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La vita perfetta è un dedalo di segreti. “Disclaimer” di Renée Knight

Disclaimer, il primo romanzo della documentarista della BBC Renée Knight, è uscito in Italia lo scorso 15 marzo con il titolo La vita perfetta (Piemme, 2016) nella versione tradotta da Velia Februari. Il libro si presenta con una sfida: cosa faresti se scoprissi che questo thriller parla proprio di te? Avrai il coraggio di girare la pagina e cominciare a leggere? Il coraggio non è mancato, la pagina è stata girata e il libro è stato letto. Ovvio che La vita perfetta non parlava della sottoscritta come di nessun altro lettore in particolare, eppure l’autrice indaga così a fondo la mente e i comportamenti umani che, sì è vero, ognuno può riconoscersi in almeno uno degli innumerevoli ritratti di vita narrati.

La parola che resta in mente, dopo aver letto il romanzo della Knight, è proprio “diniego”, disclaimer in inglese. La struttura narrativa scelta dall’autrice richiama, per alcuni versi, quella più volte usata da Jo Nesbø, maestro indiscusso del crime.  A ogni nuovo capitolo inizia una nuova storia, a volte conseguente altre contraddittoria rispetto a quella narrata fino a quel momento. Se nei libri di Nesbø l’impianto narrativo è strutturato in modo da far sembrare il tutto come una continua e affannosa ricerca per svelare il mistero e trovare i responsabili del delitto, una sorta di caccia al criminale nella quale il lettore si vede da subito coinvolto, nel testo della Knight è evidente che la struttura è stata studiata al contrario per nascondere il più possibile il segreto, che viene svelato solo nelle ultime pagine, nonostante non manchino, nel corso della narrazione, momenti in cui il tutto può essere apertamente raccontato.

Fedele alla struttura di un vero romanzo noir, ne La vita perfetta il crimine resta marginale fino alla fine; molto risalto viene dato alla caratterizzazione dell’ambiente e soprattutto alla descrizione psicologica dei personaggi. Manca nel testo la figura di un detective estraneo alla vicenda, ma tutti i protagonisti assumono autonomamente il ruolo di investigatori e al contempo quello di vittime. L’intera vicenda ruota intorno a un libro, scritto per trovare una motivazione a quanto accaduto ma usato per compiere una vendetta. «Senza poterci fare nulla, Catherine aveva incontrato, tra le righe di quel libro, sé stessa».

La vita perfetta è un dedalo di segreti. “Disclaimer” di Renée Knight

Catherine è una documentarista di successo che abita in un grazioso villino insieme a suo marito Robert. L’abitazione è più piccola della casa che avevano in precedenza, abbandonata dopo che la donna ha invitato il figlio ad andare a vivere da solo, per responsabilizzarlo. Il rapporto di Catherine con Nicholas è sempre stato difficile, forse lei non è tagliata per fare la madre. Oppure no.

In un villino più modesto, sito in un quartiere meno esclusivo della città, abita una diversa famiglia, composta sempre da madre, padre e figlio. Nancy, al contrario, sembra aver votato l’intera sua vita ad accudire Jonathan, trascurando anche il rapporto coniugale con Stephen. Almeno questo è ciò che appare. Cosa lega Catherine a Stephen e Nancy? Il libro, o meglio la storia in esso narrata. Un racconto che ognuno avvalora nella propria versione. Sono i ricordi che il tempo ha reso più labili o c’è dell’altro?

C’è molto altro e la Knight lo riporta in La vita perfetta con una dettagliata descrizione della condizione e dei casi umani.

Quanto incidono le vicende personali sulla professionalità? Un insegnante che non riesce ad arginare la propria frustrazione e la riversa sugli ignari studenti è un mostro o anch’egli una vittima degli eventi? A un uomo premuroso e attento può interessare la propria reputazione più della stabilità della partner? Un genitore che rifiuta di ammettere l’indole violenta del proprio figlio è un buon educatore?

Le risposte a tutte queste domande possono sembrare facili e scontate eppure la Knight ci mostra un modo per osservare i comportamenti umani nient’affatto scontato. La verità è che ognuno di noi vede solamente quello che gli conviene. Anche gli uomini che sembrano tra i più progressisti quando si tratta della propria compagna non accetteranno mai volentieri l’idea che questa possa scegliere di emanciparsi al punto da anteporre la propria felicità a quella del partner o del figlio.

«Quel libro l’ha come irretita, attratta con l’inganno finché non si è accorta di essere in trappola».

Un libro intenso, profondo, che scava dentro l’anima dei protagonisti, che merita di essere letto con attenzione per cogliere ogni sfumatura con la giusta intensità. Un ottimo esordio letterarioLa vita perfetta di Renée Knight.

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