spezzarsi e per vincere non basta conoscere le regole, bisogna anche cercare la soluzione.

http://milanonera.hotmag.me/?p=9929

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